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Ordine di demolizione e atto di acquisizione al patrimonio comunale (Consiglio di Stato, sentenza del 25/1/2024)

Ristrutturazione di fabbricati diruti

La delimitazione del territorio urbanizzato nella legge regionale E.R. 24/2017

Ampliamento della cucina di un ristorante (TAR Bologna n. 89 del 28/1/2019)

Ampliamento della cucina di un ristorante (TAR Bologna n. 89 del 28/1/2019)

TAR Salerno – sentenza n. 1/2019 del 2/1/2019 (opere interne ed esterne a un capannone produttivo)

Opere interne ed esterne a un capannone produttivo.

Permesso di costruire “in deroga” (sentenza 27/02/2018 n. 270 TAR Torino)

04/08/2016 3532 Roma Consiglio di Stato

  Ha natura di “risanamento conservativo” la realizzazione di una tettoia, appoggiata a dei sostegni imbullonati al pavimento della terrazza e su un lato al muro dell’immobile, con profili in ferro e copertura in vetri antisfondamento, non tamponata ai lati, avente le seguenti dimensioni: altezza mt. 2,90 circa, larghezza m.6,10 circa e lunghezza circa m. 5,60”, superficie di poco superiore ai 30 mq.

09/03/2016 49 Roma Corte Costituzionale

È giurisprudenza pacifica che, nell’ambito della materia concorrente «governo del territorio», prevista dall’art. 117, terzo comma, Cost., i titoli abilitativi agli interventi edilizi costituiscono oggetto di una disciplina che assurge a principio fondamentale (sentenze n. 259 del 2014, n. 139 e n. 102 del 2013, n. 303 del 2003), e tale valutazione deve ritenersi valida anche per la denuncia di inizio attività (DIA) e per la SCIA che, seppure con la loro indubbia specificità, si inseriscono in una fattispecie il cui effetto è pur sempre quello di legittimare il privato ad effettuare gli interventi edilizi (sentenze n. 121 del 2014,…

19/11/2015 2453 Saerno T.A.R. per la Campania

Secondo una ricostruzione diffusa in sede giurisprudenziale, il contributo di costruzione è una obbligazione reale, che circola con il bene cui accede (ambulatorietà passiva), sicché nel caso di trasferimento del bene, essa grava sull’acquirente (T.A.R. Napoli, sez. VIII, 16 aprile 2014, n. 2170). Tale orientamento è stato propugnato anche in seconde cure, nel senso che trattasi in sostanza di obbligazioni connotate dall’inerenza alla cosa, anziché alla persona cui è rilasciato il permesso di costruire, sicché tutti coloro che partecipano alla costruzione e la utilizzano sono solidalmente obbligati verso il Comune al pagamento degli oneri in questione (Cons. Stato, sez,.V, n. 6333, del…

22/10/2015 4843 Roma Consiglio di Stato

l pregiudizi cui si riferisce l’art. 34 del d.P.R. 6/6/2001 n. 380 non possono essere diversi da quelli correlato alla pericolosità dell’intervento di demolizione in relazione ai profili statici dell’immobile e, quindi, al pericolo di crollo della restante parte del manufatto una volta eseguita la demolizione della parte realizzata abusivamente. Invero, ad accedere all’assunto che correla il pregiudizio della demolizione al pregiudizio, di tipo funzionale, conseguente all’abbattimento di quella parte di fabbricato ormai collegata alla porzione legittimamente realizzata, la sanzione ripristinatoria avrebbe poche possibilità di effettiva e concreta applicazione, essendo marginali i casi in cui, all’epoca di adozione dell’ordine di…

24/07/2015 189 Roma Corte Costituzionale

L’’art. 41, c. 4, del d.l. n. 69/2013 è costituzionalmente illegittimo poichè individua, al pari della norma dichiarata costituzionalmente illegittima con la sentenza n. 278 del 2010, specifiche tipologie di interventi edilizi, realizzati nell’ambito delle strutture turistico-ricettive all’aperto, molto peculiari, che peraltro contraddicono i criteri generali (della trasformazione permanente del territorio e della precarietà strutturale e funzionale degli interventi) forniti, dallo stesso legislatore statale, ai fini dell’identificazione della necessità o meno del titolo abilitativo. In tal modo, la norma impugnata sottrae al legislatore regionale ogni spazio di intervento, determinando la compressione della sua competenza concorrente in materia di governo del territorio,…

19/06/2015 1160 Bologna Corte d’appello

La distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate dei fabbricati che i Comuni devono osservare, ai sensi dell’ art. 9, punto n. 1, del d.m. 2/4/1968 n. 1444, nella formazione degli strumenti urbanistici, non riguarda il centro storico (zona “A”), dove pertanto i distacchi possono essere diversi e minori.  Nell’attuale contesto normativo non vi è più inderogabilità “assoluta”, perché la normativa regionale può derogare alle disposizioni in materia di limiti di distanza tra fabbricati dettate dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444 (art. 30, comma 1, lett. a), del D.L. 21 giugno 2013, n….

12/02/2015 273 Torino T.A.R. per il Piemonte

Il certificato di agibilità non è subordinato all’esecuzione e/o all’esistenza di tutte le opere di urbanizzazione, né all’integrale pagamento del relativo contributo, essendo a tal fine necessaria la sola esistenza delle opere di urbanizzazione primaria, che sono solo quelle indispensabili a dotare le costruzioni dei comforts minimi ed a renderle salubri e dignitose. In occasione del rilascio del certificato di agibilità la verifica di conformità alle norme urbanistiche ed edilizie può e deve ritenersi limitata alla verifica di conformità dell’opera al progetto licenziato, il quale si presume legittimo e, come tale, conforme alla normativa urbanistica ed edilizia. La funzione essenziale…

10/02/2015 715 Roma Consiglio di Stato

Gli atti con cui il Comune liquida unilateralmente i diritti di credito di cui si assume titolare per l’intervento di demolizione di opere edili abusivamente realizzate, e ne intima il pagamento, non avendo natura provvedimentale, rilevano quali meri atti di esercizio di un diritto soggettivo (in tal senso CdS, IV, 25/1/2003, n.361), sicché i destinatari non hanno l’onere di impugnarli dinanzi al giudice amministrativo in giurisdizione esclusiva, qual è la materia edilizia ai sensi dell’art. 133, c. 1, lett. f), Cod. proc. amm., rispettando il termine decadenziale previsto per il ricorso avverso i provvedimenti amministrativi. L’art. 29 d.P.R. 6/4/2001, n. 380…

10/12/2014 1946 Torino T.A.R. per il Piemonte

Il d.lgs. n. 192/2005 persegue ’intento di semplificare la procedura inerente l’installazione di pannelli fotovoltaici con caratteristiche quali quelle per cui è causa (aderenti alla tetto, con stessa sagoma ed orientamento). Rstano fatti salvi i vincoli dettati dal d.lgs. 42/2004, nelle sole ipotesi di cui alla lett. b) e c) dell’art. 136. L’art. 6 co. 3 del d.p.r. n. 380/2001, nell’inserire in termini generali la realizzazione di pannelli solari fotovoltaici nell’ambito dell’edilizia libera, fa salve una serie di disposizioni di settore tra cui, certamente, il d.lgs. n. 42/2004. Tale norma tuttavia pacificamente convive con l’ancor vigente (modificato da ultimo con la…

04/11/2014 5444 Roma Consiglio di Stato

Nella nozione di nuova costruzione di cui all’art. 41 sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150, rientrano non solo l’edificazione di un manufatto su un’area libera, ma anche gli interventi di ristrutturazione che, come nel caso di specie, anche in ragione dell’entità delle modifiche apportate al volume ed alla collocazione del fabbricato, rendono l’opera realizzata nel suo complesso oggettivamente diversa da quella preesistente (Cass. civ., sez. II, 3 marzo 2008, n. 5741; così anche Cons. St., sez. VI, 12 aprile 2013, n. 1995). La disposizione contenuta nell’art. 41 sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150 “opera come norma…

21/10/2014 5173 Roma Consiglio di Stato

La definizione di centro abitato non è rinvenibile in termini univoci dovendosi fare riferimento a criteri empirici elaborati dalla giurisprudenza, secondo cui il centro abitato va individuato nella situazione di fatto costituita dalla presenza di un aggregato di case continue e vicine, anche distante dal centro, ma suscettibile di espansione. Si puo’ parlare di un centro abitato laddove, sulla base dei dati tecnici desumibili dagli elaborati cartografici, i terreni siano compresi in una zona contrassegnata dalla presenza di case continue e vicine. Occorreva il titolo abilitativo per due manufatti (prefabbricati in lamiera) realizzati in un centro abitato nel 1965 anche…

21/10/2014 5174 Roma Consiglio di Stato

La ristrutturazione edilizia presuppone come elemento indispensabile la preesistenza del fabbricato nella consistenza e con le caratteristiche planivolumetriche ed architettoniche proprie del manufatto che si vuole ricostruire (Cons. Stato Sez. IV 15/9/2006 n.5375). La rilevazione della preesistenza ai fini dell’intervento ricostruttivo non può non ancorarsi alla situazione di fatto esistente alla data di presentazione della domanda di edificazione.

25/07/2014 4265 Napoli T.A.R. per la Campania

La volumetria preesistente costituisce lo standard massimo di edificabilità in sede di ricostruzione, nel senso che sussiste la possibilità di utilizzare la preesistente volumetria soltanto in parte in sede di ricostruzione, essendone precluso soltanto un aumento; cosa desumibile dalle modifiche della normativa di riferimento (l’art. 3 DPR 380/2001) intervenute nel tempo, posto che si è passati dalla necessità di una “fedele ricostruzione” ad una ricostruzione “con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente”, ed oggi alla “demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria…preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica”: è quindi evidente l’intento del…

10/07/2014 727 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 26, c. 2, D.P.R. 495/1992 vieta soltanto le nuove costruzioni o ricostruzioni (sia pur per effetto di precedenti demolizioni che la norma vuole integrali) che presentino elementi di novità e quindi di maggiore incidenza sul territorio tali da pregiudicare la sicurezza della circolazione in misura maggiore rispetto alla situazione preesistente. Non possono ritenersi preclusi quegli interventi edilizi i quali, come risultato finale ottenuto, non incidono in modo peggiorativo sulla situazione preesistente senza determinare un ampliamento, all’interno della fascia di rispetto, rispetto alla volumetria dei fabbricati preesistenti, ancorché realizzati a seguito di demolizioni, comunque non integrali, e successive ricostruzioni.

21/05/2014 134 Roma Corte Costituzionale

La disciplina delle distanze tra i fabbricati va ricondotta alla materia dell’«ordinamento civile», di competenza legislativa esclusiva dello Stato (sentenze n. 6 del 2013, n. 114 del 2012, n. 232 del 2005; ordinanza n. 173 del 2011). Deve però essere precisato che «i fabbricati insistono su di un territorio che può avere rispetto ad altri – per ragioni naturali e storiche – specifiche caratteristiche, [sicché] la disciplina che li riguarda – ed in particolare quella dei loro rapporti nel territorio stesso – esorbita dai limiti propri dei rapporti interprivati e tocca anche interessi pubblici» (sentenza n. 232 del 2005), la…

16/01/2014 41 Perugia T.A.R. per l’Umbria

In materia espropriativa è assai discutibile la teorizzata usucapibilità di beni illecitamente occupati dall’Amministrazione poiché in base ad una doverosa interpretazione costituzionalmente orientata (art. 117 c. 1 Cost. e art. 1 Prot. Add. C.E.D.U.) pur essendo esso previsto dalla legge e potendo svolgere una funzione di “chiusura del sistema”, rischia di tradursi in una forma di acquisto a titolo originario da parte dell’Amministrazione responsabile dell’illecito completamente al di fuori dello strumento consensuale o autoritativo, quale situazione di fatto che integra comunque a pieno titolo – secondo la stessa giurisprudenza della Corte di Strasburgo – un fatto illecito di tipo permanente, che…

13/01/2014 350 Roma T.A.R. per il Lazio

La scia (come anche la dia) non costituisce provvedimento amministrativo (v. art. 19, c. 6 ter L. 241 del 1990), ma ad essa sono applicabili le norme sull’autotutela, secondo un giudizio (implicito) del legislatore, di equivalenza degli effetti. Ne consegue che il provvedimento amministrativo con cui l’Amministrazione ha comunicato l’inefficacia della scia, siccome equivalente ad un provvedimento di revoca e/o annullamento, sconta i limiti ed i presupposti propri che perimetrano l’esercizio del relativo potere, mediante esplicitazione delle sottese ragioni di interesse pubblico e tenendo conto degli interessi del destinatario.

29/11/2013 1034 Brescia T.A.R. per la Lombardia

Fra i contributi per spese di urbanizzazione e i contributi dovuti per monetizzazione di aree standard vi è una “diversità ontologica. Infatti, i contributi della prima specie sono dovuti per realizzare dette opere “senza che insorga un vincolo di scopo in relazione alla zona in cui è inserita l’area interessata all’imminente trasformazione edilizia”, e quindi, per così dire, a titolo di contributo per i costi generali del Comune; i contributi della seconda specie per contro riguardano “aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria all’interno della specifica zona di intervento”, ovvero i costi specifici inerenti all’intervento stesso. In tale…

20/11/2013 Roma Consiglio di Stato

Il legislatore, mediante le modifiche di recente apportate al T.U. dell’edilizia dal decreto legge 21/6/2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9/8/2013, n. 98 (cd decreto del fare), ha modificata la lettera d) del comma 1 dell’art. 3 del T.U. dell’edilizia, considerando (ora) fra gli interventi di ristrutturazione edilizia anche gli interventi «consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria di quella preesistente», senza fare più riferimento al rispetto della sagoma precedente. Resta, però, fermo che deve sempre considerarsi nuova costruzione «la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sagoma…

24/10/2013 5158 Roma Consiglio di Stato

Il criterio dell’indifferenza dell’epoca di commissione dell’abuso non può essere applicato con meccanicismo indiscriminato ed illimitato e, in particolare, che quando la costruzione in rilievo sia munita di un titolo edificatorio (venendo in questione delle semplici difformità dal medesimo) e siano passati svariati decenni dalla commissione della presunta violazione, la sottoposizione dei privati cittadini a procedimento sanzionatorio scuote per ciò stesso il valore della certezza delle situazioni giuridiche.In tali casi estremi non si può non ritenere, dunque, che l’onere della motivazione dell’iniziativa sanzionatoria si impone quale contrappeso proprio alla mancanza di termini di prescrizione-decadenza per l’esercizio del potere repressivo. L’esistenza,…

17/10/2013 23591 Roma Corte di Cassazione

La (pur non perfetta) formulazione dell’art. 40, comma 2, l. 47/1985 consente di affermare che dalla stessa è desumibile il principio generale della nullità (di carattere sostanziale) degli atti di trasferimento di immobili non in regola con la normativa urbanistica, cui si aggiunge una nullità (di carattere formale) per gli atti di trasferimento di immobili in regola con la normativa urbanistica o per i quali è in corso la regolarizzazione, ove tali circostanze non risultino dagli atti stessi.

20/06/2013 3354 Roma Consiglio di Stato

Ai fini di valutare la compatibilità paesaggistica di un intervento edilizio, l’Amministrazione è tenuta a effettuare un giudizio circa la tipologia dei materiali utilizzati. E’ illegittima l’autorizzazione paesaggistica rilasciata sulla base di valutazioni attinenti esclusivamente alle dimensioni dell’opera, ovvero alla sua collocazione a ridosso di un muro di contenimento preesistente, posto che dette valutazioni non sono idonee ad illustrare compiutamente le modalità del’inserimento dell’opera  nel paesaggio circostante ed il rapporto in cui si pone con il relativo contesto ambientale, non potendo escludersi che anche un manufatto così connotato, alla luce delle specifiche e particolarmente rilevanti proprietà paesaggistiche del sito, possa comportarne…

19/06/2013 1439 Lecce T.A.R. per la Puglia

In presenza di un intervento edilizio realizzato sulla base di atti abilitativi annullati, si rende applicabile l’art. 38, d.P.R. 380 del 2001, che prevede tre alternative possibili, e cioè la rimozione dell’opera divenuta abusiva, la sanabilità della stessa mediante la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o l’applicazione di una sanzione pecuniaria quando non sia tecnicamente possibile la rimozione”; conseguentemente tali provvedimenti non devono avere ad oggetto necessariamente la demolizione delle opere realizzate. L’art. 38 si applica in caso di abusi formali, non contrastanti con la disciplina urbanistica in base al principio della c.d. “doppia conformità”. Non deve essere comunicato…

03/06/2013 3034 Roma Consiglio di Stato

Ai fini del condono edilizio l’opera abusiva può dirsi realizzata se l’immobile è giunto al rustico, in tutte le sue strutture essenziali, fra le quali devono essere comprese le tamponature che sono necessarie per stabilire la relativa volumetria e la sagoma esterna. Per quanto riguarda le opere interne o quelle non destinate ad uso non residenziale, la loro ultimazione è da ricollegarsi al loro completamento funzionale, inteso nel senso della sussistenza delle opere indispensabili a rendere effettivamente possibile l’uso per il quale sono state realizzate. Il rilascio del certificato di abitabilità di un fabbricato conseguente al condono edilizio (ai sensi dell’art….

29/05/2013 101 Roma Corte Costituzionale

In tema di rilascio di titoli abilitativi in sanatoria, il principio della c.d. “doppia conformità”, previsto dall’art. 36 del d.P.R. n. 380 del 2001, (secondo cui “il responsabile dell’abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”), non può essere derogato da disposizioni normative regionali. Le norme tecniche antisismiche in materia di costruzioni rientrano tra quelle alle quali deve essere conforme  l’intervento edilizio per beneficiare della sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001. Sono costituzionalmente illegittimi…

29/05/2013 103 Roma Corte Costituzionale

Salvi i limiti di cui all’art. 25 Cost., è consentito al legislatore emanare norme – anche di interpretazione autentica – aventi efficacia retroattiva, a patto che le medesime siano volte a tutelare diritti e beni di rilievo costituzionale e non siano irragionevoli, vale a dire non sacrifichino ingiustificatamente l’affidamento legittimamente sorto nei soggetti privati, non contrastino con il principio generale di ragionevolezza, non introducano disparità di trattamento prive di giustificazione e non pregiudichino la coerenza e la certezza dell’ordinamento giuridico ed il rispetto delle funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario. La norma che deriva dalla legge di interpretazione autentica non…

27/05/2013 5277 Roma T.A.R. per il Lazio

Il privato destinatario di un ordine di demolizione – per la costruzione di un’opera edilizia abusiva – che intenda chiedere l’irrogazione, nei propri confronti, della sanzione pecuniaria sostitutiva della demolizione, sostenendo che la demolizione stessa non possa avvenire senza pregiudizio della parte eseguita in conformità, ha l’onere di fornire all’Amministrazione procedente seria ed idonea dimostrazione del pregiudizio  sulla struttura e sull’utilizzazione del bene residuo. L’Amministrazione, infatti, non può essere gravata dell’onere di esecuzione di verifiche tecniche, anche complesse, in una fase anteriore all’emissione dell’ordine di demolizione, a rischio di compromettere gli effetti della ordinanza sospensiva dei lavori e, dunque, di…

27/05/2013 13091 Roma Corte di Cassazione

La convenzione urbanistica non ha natura di negozio giuridico di diritto privato e non è, pertanto, assimilabile ad un contratto. Essa, inserendosi nel procedimento amministrativo col quale si esercita il potere pubblicistico di assetto territoriale da parte del Comune, resta nel versante pubblico della cura dell’interesse urbanistico, finendo con il costituire, al tempo stesso, presupposto per l’emissione del successivo provvedimento comunale di concessione e parte del contenuto di tale provvedimento, per quanto riguarda gli obblighi assunti dai privati. Di conseguenza, la convenzione stipulata tra un Comune ed un privato costruttore con la quale questi, al fine di conseguire il rilascio…

26/03/2013 1712 Roma Consiglio di Stato

A partire dalla riforma dal 1939 la funzione primaria del Catasto è proprio quella di consentire di individuare la destinazione (anche — ma non solo — ai fini fiscali della fissazione della rendita degli immobili) e le singole categorie catastali vengono attribuite ad ogni fabbricato proprio in base alla destinazione urbanistica del permesso edilizio. le categorie catastali rilevano ai fini dell’individuazione delle destinazioni delle unità immobiliari ivi censite per cui, in difetto di indicazione nei titoli abilitativi, la precisa ed inequivocabile destinazione catastale costituisce un elemento che non può essere pretermesso o ignorato né dalla P.A. e neppure dai relativi proprietari….

19/03/2013 1605 Roma Consiglio di Stato

L’annullamento d’ufficio è il risultato di un’attività discrezionale dell’Amministrazione e non deriva in via automatica dall’accertata originaria illegittimità dell’atto essendo altresì necessaria una congrua motivazione in ordine alla sussistenza dell’interesse pubblico alla reintegrazione del preesistente stato di legalità. L’interesse alla reintegrazione dell’ordine pubblico deve essere specificato e dimensionato in relazione alle esigenze concrete ed attuali, avuto riguardo anche gli interessi privati che militano in senso opposto, senza peraltro ricorrere in sede di motivazione a clausole di stile (ex multis, Cons. Stato VI 17/2/2006 n. 671). L’onere di motivazione non è adeguatamente assolto dall’utilizzo di una clausola di stile apposta a…

08/03/2013 584 Salerno T.A.R. per la Campania

In caso di realizzazione dell’opera pubblica, in assenza di tempestivo provvedimento di esproprio, laddove parte ricorrente chieda, oltre al pagamento dell’indennità di occupazione illegittima, anche il risarcimento del danno ex art. 2043 c.c., e non anche la restituzione in forma specifica del bene, in nessun caso, neppure a fronte della sopravvenuta irreversibile trasformazione del suolo per effetto della realizzazione dell’opera pubblica e nonostante l’espressa domanda in tal senso di parte ricorrente, è possibile giungere ad una condanna puramente risarcitoria a carico dell’amministrazione, poiché una tale pronuncia postula l’avvenuto trasferimento della proprietà del bene per fatto illecito dalla sfera giuridica del…

23/01/2013 6 Roma Corte Costituzionale

La regolazione delle distanze tra i fabbricati deve essere inquadrata nella materia «ordinamento civile», di competenza legislativa esclusiva dello Stato (v. sentenze sentenze n. 114 del 2012, n. 173 del 2011, n. 232 del 2005). Infatti, tale disciplina attiene in via primaria e diretta ai rapporti tra proprietari di fondi finitimi e ha la sua collocazione innanzitutto nel codice civile. La regolazione delle distanze è poi precisata in ulteriori interventi normativi, tra cui rileva, in particolare, il citato d.m. n. 1444 del 1968. Alle Regioni è consentito fissare limiti in deroga alle distanze minime stabilite nelle normative statali, solo a…

28/11/2012 6033 Roma Consiglio di Stato

L’art. 2 del D.M. 10/5/1977 , n. 312400 deve essere inteso secondo un criterio “categoriale” e fondato su “tipologie”; le autorimesse sono ivi espressamente contemplate, ragion per cui la indicazione deve essere estesa anche ai corselli di manovra di accesso ai garage. Né osta a tale assoggettamento l’art.18 delle NTA del PRG del Comune di Vignola (MO), che esclude le “corsie di distribuzione delle autorimesse” dal computo della superficie accessoria in quanto tale esclusione avviene unicamente ai ben diversi fini del calcolo dell’indice U.F. Il Comune deve analiticamente chiarire la quantificazione operata “in rettifica” del contributo di costruzione; trattandosi, infatti,…

23/11/2012 748 Ancona T.A.R. per le Marche

Anche laddove la destinazione d’uso ad uffici sia incompatibile con lo strumento urbanistico, non è necessaria la rimozione degli arredi e degli impianti, visto che non è vietato da alcuna norma arredare in maniera “lussuosa” garage e locali accessori. Il cambio di destinazione d’uso, perfino se “funzionale” (ossia senza opere), necessita di titolo abilitativo allorquando produce incremento del carico urbanistico (ex plurimis, Cons. Stato, V, n. 3586/2006; TAR Piemonte, I, n. 1110/2012). 

21/11/2012 1225 Torino T.A.R. per il Piemonte

Per effetto della convenzione urbanistica, sorgono obbligazioni a carico del soggetto privato, cui corrispondono altrettanti posizioni della pubblica amministrazione qualificabili come diritti di credito. In caso di inadempimento della parte lottizzante o del suo avente causa, l’amministrazione può contare su tutti i rimedi offerti dall’ordinamento ad un privato creditore per poter realizzare coattivamente il proprio interesse (cfr. T.A.R. Brescia, 13 agosto 2003, n. 1157; T.A.R. Toscana sez. I 16 settembre 2009, n. 1446; Cons. St., sez. IV, 23 Agosto 2010 n. 5904). Questi rimedi, appartenendo all’area della cosiddetta tutela specifica o satisfattoria diretta ad assicurare al creditore il raggiungimento del preciso…

11/10/2012 4071 Napoli T.A.R. per la Campania

Nei casi di demolizione e ricostruzione, la sussumibilità dell’intervento nella categoria della ristrutturazione, ovvero della nuova costruzione dipende dalla circostanza se la ricostruzione sia avvenuta con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente oltrechè dalla circostanza del fattore temporale. Infatti, la giurisprudenza ha evidenziato l’importanza del fattore temporale nel senso che il concetto di ristrutturazione edilizia comprende anche la demolizione seguita dalla fedele ricostruzione del manufatto, purché tale ricostruzione e venga effettuata in un tempo ragionevolmente prossimo a quello della demolizione (T.A.R. Campania Salerno, sez. II, 21 ottobre 2010, n. 11911). La “ratio” della ragionevole prossimità del tempo della…

23/08/2012 1454 Brescia T.A.R. per la Lombardia

La legge 122/1989 ha introdotto per quanto riguarda i parcheggi pertinenziali tre importanti innovazioni: (1) l’art. 2 comma 2 ha incrementato la misura minima obbligatoria di parcheggi pertinenziali nei nuovi edifici (il rapporto di 1mq/20mc stabilito inizialmente dall’art. 41-sexies comma 1 della legge 17 agosto 1942 n. 1150 nel testo aggiunto dall’art. 18 della legge 6 agosto 1967 n. 765 è stato portato a 1mq/10mc); (2) l’art. 9 comma 1 ha stabilito il principio secondo cui i parcheggi pertinenziali possono essere realizzati anche in deroga agli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi vigenti; (3) l’art. 11 comma 1 ha esteso…

16/07/2012 188 Roma Corte Costituzionale

La natura generale della previsione normativa recata dal c. 3 dell’art. 19 l. 241/1990 (come sostituito dal’art. 49, c. 4-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010) si adatta compiutamente alla materia dell’edilizia, alla quale non vi è ragione per ritenere che non si riferisca. L’introduzione, da parte dell’art. 49, comma 4-bis, del decreto-legge n. 78/2010, di un ulteriore potere di intervento pubblico, configurato dal c. 4 dell’art. 19 l. 241/1990, riflette la scelta del legislatore non già di depotenziare irragionevolmente la potestà amministrativa rispetto alla SCIA, ma quella, opposta, di assicurare una protezione ulteriore a taluni preminenti beni giuridici, per…

25/06/2012 877 Genova T.A.R. per la Liguria

Anche gli interventi non soggetti a titolo abilitativo (e – tra questi – quelli di manutenzione ordinaria disciplinati dall’art. 6 L.R. n. 16/2008) postulano comunque il rispetto della normativa urbanistico edilizia comunale (art. 21 comma 1 L.R. n. 16/2008). La sanzione pecuniaria concerne infatti soltanto gli interventi che, ancorché effettuati abusivamente, sono nondimeno conformi alla normativa urbanistico-edilizia vigente (art. 23 comma 1 L.R. n. 16/2008) e pertanto suscettibili di sanatoria (art. 43 comma 4 L.R. n. 16/2008), mentre, qualora l’intervento ecceda il campo di applicazione della D.I.A. obbligatoria – in quanto, come nel caso di specie, non conforme con le…

30/05/2012 415 Roma T.A.R. per il Lazio

A norma dell’art. 16 lett. m), del r.d. 11/2/1929 n. 274, e come si desume anche dalle leggi 5/11/1971 n. 1086 e 2/2/1974 n. 64, che hanno rispettivamente disciplinato le opere in conglomerato cementizio e le costruzioni in zone sismiche, nonché dalla legge 2/3/1949 n. 144 (recante la tariffa professionale), esula dalla competenza dei geometri la progettazione di costruzioni civili con strutture in cemento armato, trattandosi di attività che, qualunque ne sia l’importanza, è riservata solo agli ingegneri ed architetti iscritti nei relativi albi professionali (CdS, sez. IV, 22/5/2006, n. 3006). Né questo principio è reso inapplicabile dalla circostanza che la…

04/05/2012 2592 Roma Consiglio di Stato

Non è configurabile un affidamento alla conservazione di una situazione di fatto abusiva, in forza di una legittimazione fondata sul tempo (v. da ultimo, Consiglio Stato, sez. IV, 31/08/2010, n. 3955; sez. V, 27/04/2011, n. 2497; sez. VI, 11/05/2011, n. 2781; sez. I, 30/06/2011, n. 4160) e, anche a prescindere da tale impostazione, l’amministrazione, in ipotesi di segnalazioni sottoscritte, circostanziate e documentate, ha comunque l’obbligo di attivare un procedimento di controllo e verifica dell’abuso, della cui conclusione deve restare traccia, sia essa nel senso dell’esercizio dei poteri sanzionatori, che in quella della motivata archiviazione, e ciò in forza dei principi…

27/04/2012 612 Genova T.A.R. per la Liguria

Sui parcheggi funzionali di cui all’art. 5 l.r. Liguria n. 25/1995 (pur se di proprietà privata) che siano qualificati dal titolo (nel caso di specie: convenzione accessiva allo strumento urbanistico attuativo) come opere di urbanizzazione primaria, gli utenti hanno un diritto (d’uso o di servitù di fonte pubblicistica) alla piena ed illimitata utilizzazione di tali beni (che possono qualificarsi come “beni pubblici a fruizione collettiva”, v. da ultimo, per una nuova tassonomia dei beni pubblici, Cass. sez. un. 14/2/2011 n. 3665), diritto che non può essere limitato all’orario di esercizio dell’attività dell’insediamento produttivo.

06/04/2012 2045 Roma Consiglio di Stato

Il piano di lottizzazione ha una durata decennale per cui, decorso il relativo termine, esso perde di efficacia e non può più costituire valido presupposto per il rilascio di qualsivoglia titolo abilitativo alla edificazione di manufatti (cfr. C.d.S., sez. VI^, n. 200 del 20 gennaio 2003). Allorquando fa riferimento alla salvaguardia degli allineamenti e delle prescrizioni di zona, la giurisprudenza si riferisce all’ipotesi di tutela di posizioni incise dall’eventuale formale rideliberazione del piano di lottizzazione o dall’entrata in vigore di una nuova norma urbanistica generale o esecutiva che contenga disposizioni di segno contrario per i profili anzidetti alla precedente norma pattizia…

23/02/2012 983 Roma Consiglio di Stato

Ai fini del rilascio del permesso di costruire, in caso di comproprietà o di altri diritti reali è necessario che l’istante dichiari puntualmente il titolo di proprietà ed i titoli civilisticamente idonei che legittimano la sua istanza relativamente a tutte le aree direttamente interessate dall’intervento, oppure che alleghi manifestazioni scritte del consenso degli aventi diritto. (Nel caso di specie, si trattava di interventi di modifica necessari per rendere carrabile una servitù di passaggio pedonale).

10/01/2012 186 Roma T.A.R. per il Lazio

In base agli art. 24 e 25, del D.P.R. 380/2001, il certificato di agibilità delle costruzioni costituisce un’attestazione da parte dei competenti uffici tecnici comunali in ordine alla sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico degli edifici e degli impianti tecnologici in essi installati. Alla stregua della normativa vigente, è altrettanto legittimo che una valutazione sulla sussistenza di dette condizioni, sia richiesta a fronte di modifiche strutturali che implicano anche un cambiamento dell’uso degli spazi e che dunque il Comune non perda, neppure per l’ipotesi di rilascio implicito del certificato ovvero per effetto di condono, il potere-dovere di…

30/12/2011 2105 Salerno T.A.R. per la Campania

30/12/2011 2105 Salerno T.A.R. per la Campania

Ai sensi dell’art. 24 d.P.R. n. 380/2001, eventuali difformità esecutive rispetto al progetto assentito non sono ex se idonee a precludere il rilascio del certificato di agibilità, laddove inerenti ad aspetti marginali del manufatto (in particolare se, come nel caso di specie, prive di incidenza sulla volumetria e sulla superficie dell’immobile interessato) e/o, comunque, riconducibili all’ambito dell’attività edilizia cd. libera.

29/11/2011 6296 Roma Consiglio di Stato

Il termine di decadenza di 120 giorni (decorrente dal giorno in cui il fatto si è verificato ovvero dalla conoscenza del provvedimento se il danno deriva direttamente da questo) previsto dall’art. 30 del c.p.a. non è applicabile ad una fattispecie risalente ad epoca anteriore alla sua entrata in vigore (16 settembre 2010)  Ne discende che la domanda di ristoro di un danno patrimoniale derivante dalla lesione dell’interesse pretensivo diretto ad ottenere una concessione edilizia è ammissibile se proposta entro il termine quinquennale di prescrizione ai sensi dell’art. 2947 cod. civ., pure in assenza della previa domanda di annullamento dell’atto lesivo. Non è…

04/11/2011 5135 Napoli T.A.R. per la Campania

La lombricoltura in sé non può qualificarsi come attività a carattere industriale, essendo legata ad un uso agricolo del suolo, e non al trattamento dei rifiuti in senso industriale.

06/10/2011 2417 Catania T.A.R. per la Sicilia

Si possono prospettare le seguenti categorie di ristrutturazione edilizia: 1) interventi edilizi che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso (necessitanti il permesso di costruire) 2) interventi edilizi consistenti nella realizzazione di un organismo edilizio identico al precedente, senza aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, né, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A,…

04/08/2011 1484 Lecce T.A.R. per la Puglia

Un impianto per la lavorazione di sanse vergini, il cui processo tecnologico consiste nella estrazione, mediante particolari strutture di essiccazione ad aria calda, del nocciolino di sansa da utilizzare come combustibile, non è una attività strettamente connessa alla trasformazione di prodotti agricoli, bensì è una vera e propria attività industriale di secondo livello, che utilizza residui derivanti dalla lavorazione dell’oliva provenienti da opifici operanti su una vasta area territoriale e in cui la precedente lavorazione ne ha spezzato la diretta derivazione dalla produzione agricola in quanto tale. Invero, in tanto un impianto può essere considerato strettamente connesso con la trasformazione di…

28/06/2011 951 Brescia T.A.R. per la Lombardia

E’ illegittimo lo strumento urbanistico generale che si fondi su di una stima illogica del futuro numero di abitanti, al servizio dei quali le previsioni di piano sono predisposte. (Nel caso di specie il Comune prevedeva un considerevole aumento della popolazione residente, superiore al 30%, in contrasto con l’evoluzione demografica degli ultimi quarant’anni, caratterizzata da una sostanziale stabilità).

22/06/2011 176 Trento Tar Trentino Alto Adige

La riscontrata presenza dell’impiantistica, dell’intonacatura e della tinteggiatura delle pareti, nonché della pavimentazione in legno, non rappresentano ex se indizi rivelatori del mutamento della destinazione d’uso, trattandosi di impianti e finiture che possono essere necessariamente funzionali all’utilizzo di quegli spazi per ripostiglio, guardaroba o locali accessori similari. Detti elementi, infatti, sono compatibili con la possibile e legittima destinazione della soffitta a ripostiglio, guardaroba e altro, tenuto anche conto che ad essa si accede direttamente dall’appartamento principale sottostante. Se il Comune vuole evitare che venga abusivamente mutata la destinazione d’uso dei sottotetti deve formulare norme urbanistiche ed edilizie chiare e tassative:…

07/06/2011 1419 Milano T.A.R. per la Lombardia

Il d.m. 2 aprile 1968 n. 1444 – emanato in virtù dell’art. 41 quinquies l. n. 1150 del 1942 introdotto a sua volta dall’art. 17 l. 6 agosto 1967 n. 765 (c.d. L. Ponte) – ripete dal rango di fonte primaria della norma delegante la forza di legge, suscettibile di integrare con efficacia precettiva il regime delle distanze dalle costruzioni di cui all’art. 872 c.c.: la regola della distanza di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti vincola anche i comuni in sede di formazione e di revisione degli strumenti urbanistici, con la conseguenza che ogni previsione…

26/05/2011 151 Trento Tar Trentino Alto Adige

La riscontrata presenza degli impianti di riscaldamento, elettrico e idraulico non rappresenta ex se un indizio rivelatore dell’avvenuto mutamento della destinazione d’uso, trattandosi di impianti che sono necessariamente funzionali all’utilizzo di servizi igienici, di guardaroba, di lavanderie e simili locali accessori (vd., per un caso analogo, la sentenza n. 57/2011 del TAR Trento).  (Nel caso di specie il regolamento edilizio comunale consentiva, nel sottotetto, quale locale non destinato ad abitazione permanente, servizi igienici, corridoi, disbrighi, ripostigli, guardaroba, come pertinenze dell’abitazione).

03/05/2011 2620 Roma Consiglio di Stato

Il rilascio del certificato di abitabilità di un fabbricato, conseguente al condono edilizio, ai sensi dell’art. 35, c. 20, l. 47/1985, può legittimamente avvenire in deroga solo a norme regolamentari e non anche quando siano carenti condizioni di salubrità richieste invece da fonti normative di livello primario, in quanto la disciplina del condono edilizio, per il suo carattere di eccezionalità e derogatorio, non è suscettibile di interpretazioni estensive e, soprattutto, tali da incidere sul fondamentale principio della tutela della salute, con evidenti riflessi sul piano della legittimità costituzionale (Cons. Stato, sez. V, 15 aprile 2004 n. 2140; 13 aprile 1999…

07/04/2011 526 Brescia T.A.R. per la Lombardia

L’installazione e l’utilizzo di un barbecue rientrano nell’ambito di applicazione della regolamentazione locale sanitaria e non già della normativa edilizia. Un gazebo sovrastante un’area di circa 40 mq., con ghiaietto e mattonelle, non configura un volume edilizio, essendo aperta su tutti i lati e, dunque, non è soggetta a concessione edilizia.

07/04/2011 704 Salerno T.A.R. per la Campania

Poichè le azioni promosse contro terzi a difesa dei diritti, anche di natura reale, e degli interessi legittimi dei condomini sulle parti comuni di un edificio sono dirette ad ottenere statuizioni relative alla titolarità e al contenuto delle medesime posizioni soggettive che interferiscono con autonome posizioni altrui, esse non rientrano tra gli atti meramente conservativi e la rappresentanza “ope legis” deve ritenersi esclusa (Corte di Cassazione, Sezioni unite civili – 28/11/1996 n. 10615). Tra gli “atti conservativi” non può essere ascritta l’azione giudiziaria intesa ad inibire a terzi l’edificazione su fondi alieni siccome ritenuti non edificabili per esaurimento della volumetria

10/03/2011 407 Bari T.A.R. per la Puglia

a ratio dell’art. 9, lettera f), l. 10/1977 (che dispone l’esenzione del contributo concessorio in determinati casi) è quella di agevolare l’esecuzione di opere destinate al soddisfacimento di interessi pubblici da cui la collettività possa trarre una utilità. La esecuzione di un opera pubblica inoltre, quando è compiuta da un ente istituzionalmente competente, garantisce il perseguimento di interessi di ordine generale e giustifica la concessione di un beneficio economico che, non contribuendo alla formazione di un utile di impresa, si riverbera a vantaggio di tutta la collettività che fruisce dell’opera una volta compiuta. Per la esenzione in questione devono sussistere…

10/02/2011 36 Trento Tar Trentino Alto Adige

Non è la semplice finitura con intonaco e tinteggiatura “a civile”, né la pavimentazione in legno e nemmeno la presenza degli impianti elettrico, idraulico e termico che integra cambio di destinazione d’uso, posto che detti elementi sono compatibili con la possibile e legittima destinazione della soffitta a ripostiglio o a guardaroba. Tuttavia, nei locali ricavati nel sottotetto, oltre ad una serie di interventi e di rifiniture civili, è stato inserito l’arredamento proprio dell’uso residenziale (ad esempio, in una stanza, una scrivania con computer, cassettiera e sedia per ricavarne uno studio: cfr. la documentazione fotografica allegata al verbale di sopralluogo). Il…

02/02/2011 752 Roma Consiglio di Stato

L’onere della prova dell’ultimazione dei lavori entro la data utile per ottenere il condono grava sul richiedente la sanatoria; ciò perché mentre l’amministrazione comunale non è normalmente in grado di accertare la situazione edilizia di tutto il proprio territorio alla data indicata dalla normativa sul condono, colui che richiede la sanatoria può fornire qualche documentazione da cui si desuma che l’abuso sia stato effettivamente realizzato entro la data predetta come ad es. fatture, ricevute, bolle di consegna, relative all’esecuzione dei lavori e/o all’acquisto dei materiali ecc. (cfr. Consiglio Stato, sez. IV, 27 novembre 2010, n. 8298; Consiglio Stato, sez. IV,…

14/01/2011 31 Torino T.A.R. per il Piemonte

I parcheggi non si possono considerare “interrati” ai sensi dell’art. 9, co. 1, l. n. 122/2009 (cosiddetta “legge Tognoli”) se l’“interramento” è artificialmente realizzato per effetto di riporto di terra al di sopra del piano naturale di campagna fino ad 1 metro. Un innalzamento di quasi un metro della quota naturale del terreno, tanto più ove finalizzato a realizzare un vano seminterrato, non può considerarsi lavoro o opera di sistemazione, poichè esso determina un’alterazione significativa dello stato dei luoghi. La quota del piano di campagna non può dipendenre dalle scelte progettuali, bensì dipende dallo stato di fatto del terreno; infatti, le…

05/01/2011 18 Roma Consiglio di Stato

E’ pacifico avviso della giurisprudenza che, in materia di impugnazione del permesso di costruire, sia sufficiente la c.d. “vicinitas”, quale elemento che distingue la posizione giuridica del ricorrente da quella della generalità dei consociati, di talché è corretto riconoscere a chi si trovi in tale situazione un interesse tutelato acché il provvedimento dell’Amministrazione sia procedimentalmente e sostanzialmente ossequioso delle norme vigenti in materia; per di più, nella specie, a tale interesse si aggiunge anche quello economico proprio delle aziende ricorrenti che agiscono nello stesso campo turistico ed economico della Boomerang, per cui la posizione legittimante delle prime può ritenersi ancor…

16/12/2010 27527 Napoli T.A.R. per la Campania

In sede di rilascio del titolo edilizio, l’amministrazione non è tenuta a svolgere complesse ricognizioni giuridico – documentali sul titolo di proprietà del richiedente, ovvero a risolvere controversie circa i diritti reali vantati da terzi sull’immobile, essendo sufficiente l’esibizione di un titolo che formalmente abiliti al rilascio dell’autorizzazione e facendo ovviamente salvi i diritti dei terzi (cfr. Consiglio di Stato, Sez. V, 7 settembre 2009 n. 5223; Sez. V, 2 ottobre 2002 n. 5165; T.A.R. Campania, Napoli, Sez. III, 30 luglio 2007 n. 7099 e Sez. II, 18 novembre 2008 n. 19795).

27/11/2010 8298 Roma Consiglio di Stato

In tema di ripartizione dell’onere della prova sulla data della realizzazione di un’opera edilizia, vale il principio generale per cui “onus probandi incubit ei qui dicit”, previsto dall’art. 2697 del codice civile, in base al quale “Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento”. Pertanto, con speciale riguardo alla realizzazione di opere in tempo utile per poter fruire del condono edilizio, si è affermato che è onere del privato fornire la prova sulla data di ultimazione dell’abuso, in quanto la pubblica amministrazione non può di solito materialmente accertare quale fosse la…

20/10/2010 7591 Roma Consiglio di Stato

L’art. 31, c. 9 l. 17-8-1942, n. 1150, come modificato dall’art. 10 l. 6-8-1967, n. 765, non ha introdotto un’azione popolare che consentirebbe a qualsiasi cittadino di impugnare il provvedimento che prevede la realizzazione di un’opera per far valere comunque l’osservanza delle prescrizioni che regolano l’edificazione, ma ha riconosciuto una posizione qualificata e differenziata solo in favore dei proprietari di immobili siti nella zona in cui la costruzione è permessa e a coloro che si trovano in una situazione di “stabile collegamento” con la stessa. La legittimazione deve essere per lo meno specificata nell’impugnativa, con riferimento alla situazione concreta e…

12/10/2010 4026 Brescia T.A.R. per la Lombardia

I Comuni non hanno alcuna potestà di imporre prestazioni patrimoniali diverse o ulteriori rispetto a quelle espressamente stabilite dal legislatore, essendo all’uopo necessaria una norma che, in relazione al disposto dell’art 23 Cost., attribuisca agli stessi tale potere. Una volta acclarato che non vi è alcuna legge che consente di richiedere al privato il concorso all’approntamento di infrastrutture, in relazione a un edificio che ha già assolto il contributo agli oneri di urbanizzazione in sede di rilascio del permesso di costruire, non vi è spazio per una diversa scelta di autonomia negoziale delle parti coinvolte nell’accordo amministrativo. E’ nullo, pertanto,…

01/10/2010 1626 Latina T.A.R. per il Lazio

Il deposito di una roulotte all’interno di un suolo privato deve qualificarsi quale costruzione urbanisticamente rilevante in presenza di indici in grado di supportare il carattere non precario della installazione (cfr. T.A.R. Campania Napoli, Sez. IV, 5 maggio 2003, n. 4435; T.A.R. Catanzaro n. 530 del 27 aprile 1999; T.A.R. Genova n. 202 del 3 maggio 1999). (Il caso deciso concerne l’uso di un’area per il parcheggio o la sosta di roulotte, unitamente ad un insieme di opere in grado di agevolare la stessa: rete ombreggiante incannucciata, due box punti luce e predisposizione per allestimento di strutture prefabbricate, costituite da…

16/09/2010 1200 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

Non si è in presenza di una “ristrutturazione” mediante demolizione e ricostruzione di un edificio laddove l’intervento edilizio concerna una parte dell’edificio che è stata demolita da molto tempo (nella specie, negli anni ’50), atteso che in tal caso, anche volendo aderire all’orientamento secondo cui tra le due fasi dell’operazione (demolizione e ricostruzione) può intercorrere un apprezzabile lasso di tempo, purché giustificato da motivi tecnici, l’immobile da ricostruire risulta demolito da molto tempo e non sussistono motivi tecnici in grado di giustificare tale ritardo. L’intervento edilizio in questione, quindi, è assimilabile ad una nuova edificazione e può essere eseguito solo…

10/09/2010 5655 Milano T.A.R. per la Lombardia

L’apposizione di una o più condizioni al rilascio di un titolo edilizio può ritenersi generalmente ammessa soltanto quando si vada ad incidere su aspetti legati alla realizzazione dell’intervento costruttivo, sia da un punto di vista tecnico che strutturale, e ciò trovi un fondamento diretto o indiretto in una norma di legge o regolamento. Diversamente, non è possibile apporre condizioni al titolo edilizio che siano estranee alla fase di realizzazione dell’intervento edilizio. Il Comune non può assentire una concessione edilizia subordinatamente all’impegno del privato a rinunciare all’indennizzo dovuto, nel caso di futura espropriazione dell’opera, “in quanto tale condizione non è volta…

23/08/2010 915 Reggio Calabria T.A.R. per la Calabria

La D.I.A. non ha natura provvedimentale implicita, trattandosi al contrario di un atto del privato, come tale non immediatamente impugnabile innanzi al T.A.R. L’azione a tutela del terzo che si ritenga leso dall’attività svolta sulla base della D.I.A. non è, quindi, l’azione di annullamento, ma l’azione di accertamento dell’inesistenza dei presupposti della D.I.A. Tale azione (che sebbene non espressamente prevista trova il suo fondamento nel principio dell’effettività della tutela giurisdizionale sancito dall’art. 24 della Costituzione) va proposta innanzi al giudice amministrativo, in sede di giurisdizione esclusiva ex art. 34 del D.Lg.vo n. 80/1998, nei confronti del soggetto pubblico che ha il…

21/07/2010 4801 Roma Consiglio di Stato

Occorre un permesso di costruire per la realizzazione di un parcheggio interrato con vincolo di pertinenzialità da perfezionare in un momento successivo alla costruzione, trovando applicazione l’art. 3, c. 1, lett. e) del D.P.R. 380/2001, ai sensi del quale costituiscono interventi di nuova costruzione, tra gli altri, (e.1) la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sagoma esistente, fermo restando, per gli interventi pertinenziali, quanto previsto alla lettera e.6), (e.2) gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal comune (e.3) la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche…

13/07/2010 4545 Roma Consiglio di Stato

In base al principio di tipicità e nominatività degli strumenti urbanistici, che discende dal più generale principio di legalità e di tipicità degli atti amministrativi, l’Amministrazione non può dotarsi di piani urbanistici i quali, per “nome, causa e contenuto”, si discostino dal numerus clausus previsto dalla legge (cfr. ex plurimis Cons. Stato, sez. II, 10/12/2003, parere n. 454; Cons. Stato, sez. IV, 7/11/2001, n. 5721), con la precisazione che, specie dopo la modifica costituzionale del Titolo V, con l’attribuzione alla competenza concorrente della materia del “governo del territorio”, il modello legale rispetto al quale verificare il rispetto del richiamato principio…

28/06/2010 9772 Salerno T.A.R. per la Campania

Prima del rilascio di un titolo edilizio, l’Autorità comunale deve sempre accertare se la progettazione sia stata affidata ad un professionista competente in relazione alla natura ed importanza della costruzione, in quanto le norme che regolano l’esercizio ed i limiti di applicazione delle professioni di geometra, architetto ed ingegnere sono dettate per assicurare che la compilazione dei progetti e la direzione dei lavori siano assegnati a chi abbia la preparazione adeguata all’importanza delle opere, a salvaguardia sia dell’economia pubblica e privata, sia dell’incolumità delle persone (cfr. Cons. Stato, Sez. II, 13 dicembre 2006 n. 3441). E’ dunque illegittimo il titolo…

10/06/2010 3699 Roma Consiglio di Stato

A mente dell’art. 9, t.u. ed. costituisce regola generale ed imperativa, in materia di governo del territorio, il rispetto delle previsioni del p.r.g. che impongano, per una determinata zona, la pianificazione di dettaglio: tali prescrizioni – di solito contenute nelle n.t.a. – sono vincolanti e idonee ad inibire l’intervento diretto costruttivo (cfr. Cons. St., sez. IV, 30 dicembre 2008, n. 6625). Corollari immediati di tale principio fondamentale sono: a) che quando lo strumento urbanistico generale prevede che la sua attuazione debba aver luogo mediante un piano di livello inferiore, il rilascio del titolo edilizio può essere legittimamente disposto solo dopo…

21/05/2010 3217 Roma Consiglio di Stato

Un’ipotesi di lottizzazione, presentata da soggetti privati, può essere presa in considerazione e valutata favorevolmente dall’Amministrazione comunale soltanto nel caso in cui la stessa sia idonea a soddisfare interessi pubblici di natura urbanistica, per cui, mentre in presenza dell’accordo di tutte le parti private ricomprese in un comparto omogeneo lo stesso è sicuramente valutabile positivamente dall’Amministrazione in quanto capace di poter compiutamente determinare un assetto complessivo di una certa area, allorquando questa volontà privata viene meno in parte, sicuramente l’Amministrazione è titolare del potere di valutare se tale ridotta composizione possa in qualche modo soddisfare gli interessi pubblici di natura…

14/05/2010 2966 Roma Consiglio di Stato

Al proprietario del fondo vicino a quello su cui siano state realizzate nuove opere spetta il diritto di accesso a tutti gli atti abilitativi edilizi quando faccia valere l’interesse ad accertare il rispetto delle previsioni urbanistiche (Cons. St. Sez. IV, sent. 21.11.2006, n. 6790).

06/05/2010 2644 Roma Consiglio di Stato

L’art. 32 della legge n. 47 del 28/2/1985 consente la condonabilità dell’abuso soltanto laddove esso sia stato realizzato in data anteriore a quella di apposizione del vincolo previsto dal D.M. 1° aprile 1968, n. 1404. Il vincolo di rispetto stradale ha carattere assoluto, in quanto perseguente una serie concorrente di interessi pubblici fondamentali ed inderogabili (posti in evidenza dalla fondamentale sentenza della Corte Costituzionale n. 133/1971, che ha evidenziato anche come il vincolo rilevi pur quando sopraggiunga alla realizzazione del manufatto, in ragione della riconducibilità del relativo regime giuridico alla categoria identificata dalla normativa primaria). Ne consegue che alcuna valutazione specifica…

15/04/2010 2139 Roma Consiglio di Stato

La d.i.a. non ha natura provvedimentale, trattandosi al contrario di un atto del privato, come tale non immediatamente impugnabile innanzi al T.a.r.  L’azione a tutela del terzo che si ritenga leso dall’attività svolta sulla base della d.i.a. non è, quindi, l’azione di annullamento, ma l’azione di accertamento dell’inesistenza dei presupposti della d.i.a. Tale azione (che sebbene non espressamente prevista trova il suo fondamento nel principio dell’effettività della tutela giurisdizionale sancito dall’art. 24 Cost.) va proposta nei confronti del soggetto pubblico che ha il compito di vigilare sulla d.i.a. (verso il quale si produrranno poi gli effetti conformativi derivanti dall’eventuale sentenza…

24/03/2010 728 Milano T.A.R. per la Lombardia

Allorché il privato rinunci al permesso di costruire o anche quando sia intervenuta la decadenza del titolo edilizio – per scadenza dei termini iniziali o finali o per il sopravvenire di previsioni urbanistiche introdotte o dallo strumento urbanistico o da norme legislative o regolamentari, contrastanti con le opere autorizzate e non ancora realizzate – sorge in capo alla p.a. l’obbligo di restituzione delle somme corrisposte a titolo di contributo per oneri di urbanizzazione e costo di costruzione e, conseguentemente, il diritto del privato a pretenderne la restituzione (cfr. T.A.R. Abruzzo, Pescara, 15-12-2006, n. 890; CdS, sez. V, 22-2-1988, n. 105)….

09/03/2010 1369 Roma Consiglio di Stato

Il cambio di destinazione d’uso (da albergo a residenza civile) determina una diversa utilizzazione dell’immobile e deve essere conforme alle disposizioni del piano regolatore per gli immobili ad uso residenziale, altrimenti si determinerebbe l’assurdo che un immobile che non ha le caratteristiche per essere utilizzato all’uso residenziale otterrebbe la possibilità di esserlo. Da ciò la conseguenza che è corretta la posizione comunale per cui il cambio di destinazione d’uso di un immobile ad uso alberghiero può senz’altro ottenere il cambio di destinazione d’uso a residenza privata (con la mera comunicazione al Sindaco) ma deve rispettare tutti i parametri previsti dal…

22/02/2010 869 Brescia T.A.R. per la Lombardia

Il conetto di standard urbanistico non deve essere definito formalisticamente ma si estende a qualunque servizio di interesse pubblico e generale, sia esso gestito dall’amministrazione o dai privati. Gli standard urbanistici si distinguono dalle opere di urbanizzazione primaria in quanto rispetto all’infrastrutturazione di base sono qualcosa di aggiuntivo, che può essere considerato necessario solo in una visione urbanistica di qualità. Per alcuni standard urbanistici sono fissate dalla legge regionale le misure minime, tuttavia ogni comune è autonomo nella scelta della misura complessiva. Nel dimensionamento degli standard urbanistici si devono considerare anche eventuali flussi di utenza aggiuntivi rispetto a quelli della…

16/02/2010 888 Roma Consiglio di Stato

Si definiscono attività connesse all’agricoltura (art. 2135 c.c., nel testo introdotto dal D.Lgs. 18-5-2001 n. 228) le attività esercitate dal medesimo imprenditore agricolo dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione e di ospitalità, come definite dalla legge. La parte del nuovo…

04/02/2010 1524 Roma T.A.R. per il Lazio

Esiste, nell’ordinamento urbanistico non meno che in tutto il diritto pubblico, in applicazione del più generale principio di legalità (che vuole che in uno Stato di diritto non possa una P.A. avvalersi di poteri che la legge non le ha previamente conferito), un inderogabile principio di nominatività e tipicità degli strumenti urbanistici: esso è tale per cui una Pubblica Amministrazione non può adottare, od approvare, una figura di piano di organizzazione del territorio che non corrisponda (per presupposti, competenze, oggetto, funzione ed effetti) ad uno schema già predeterminato, in via generale ed astratta, da una norma primaria dell’ordinamento. La gestione…

27/01/2010 424 (ordinanza) Roma Consiglio di Stato

In tema di distanze legali tra edifici, mentre non sono computabili le sporgenze estreme del fabbricato che abbiano una funzione meramente ornamentale, di rifinitura o accessoria di limitata entità, come le mensole, i cornicioni, le grondaie e simili, rientrano nel concetto civilistico di costruzione le parti dell’edificio, quali scale, terrazze e corpi avanzati che, seppur non corrispondano a volumi abitativi coperti, siano destinati a estendere e ampliare la consistenza del fabbricato (Cass. Civ., 10 settembre 2009, n. 19554).

13/01/2010 72 Roma Consiglio di Stato

I terzi, che ritengano di essere pregiudicati dall’effettuazione di una attività edilizia assentita in modo implicito, possono agire innanzi al Giudice amministrativo per chiedere l’annullamento del titolo abilitativo formatosi per il decorso del termine fissato dalla legge entro cui l’Amministrazione può impedire gli effetti della DIA (nello stesso senso cfr. Sez. VI n. 1550 del 5 aprile 2007 e Sez. V n. 172 del 20 gennaio 2003 mentre a diverse conclusioni è giunta la stessa Sez. VI con decisione n. 717/2009). Appaiono decisive, in particolare, la previsione espressa nella nuova formulazione dell’articolo 19, terzo comma, della legge n. 241/1990 del potere…

24/12/2009 8757 Roma Consiglio di Stato

Un accordo transattivo, al pari di una convenzione di lottizzazione, a causa dei profili di stampo pubblicistico che si accompagnano allo strumento dichiaratamente contrattuale, rappresenta un istituto di complessa ricostruzione, e tuttavia la giurisprudenza è concorde nel ritenere che esso rappresenti l’incontro di volontà delle parti contraenti nell’esercizio dell’autonomia negoziale retta dal codice civile: tale assunto conserva validità anche nelle ipotesi in cui alcuni contenuti dell’accordo vengano proposti dall’amministrazione in termini non modificabili dal privato. Quest’ultima circostanza, neanche esclude che la parte che abbia sottoscritto la convenzione, conoscendone il contenuto, abbia inteso aderirvi e ne resti vincolata, salvo il ricorso…

14/12/2009 1187 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

Il termine di prescrizione decennale per il pagamento di somme dovute a titolo di penale per la mancata esecuzione di opere di urbanizzazione previste in una convenzione edilizia non decorre dalla data della stipulazione della convenzione e nemmeno dal momento del rilascio del certificato di abitabilità, essendo invece collegato all’inadempimento di obblighi connessi alla convenzione e, quindi, al diverso presupposto della mancata realizzazione delle opere pattuite. Tale inadempimento si concretizza definitivamente solo al compimento del termine decennale di durata della convenzione e non già dal momento della assunzione dell’obbligo. Pertanto, solo dall’anzidetto momento dell’inadempimento decorre l’ordinario termine decennale di prescrizione.

02/12/2009 5268 Milano T.A.R. per la Lombardia

La ristrutturazione edilizia, per essere tale e non finire per coincidere con la nuova costruzione, deve conservare le caratteristiche fondamentali dell’edificio preesistente e la successiva ricostruzione dell’edificio deve riprodurre le precedenti linee fondamentali quanto a sagoma, superfici e volumi (fra le tante Cons. Stato, sez. IV, 18-3-2008, n. 1177). La previsione di cui all’art. 27 c. 1 l. d) della L.R. Lombardia 11-3-2005, n. 12 – che ricomprende tra gli interventi di ristrutturazione edilizia quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione parziale o totale nel rispetto della volumetria preesistente – deve interpretarsi nel senso di prescrivere anche il rispetto della sagoma…

26/11/2009 792 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Per la legittimazione ad adire il giudice amministrativo, lo stabile collegamento territoriale con la zona interessata dall’attività edilizia assentita deve essere tale che possa configurarsi, in concreto, la lesione attuale di uno specifico interesse di natura urbanistico-edilizia nella sfera dell’istante, quale diretta conseguenza della realizzazione dell’intervento contestato, il che postula che, per effetto della realizzazione della costruzione, la situazione, anche urbanistica, dei luoghi assuma caratteristiche tali da configurare una rilevante e pregiudizievole alterazione del preesistente assetto edilizio ed urbanistico (v. Cons. Stato, Sez. V, 28 giugno 2004 n. 4790); poiché nel caso di specie è stato posto a fondamento del…

26/11/2009 7432 Roma Consiglio di Stato

A norma dell’art. 12 del Testo Unico n. 380/2001, “il permesso di costruire è comunque subordinato alla esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o alla previsione da parte del Comune dell’attuazione delle stesse nel successivo triennio, ovvero all’impegno degli interessati di procedere all’attuazione delle medesime contemporaneamente alla realizzazione dell’intervento oggetto del permesso”. Speculare a tale prescrizione è l’obbligo di pagamento di un contributo commisurato all’incidenza degli oneri di urbanizzazione (art. 16 T.U. cit.); il 7° comma del precitato art. 16 contempla, inoltre, tra gli interventi assoggettati agli oneri di urbanizzazione primaria, la “rete idrica”. In disparte l’annotazione in ordine alla primaria…

09/11/2009 23679 Roma Corte di Cassazione

Rientra nella giurisdizione del giudice ordinario il giudizio che abbia per oggetto, non l’accertamento della legittimità o meno di uno o più atti o provvedimenti amministrativi, ma la responsabilità del Comune che, con l’illegittima attività urbanistica svolta abbia indotto una società ad acquistare aree, successivamente oggetto di confisca, facendo affidamento sulla loro edificabilità; in un caso siffatto, oggetto della domanda è una situazione giuridica avente consistenza di diritto soggettivo, autonoma rispetto ai comportamenti dichiarati illegittimi, in quanto radicata sull’art. 2043 c.c., che non rientra nell’ambito applicativo dell’art. 34, comma 1, del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 80, come sostituito dalla L….

29/10/2009 645 Pescara T.A.R. per l’Abruzzo

Una tettoia in legno delle dimensioni di m 7,5 x 4,70, posta a servizio del fabbricato sulla cui parete esterna si appoggia non può considerarsi né opera di “ristrutturazione edilizia” ai sensi della lett. d) dell’art. 3 del d.P.R. n.380/2001, né di “nuova costruzione” ai sensi dei punto e.1 ed e.6. dello stesso art. 3, atteso che nel provvedimento impugnato non si menzionano vincoli ambientali o paesaggistici o specifiche e contrarie disposizioni delle n.t.a. del p.r.g.. La tettoia non può, quindi, essere ricondotta nell’ambito degli interventi che l’art. 10, I comma, del d.P.R. n.380/2001 sottopone a preventivo permesso di costruire, ma, più…

15/10/2009 941 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

La mancanza della doppia conformità è richiesta dall’art. 36 D.P.R. 6-2-2001, n. 380 come presupposto essenziale per il corretto rilascio del permesso in sanatoria. (Nel caso di specie, è stato annullato l’impugnato provvedimento di sanatoria, sulla base del rilievo che solo l’esecuzione di ulteriori opere renderebbe l’esistente conforme alle prescrizioni urbanistiche vigenti).

06/10/2009 4764 Milano T.A.R. per la Lombardia

La circostanza che la costruzione, adibita a cantina, sia interrata non può portare ad affermarne l’irrilevanza sotto il profilo urbanistico: con l’art. 3, d.P.R. n. 380/2001, il legislatore ha, difatti, ricompreso i manufatti edilizi interrati tra le nuove costruzioni, facendo propria la soluzione già seguita dalla giurisprudenza secondo cui i lavori di costruzione edilizia subordinati a concessione non sono solo quelli per i quali il manufatto si eleva al di sopra del suolo ma anche quelli in tutto o in parte interrati perché trasformano durevolmente l’area impegnata (Cass. pen., sez. III, 25 marzo 1994; Cons. Stato, sez. V, 10 aprile…

17/09/2009 4665 Milano T.A.R. per la Lombardia

L’utilizzo della propria residenza per riunioni di adepti, a scopo religioso, culturale, associativo in genere, non è di per sé sufficiente a configurare un illecito edilizio suscettibile di essere sanzionato ai sensi dell’art. 31 del d.p.r. n. 380 del 2001 (t.u. edilizia); né lo è lo svolgimento saltuario di pratiche di culto in un luogo strutturato e destinato ad abitazione. La destinazione d’uso impressa a determinati locali dal titolo autorizzativo non riguarda, infatti, le attività umane che vi si svolgono, ossia i c.d. usi di fatto (cfr. Cons. Stato V 23.2.00 n. 949, 28.1.97 n. 77). Il mutamento di destinazione…

16/09/2009 1446 Firenze T.A.R. per la Toscana

Le convenzioni di lottizzazione costituiscono strumenti di attuazione del piano regolatore generale, rivestono carattere negoziale e, in particolare, di accordi sostitutivi del provvedimento (Cons. St., sez. IV, 15-9-2003, n. 5152) e, pertanto, le stesse restano soggette alla disciplina dettata dall’art. 11 l. 241-90 (Cons. St., sez, IV, 13 gennaio 2005, n. 222). Si tratta, quindi, di atti negoziali, che presuppongono la ricerca da parte della pubblica amministrazione del consenso del privato su un certo assetto di interessi ed attribuiscono allo stesso posizioni di diritto-obbligo. Ne consegue, quale immediato corollario, che la loro modifica necessita della manifestazione di volontà di tutti…

09/09/2009 5417 Roma Consiglio di Stato

In tema di condono per abusivo mutamento senza opere della destinazione dell’immobile da uso turistico alberghiero ad abitazione privata, la giurisprudenza del C.d.S. è ferma nel ritenere che il rilascio della concessione edilizia a sanatoria è ammessa solo quando – sulla base di elementi obiettivi – è possibile verificare in concreto l’uso diverso da quello assentito (cfr.Cons. Stato, sez. V, 21 maggio 1999, n.592). Nella specie, a parte ogni questione sulla astratta possibilità giuridica di un mutamento parziale di destinazione di una parte di edificio con destinazione turistico-albeghiera, è di per sé irrilevante il fatto che l’unità abitativa in questione…

28/08/2009 690 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

Ai sensi dell’art. 5 della l.r. Sicilia n. 17/1994, che ha interpretato in via autentica l’art. 23 della l.r. n. 37/1985, “il nulla osta dell’autorità preposta alla gestione del vincolo è richiesto, ai fini della concessione in sanatoria, anche quando il vincolo sia stato apposto successivamente all’ultimazione dell’opera abusiva”. Il nulla osta della Soprintendenza per opere abusive è, quindi, necessario anche nel caso in cui il vincolo sia stato apposto successivamente alla loro ultimazione.

03/08/2009 1155 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non costituisce falsa rappresentazione dell’area di fatto edificabile, tale da giustificare l’annullamento della concessione edilizia, l’inclusione nel lotto in proprietà e, quindi, nella superficie edificabile, anche della parte del lotto sul quale è stato realizzato un marciapiede, destinata a pubblico transito, laddove tale porzione, pur di fatto utilizzata per finalità di transito pubblico, non sia mai stata trasferita al demanio stradale comunale né tramite contratto (o negozio di accertamento ad effetti reali) fra le parti, né tramite sentenza del giudice, né tramite procedura espropriativa. Stante il contrasto fra situazione di fatto e situazione di diritto, l’elemento posto a base dell’impugnato…

22/07/2009 4137 Salerno T.A.R. per la Campania

L’accertata illegittimità dei provvedimenti adottati dall’amministrazione non integra di per sé gli estremi di una condotta colposa, cui ricollegare automaticamente l’obbligo risarcitorio, dovendo a tal fine prendersi in considerazione il comportamento complessivo degli organi che sono intervenuti nel procedimento, il quadro delle norme rilevanti ai fini dell’adozione della statuizione finale, la presenza di possibili incertezze interpretative in relazione al contenuto prescrittivo delle disposizioni medesime, onde apprezzare se l’organo procedente sia incorso in violazione delle comuni regole di buona amministrazione, di correttezza, di imparzialità e buon andamento (ex pluribus, C.d.S., sez. VI, 21 febbraio 2008; sez. IV, 10 agosto 2004, n….

08/07/2009 1450 Brescia T.A.R. per la Lombardia

La realizzazione di un edificio traslato, in maniera rilevante, rispetto al progetto approvato, integra, ai sensi dell’art. 8 lett. c) l. 28-2-1985 n. 47, un’ipotesi di variazione essenziale. Il mero decorso del tempo non è sufficiente a far insorgere un affidamento sulla legittimità dell’opera o comunque sul consolidamento dell’interesse del privato alla sua conservazione, né, per conseguenza, a imporre la necessità di una specifica motivazione in ordine all’esistenza di un interesse pubblico prevalente (cfr. T.A.R. Lombardia Milano, sez. II, 08 novembre 2007 , n. 6200). L’usucapione dei beni demaniali è possibile solo dopo la sdemanializzazione, che consiste nel procedimento di…

12/06/2009 3706 Roma Consiglio di Stato

Qualsiasi opera la cui sicurezza possa comunque interessare la pubblica incolumità in zona sismica, e non solo le nuove costruzioni, è soggetta alle specifiche norme tecniche previste dall’art. 3 l. 2-2-1974, n. 64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”. Il legislatore ha applicato un concetto trasversale, indifferente ed autonomo rispetto ad altre classificazioni valevoli nella disciplina edilizia, e tale da essere tendenzialmente omnicomprensivo di tutte le vicende in cui venga in questione la realizzazione di una costruzione. Le previsioni della normativa antisismica non sono soggette ad una considerazione di compatibilità con la disciplina urbanistica, ma…

03/06/2009 942 Firenze T.A.R. per la Toscana

L’art. 9 della legge n. 10 del 1977 (cosiddetta “Bucalossi”), a proposito della concessione gratuita, stabilisce che il contributo di cui al precedente art. 3 non è dovuto: “a) per le opere da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze del’imprenditore agricolo a titolo principale”. Stante, dunque, l’inequivocabile tenore letterale della norma testè riportata, il beneficio della gratuità è subordinato alla esistenza di due requisiti, uno di tipo soggettivo (il possesso della qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale) e l’altro di tipo oggettivo (costituito dal fatto che l’intervento edilizio…

27/05/2009 1626 Venezia T.A.R. per il Veneto

In tema di condono edilizio, il silenzio-assenso previsto dall’art. 35 l. 47/1985 non si forma per il solo fatto dell’inutile decorso del termine indicato da tale norma (24 mesi dalla presentazione dell’istanza) e del pagamento dell’oblazione, senza alcuna risposta del comune, ma occorre altresì la prova della ricorrenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi stabiliti dagli art. 31 ss. della stessa legge, cui è subordinata l’ammissibilità del condono (Cass. 14-12-2007, n. 26260): tra questi, ex art. 40, I comma, l. 47/85, che la domanda, per la rilevanza delle omissioni o delle inesattezze riscontrate, non sia dolosamente infedele (T.A.R. Sardegna, II, 26-6-2007, n….

13/05/2009 1139 Bari T.A.R. per la Puglia

Un atto di annullamento di un titolo abilitativo edilizio, va analizzato e giudicato con maggior rigore, poichè viene ad incidere non già sull’aspettativa (interesse pretensivo) del cittadino all’abitazione, bensì sul titolo acquisito all’interevento costruttivo disposto dall’atto provvedimentale della p.a. (concessione edilizia) che ha creato tra parte pubblica e privata un rapporto, rapporto che pur fondandosi su un provvedimento e non su un contratto ben può essere assimilato ad un rapporto contrattuale. La rottura di detto rapporto causata dall’adozione di un atto illegittimo (revoca, annullamento d’ufficio) genera in capo al soggetto pubblico una responsabilità di natura contrattuale o quanto meno da…

07/05/2009 2835 Roma Consiglio di Stato

La sanatoria edilizia può ben intervenire anche a seguito di conformità “sopraggiunta” dell’intervento in un primo tempo illegittimamente assentito, divenuto cioè permissibile al momento della proposizione della nuova istanza dell’interessato, posto che questa si profila come del tutto autonoma rispetto all’originaria istanza che aveva condotto al permesso annullato in sede giurisdizionale, in quanto basata su nuovi presupposti normativi in materia edilizia; è pertanto palesemente irragionevole negare una sanatoria di interventi che sarebbero legittimamente concedibili al momento della nuova istanza. Il principio normativo della “doppia conformità”, infatti, è riferibile all’ipotesi ragionevolmente avuta di mira dal legislatore, desumibile cioè dal senso obiettivo…

23/04/2009 3 Roma Consiglio di Stato – Adunanza Plenaria

La densità territoriale è riferita a ciascuna zona omogenea e definisce il complessivo carico di edificazione che può gravare sulla stessa, con la conseguenza che il relativo indice è rapportato sia all’intera superficie sottoposta alla medesima vocazione urbanistica sia alla concreta insistenza di costruzioni. Perché il computo rispecchi la realtà effettuale non rileva certo la sussistenza o meno del prescritto titolo autorizzatorio o abilitativo all’intervento edilizio, ma la reale situazione dei luoghi con il carico di edificazione in concreto accertato. Qualsiasi costruzione, anche se eretta senza il prescritto titolo, concorre al computo complessivo della densità territoriale (C.d.S., IV, 26 settembre…

09/04/2009 430 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La legge regionale dell’Emilia Romagna n. 31 del 2002, al punto g7 equipara agli interventi di nuove costruzioni la realizzazione di depositi di merci e materiali a cielo aperto, tuttavia a tali fini non è sufficiente il mero appoggio di bancali, senza che sussistano opere di trasformazione urbanistico edilizia dirette a realizzare, a cielo aperto, un deposito. Il deposito a cielo aperto che richiede un permesso di costruzione, infatti, è comunque un intervento edilizio di trasformazione del territorio con strutture, a cielo aperto, dirette a destinare inequivocabilmente un terreno a detta funzione di deposito. Nel caso concreto tutto ciò non è…

26/03/2009 1814 Roma Consiglio di Stato

Il divieto di costruzione ad una certa distanza dagli argini dei corsi d’acqua demaniali (c.d. fascia di servitù idraulica), contenuto nell’art. 96, lett. f), del r.d. 25-7-1904 n. 523, ha carattere assoluto ed inderogabile; pertanto, nell’ipotesi di costruzione abusiva realizzata in contrasto con tale divieto trova applicazione l’art. 33 l. 28-2-1985, n. 47 sul condono edilizio, il quale contempla i “vincoli di inedificabilità”, includendo in tale ambito appunto i casi in cui le norme vietino in modo assoluto di edificare in determinate aree. L’inclusione di un corso d’acqua negli elenchi delle acque pubbliche ne comporta la demanialità, intesa quale attitudine…

12/03/2009 247 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

In materia edilizia cioè che assume rilevanza esclusiva e l’oggettiva idoneità del complesso di opere edilizie abusive ad incidere sullo stato dei luoghi per modo che – come ha definitivamente chiarito la giurisprudenza in materia (v. per tutte CdS, sez. V, dec. 15.6.2000 n.3321, nonché da ultimo questa sezione, dec. 22.5.2008 n.1996 e 19.6.2008 n.2824 in ipotesi similari) – l’asserita “precarietà dell’abuso edificio” deve essere necessariamente esclusa ogni qualvolta esso sia preordinato a dare una utilità prolungata nel tempo, come avviene apertamente nel caso in esame.

05/03/2009 211 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Costituisce occupazione acquisitiva l’occupazione di un’area, a seguito di dichiarazione di pubblica utilità nell’ambito di una procedura espropriativa, che abbia subito un’irreversibile trasformazione in esecuzione dell’opera pubblica senza che sia intervenuto nei termini prescritti il decreto di esproprio. Si tratta di occupazione acquisitiva, le cui vertenze risarcitorie sono devolute alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo (Corte Cost., 191/2006, Cons. Stato, A.p. n.9/2007 e n.12/2007; Cass. SS.UU.n. 19501/2008). Ove si sia verificata l’irreversibile trasformazione del fondo, la ricorrente è abilitata a richiedere, nel termine di prescrizione quinquennale dalla data della trasformazione, il risarcimento del danno. Per l’accertamento dell’’elemento soggettivo della colpa,…

27/02/2009 54 Roma Corte Costituzionale

La definizione di “rustico” non può prescindere, secondo la costante giurisprudenza ordinaria ed amministrativa, dall’intervenuto completamento di tutte le strutture essenziali, tra le quali anche le “tamponature esterne”. E’ costituzionalmente illegittima la lettera a) del primo comma dell’art. 1 della legge n. 25 del 2007della legge della Regione Basilicata. Infatti questa modifica della legge n. 18 del 2004 muta sostanzialmente il concetto di «opere ultimate» già in origine previsto nell’art. 2, comma 1, lettera d), della citata legge regionale non richiedendo più – come in precedenza –, a tal fine, che l’opera sia edificata in tutte le sue componenti strutturali…

16/02/2009 154 Bologna Tribunale di Modena

Non sussiste un obbligo giuridico della P.A. di pronunciarsi sull’istanza del privato qualora l’istanza sia diretta ad ottenere dalla P.A. un provvedimento di autotutela, sia esso un annullamento d’ufficio o una revoca di un atto emanato, in quanto tali provvedimenti di secondo grado costituiscono l’esercizio di un potere discrezionale in presenza di un pubblico interesse alla rimozione di un atto illegittimo.

02/02/2009 108 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’obbligo di procedere alla rimozione dei rifiuti può gravare, in solido con il responsabile, anche a carico del proprietario e del titolare di diritti reali o personali di godimento solo se tale violazione sia anche a loro imputabile a titolo di dolo o colpa, non esistendo alcuna responsabilità automatica del proprietario (o usufruttuario) in quanto tale. (Nel caso concreto i rifiuti abbandonati sono stati rinvenuti a seguito di sopralluogo da parte del servizio Igene Pubblica dell’AUSL di Ferrara in data 11.1.2007 che ha segnalato l’esistenza di “alcune lastre in fibrocemento che in origine costituivano con probabilità le pareti di un…

26/01/2009 83 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non ha natura di pertinenza urbanistica un manufatto consistente in una struttura fissa di ml. 16,90 (lunghezza) x 6,00 (larghezza) x ml. 2,70 (altezza) costituito da una struttura portante in pali di ferro fissati al terreno con bulloni, copertura in eternit, tamponamento con telone in p.v.c. , pavimenti in ceramica e dotato di impianto elettrico. Detta opera non ha natura di pertinenza urbanistica, essendo suscettibile di un autonomo utilizzo, ed ha un proprio impatto volumetrico. Quindi, incidendo in modo permanente e non precario sull’assetto edilizio del territorio (cfr. Cons. Stato, sez. V, sent. 15/6/2000, n. 3321 che richiede la concessione…

21/01/2009 68 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non vi è alcun obbligo di provvedere sulle istanze dei privati intese a provocare l’esercizio dei poteri di autotutela rispetto a provvedimenti inoppugnabili, perché altrimenti si eluderebbe, per questa via, la perentorietà del termine a ricorrere.

21/01/2009 62 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Qualora l’interessato abbia attivato il procedimento per ottenere la concessione di costruzione edilizia in sanatoria di abusi, il ricorso proposto contro un provvedimento demolitorio, emesso in precedenza, diviene improcedibile, essendo venuta meno l’efficacia dell’ordine repressivo impugnato, atteso che a seguito dell’istanza di condono esso deve essere sostituito o dalla concessione in sanatoria (espressa o implicita) o da un nuovo provvedimento sanzionatorio, in base alla disciplina posta dalla menzionata legge 28 febbraio 1985, n. 47. E’ evidente, infatti, che al verificarsi della prima ipotesi (rilascio titolo autorizzatorio) verrebbe meno qualsiasi interesse alla coltivazione dell’impugnativa; mentre, al verificarsi dell’altra (diniego), l’interesse si…

21/01/2009 67 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non è sufficiente ad attribuire il carattere di precarietà ad un’opera edilizia, ai fini dell’esenzione dalla concessione edilizia, il carattere stagionale del suo uso: il carattere stagionale non implica precarietà dell’opera, ben potendo essere la stessa destinata a soddisfare un bisogno non provvisorio attraverso la perpetuità della funzione (cfr. Cass. Penale sez. III 19.2.2004 n.11880). Se le opere vengono eliminate dopo ogni stagione estiva per poi venire installate all’inizio della nuova, esse soddisfano esigenze costanti nel tempo, con un utilizzo destinato a ripetersi ogni anno, e non bisogni contingenti. L’apertura di una finestra e la trasformazione di un finestrino in…

21/01/2009 64 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ove il manufatto oggetto della domanda di “condono” edilizio insista a meno di 150 mt da un torrente (nel caso di specie, torrente Savena) esso si trova in area di inedificabilità assoluta “ex lege” 431/’85. Laddove il vincolo sia successivo alla costruzione abusiva, risalente al 1962, la sua sopravvenienza non esclude la sanatoria ai sensi dell’art. 33 l. 47/85, ma impone una verifica di compatibilità paesistica da parte dell’autorità preposta, analogamente a quanto prevede l’art. 32 per i vincoli relativi comunque esistenti al momento della valutazione della domanda di sanatoria, a prescindere dall’epoca di loro introduzione (es. Cons. Stato VI…

21/01/2009 64 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ove il manufatto oggetto della domanda di “condono” edilizio insista a meno di 150 mt da un torrente (nel caso di specie, torrente Savena) esso si trova in area di inedificabilità assoluta “ex lege” 431/’85. Laddove il vincolo sia successivo alla costruzione abusiva, risalente al 1962, la sua sopravvenienza non esclude la sanatoria ai sensi dell’art. 33 l. 47/85, ma impone una verifica di compatibilità paesistica da parte dell’autorità preposta, analogamente a quanto prevede l’art. 32 per i vincoli relativi comunque esistenti al momento della valutazione della domanda di sanatoria, a prescindere dall’epoca di loro introduzione (es. Cons. Stato VI…

20/01/2009 Strasburgo Corte europea dei diritti dell’uomo

La confiscation litigieuse s’analyse en une peine et, partant, l’article 7 de la Convention trouve à s’appliquer. L’article 7 § 1 consacre notamment le principe de la légalité des délits et des peines (nullum crimen, nulla poena sine lege). S’il interdit en particulier d’étendre le champ d’application des infractions existantes à des faits qui, antérieurement, ne constituaient pas des infractions, il commande en outre de ne pas appliquer la loi pénale de manière extensive au détriment de l’accusé, par exemple par analogie (voir, parmi d’autres, Coëme et autres c. Belgique, nos 32492/96, 32547/96, 32548/96, 33209/96 et 33210/96, § 145, CEDH…

14/01/2009 7 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

In tema di monetizzazione degli oneri di costruzione, regola fondamentale è che la scelta tecnico discrezionale dell’Amministrazione preceda e non segua il rilascio del permesso, occorrendo che siano ben noti al richiedente gli effetti e gli oneri derivanti dal provvedimento, senza che possano ammettersi ripensamenti successivi, che esporrebbero il privato a conseguenze idonee ad incidere pesantemente sulla sua sfera economica, nella considerazione, fra l’altro, della esigenza del corretto rapporto privato/Autorità, ogni qual volta la tempestiva conoscenza degli oneri discrezionalmente imposti possa indirizzare in un senso piuttosto che in un altro le scelte dell’operatore economico. La possibilità di correggere il tiro…

07/01/2009 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art.50 DPR 753/80 prevede l’applicazione della distanza minima (salvo, ovviamente, deroga ex art.60 dello stesso DPR) a “tutti gli edifici e manufatti i cui progetti non siano stati approvati in via definitiva dai competenti organi”, cioè a tutte le situazioni edificatorie non definite in precedenza. La norma non distingue affatto, e non esonera, le situazioni edificatorie in cui il nuovo intervento (abusivo) sull’immobile preesistente e legittimo non ne modifica la distanza dalla rotaia, che, pur se originariamente assentita, si espone a rivalutazione alla luce di tutta la normativa attuale sopravvenuta. Del resto, non è irragionevole che l’ordinamento tolleri soltanto la…

30/12/2008 4753 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il Piano Territoriale del Parco Naturale Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa è un atto di pianificazione territoriale, da intendere quale strumento urbanistico di valenza ambientale, idoneo ad esplicare immediata efficacia precettiva anche nei confronti di singoli soggetti privati interessati all’edificazione, con prevalenza sulle competenze dei comuni in materia urbanistico-edilizia, data la priorità assegnata – anche a livello costituzionale – alla tutela dell’ambiente (cfr. in tal senso, per il principio, Cons. St., sez. VI, 10.8.1988, n. 976 e 15.3.2007, n. 1269; TAR Emilia Romagna, Parma, 23.5.2007, n. 310). La trasformazione di due manufatti agricoli in villa ad uso residenziale, con…

16/12/2008 6214 Roma Consiglio di Stato

Il Piano Territoriale del Parco Naturale Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa è un atto di pianificazione territoriale, da intendere quale strumento urbanistico di valenza ambientale, idoneo ad esplicare immediata efficacia precettiva anche nei confronti di singoli soggetti privati interessati all’edificazione, con prevalenza sulle competenze dei comuni in materia urbanistico-edilizia, data la priorità assegnata – anche a livello costituzionale – alla tutela dell’ambiente (cfr. in tal senso, per il principio, Cons. St., sez. VI, 10.8.1988, n. 976 e 15.3.2007, n. 1269; TAR Emilia Romagna, Parma, 23.5.2007, n. 310). La trasformazione di due manufatti agricoli in villa ad uso residenziale, con…

02/12/2008 20791 Napoli T.A.R. per la Campania

La realizzazione di una “struttura in ferro stilizzata, a falda ondulata e leggermente inclinata, parzialmente coperta da pannelli trasparenti in policarbonato, corredata da tre tende ritraibili, di mq. 36 per m. 3 di altezza, sul terrazzino di pertinenza di un immobile sito in Napoli, per la sua tipologia e per l’uso di materiali dal non rilevante impatto visivo, può ritenersi un arredo dello spazio esterno, con la conseguenza che la stessa non costituisce ristrutturazione edilizia, bensì rientra fra le opere di manutenzione straordinaria, ai sensi dell’articolo 6 del Regolamento Edilizio del Comune di Napoli (“opere finalizzate alla sistemazione di spazi…

25/11/2008 5811 Roma Consiglio di Stato

La D.I.A. costituisce autorizzazione implicita all’effettuazione dell’attività edilizia, con la conseguenza che i terzi possono agire innanzi al Giudice amministrativo, per chiederne l’annullamento, avverso il titolo abilitativo formatosi per il decorso del termine, entro cui l’Amministrazione può impedire gli effetti della d.i.a.” per chiederne l’annullamento (cfr., in tal senso, Cons. Stato, sez. VI, 5.4.2007, n. 1550 e sez. V, 20.1.2003, n. 172). A fronte della comunicazione dell’interessato che, ad una certa data (non anteriore ai trenta giorni dalla presentazione della dichiarazione “corredata, anche per mezzo di autocertificazioni, delle certificazioni e delle attestazioni normativamente richieste”) inizierà una certa attività, se entro…

21/11/2008 4565 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nessuna inottemperanza sanzionabile è configurabile a carico del soggetto sulla cui proprietà abbia in parte sconfinato l’abuso edilizio, al quale non sia stata notificata l’ordinanza di demolizione. Alla individuazione delle aree da acquisire può legittimamente provvedersi in sede di acquisizione gratuita, essendo sufficiente nell’ordine di ripristino il preavviso della sanzione prevista per l’inottemperanza (cfr. art. 7 L.47/85, applicabile “ratione temporis”, Cons. Stato, VI, 98/04 e V, 341/00). Il provvedimento di acquisizione adottato il 2-10-2003, non incorre nella sospensione “ex lege” dei procedimenti sanzionatori, operante, ai sensi del combinato disposto dell’art.44 l. n.47/85, dell’art.8/4° c. del D.L. 146/85 (conv. con legge…

17/11/2008 3323 Lecce T.A.R. per la Puglia

La nozione di pertinenza presuppone che il manufatto da realizzare risulti oggettivamente posto a servizio di un edificio principale e non già di un suolo (art. 3, let. e.6), del DPR n. 380/2001); pertanto non può considerarsi pertinenza soggetta a d.i.a. una tettoia che non sia posta a servizio di un edificio principale e che sia stabilmente fissata al suolo, che rientra invece tra gli interventi di nuova costruzione soggetti a permesso di costruire di cui all’art. 3, lett. e.5) ed e.7) del T.U. n. 380/2001.

06/11/2008 19286 Napoli T.A.R. per la Campania

Ai sensi dell’art. 39 l. 724/1994 non è sanabile l’opera nel caso di realizzazione delle strutture portanti orizzontali e verticali, ancorchè prive di tamponature perimetrali, atteso che l’opera abusiva, per essere ammessa a sanatoria, deve essere già eseguita, sia pure al rustico, in tutte le sue strutture essenziali, tra le quali vanno ricomprese le tamponature, in quanto determinanti per stabilire la relativa volumetria e la sagoma esterna (C.S., Sez. V, 18 novembre 2004 n. 7547 e 20 ottobre 2000 n. 5638; Cass. Pen., Sez. III, 12 agosto 1997 n. 9011; T.A.R. Campania-Salerno, Sez. II, 13 ottobre 2006 n. 1745; T.A.R….

30/10/2008 2721 Torino T.A.R. per il Piemonte

Nel sistema delineato dall’art. 13 l. 47/85 (ora, art. 36 D.P.R. 380/2001), qualora l’interessato abbia attivato il procedimento per ottenere la concessione di costruzione edilizia in sanatoria, il ricorso proposto contro un provvedimento repressivo emesso in precedenza (nella specie, ordine di demolizione) diviene improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, essendo tale ordinanza divenuta priva di efficacia, atteso che a seguito dell’istanza di sanatoria essa deve essere sostituita o dalla concessione in sanatoria (espressa o implicita) o da un nuovo provvedimento sanzionatorio”(T.A.R. Campania – Napoli, sez. IV, 7 febbraio 2008, n. 628; T.A.R. Lazio – Latina, Sez. I, 15.1.2008, n. 40). In caso…

24/10/2008 4452 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Una struttura edilizia delle dimensioni di m. 6,03 x 6,10 realizzata in legno verniciato con copertura in eternit a due falde, con corpi annessi nella parte retrostante delle dimensioni di m. 0.92 x m. 6,10, con copertura in vetroresina ad una falda, costituisce una costruzione e la sua realizzazione richiede il rilascio della concessione edilizia. E’ legittimo un diniego di condono edilizio per la mancata presentazione della documentazione catastale, poichè tale elemento è indispensabile e costituisce una condizione prevista dalla legge 47/1985 per ottenere la sanatoria.

22/10/2008 5191 Roma Consiglio di Stato

Occorre il permesso di costruire per la costruzione di tre piste di lavaggio per auto, una pista di lavaggio per autocarri, due piste di lavaggio per moto, sette postazioni con colonnine di aspirazione per la pulizia degli interni, tunnel di lavaggio costituiti da struttura metallica ancorata al suolo e sovrastata da pannelli antispruzzo. Tali opere ricadono nella declaratoria degli interventi di nuova costruzione di cui all’art. 3, primo comma lett. e.5), del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, che ricomprende anche strutture di impatto decisamente inferiore (roulettes, campers, case mobili, imbarcazioni utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi,…

09/10/2008 4423 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La destinazione a Zona Omogenea “G” destinata a verde pubblico e ai percorsi pedonali e/o ciclabili non impone alcun vincolo preordinato all’esproprio, essendo espressione della potestà conformativa propria dello strumento urbanistico non soggetta a decadenza, né a indennizzo.

08/10/2008 8840 Roma T.A.R. per il Lazio

Ai sensi dell’art.23, comma 1 e 6 del DPR n. 380 del TU in materia edilizia, il Comune può inibire la realizzazione delle opere nel termine perentorio di 30 giorni dalla presentazione della DIA, con la conseguenza che, oltre detto termine, il potere di riscontro a fini inibitori attribuito alla PA è esaurito e la stessa può provvedere solo con l’esercizio del potere di autotutela e al generale potere di controllo sulle attività di trasformazione edilizia del territorio (cfr. Tar Lombardia, Milano, sez. II, 17 gennaio 2006, n. 72; Tar Campania, Salerno, sez. II, 20 luglio 2006, n. 1107; Cons….

23/09/2008 388 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 22 L.R. 136/1999 prescrive che il termine di 90 giorni entro il quale il Comune deve pronunciarsi sull’istanza di approvazione di un piano attuativo decorre “dalla data di presentazione dell’istanza corredata dagli elaborati previsti”. Il Comune non ha alcun obbligo di provvedere in merito ad un’istanza palesemente mancante di documenti essenziali.

19/09/2008 1307 Ancona T.A.R. per le Marche

L’art. 3 del D.Lgs. 6 giugno 2001, n. 380 importa che alle norme urbanistiche locali non sia consentito di introdurre un concetto di “ristrutturazione” diverso da quello prefigurato dal legislatore nazionale, cioè che esse non possano qualificare come ristrutturazione un intervento non rientrante nella tipologia delineata dal D.Lgs. n. 380 del 2001, e – correlativamente – non possano escludere da tale definizione tipi di intervento che invece vi rientrano. Ciò non pregiudica, tuttavia, il potere delle amministrazioni comunali di disciplinare in concreto le attività edilizie assentibili, attraverso gli strumenti regolatori del territorio (P.R.G., piani attuativi, ecc.), anch’essi previsti dalla legge,…

11/09/2008 3964 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I provvedimenti di regioni e comuni – di cui all’art. 5 l. 10/1977 – con i quali in virtù della potestà autoritativa loro attribuita le Regioni e i Comuni stabiliscono i criteri generali circa la determinazione del contributo dovuto per il rilascio della concessione edilizia – hanno natura regolamentare e pertanto ogni doglianza direttamente rivolta contro gli stessi deve essere proposta nel rispetto dei termini di decadenza previsti dalla legge e dai principi generali dell’ordinamento (cfr. C.d.S., V, 29 luglio 2000 n. 4217; T.A.R. Lombardia Milano,. II, 18 luglio 2002 n. 3205) In caso di variante essenziale rispetto al progetto…

11/09/2008 3974 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Le residenze turistiche, così come quelle alberghiere, si configurano come complessi unitari che devono essere unitariamente gestite e la cui titolarità, quindi, non può essere frazionata per singole unità abitative o per quote trasformandosi, in sostanza in una sorta di condominio.

03/09/2008 4119 Roma Consiglio di Stato

Sono compatibili con la legge “Tognoli” n. 122/1989 solo le autorimesse che non alterino in alcun modo l’aspetto esteriore del territorio e siano completamente interrate (cfr. per tutti T.A.R. Toscana n. 13 del 2004 e V Sez. n. 1608 del 2006). Non possono considerarsi tali le autorimesse che abbiano un lato interamente scoperto, sul quale sia collocato il varco/portale di ingresso ed uscita (interrate solo su tre lati e invece visibili sul quarto). E’ irrilevante, al riguardo, la natura montagnosa e dunque in forte pendenza del terreno nel quale le autorimesse si inseriscono.

21/08/2008 9953 Napoli T.A.R. per la Campania

Gli interventi consistenti nella installazione di tettoie o di altre strutture che siano comunque apposte a parti di preesistenti edifici come strutture accessorie di protezione o di riparo di spazi liberi, cioè non compresi entro coperture volumetriche previste in un progetto assentito, possono ritenersi sottratti al regime della concessione edilizia (oggi permesso di costruire) soltanto ove la loro conformazione e le loro ridotte dimensioni rendono evidente e riconoscibile la loro finalità di arredo o di riparo e protezione (anche da agenti atmosferici) dell’immobile cui accedono. (Nel caso di specie si trattava di una struttura in legno e ferro di mq….

04/08/2008 3596 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il pagamento della prima rata degli oneri, ed altri adempimenti, condizionano sospensivamente la stessa possibilità del ritiro e il perfezionamento della concessione edilizia, e non necessitano di alcuna valutazione tecnica sul loro avveramento (come invece l’inizio lavori), per cui corrisponde ad un elementare principio di economia procedimentale che la relativa decadenza operi “ope legis”, senza necessità di alcuna pronuncia dichiarativa o costitutiva al riguardo. Ed infatti l’art. 27 L.R. 47/85 stabilisce espressamente, al comma 11, che la concessione edilizia deve essere ritirato entro 60 giorni dall’accoglimento “pena la sua decadenza”, salvo proroga per “validi e comprovati motivi che impediscano il…

04/08/2008 3593 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il vincolo di rispetto ferroviario di cui all’art. 49 del DPR 753/80, è un vincolo di inedificabilità relativa e non assoluta, come tale rientrante nella previsione dell’art. 32 l. 47/85. Ne segue che detto vincolo, in quanto relativo, si applica anche agli abusi preesistenti.

28/07/2008 3537 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La decadenza, per inutile decorso del termine quinquennale di efficacia previsto dall’art. 2, primo comma, della legge 19/11/1968 n. 1187 (cfr. ora art. 9 d.p.r. 8/6/2001 n. 327), di un vincolo preordinato all’espropriazione determina nello strumento urbanistico un vuoto di disciplina che l’Amministrazione è tenuta a colmare (cfr. Cons. Stato, Ad. plen. 2.4.84 n. 7; Sez. IV 27.12.01 n. 6415). Non può dirsi formato il silenzio-rifiuto impugnabile in sede giurisdizionale, laddove il Comune, nel termine assegnatogli dal ricorrente per la ripianificazione dell’area, e comunque prima della notificazione del ricorso, risponda alla diffida avviando il procedimento (disciplinato dalla legge quanto a…

07/07/2008 2882 Milano T.A.R. per la Lombardia

La nuova pianificazione generale dell’area in contrasto totale o parziale con la lottizzazione precedente comporta la revoca implicita della convenzione di lottizzazione, con la conseguenza che il titolo edilizio rilasciato dopo l’adozione del nuovo piano ed in contrasto con le nuove previsioni urbanistiche è illegittimo.

03/07/2008 788 Brescia T.A.R. per la Lombardia

L’art. 9, comma 1, n. 2 del DM 1444/1968, il quale impone per gli edifici realizzati al di fuori della zona A una distanza minima di 10 metri dalle pareti finestrate, per la sua genesi (è stata adottata ex art. 41-quinquies comma 8 della legge 17 agosto 1942 n. 1150, come introdotto dall’art. 17 della 6 agosto 1967 n. 765) e per la sua funzione igienico-sanitaria (evitare intercapedini malsane) costituisce un principio inderogabile della materia. In particolare si tratta di una norma che prevale sia sulla potestà legislativa regionale, in quanto integra la disciplina privatistica delle distanze (v. C.Cost. 16…

02/07/2008 3209 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il Comune può inserire, nella convenzione di Piano particolareggiato, una prestazione a carico del soggetto attuatore ulteriore rispetto agli elementi contenuti all’art. 22 comma 2 L.R. n. 47/78. In sede di controdeduzioni alle osservazioni, il Comune può apportare (ex officio) modifiche allo strumento urbanistico, salvo la differente conseguenza che: – nel caso in cui le modifiche risultino di portata e rilievo tale da determinare una rielaborazione complessiva del piano ovvero un mutamento delle sue caratteristiche essenziali e dei criteri che presiedono alla sua stessa impostazione, “scatta” l’obbligo di ripubblicazione (di recente: T.A.R. Puglia Lecce, sez. I, 25 gennaio 2007, n….

21/06/2008 1988 Salerno T.A.R. per la Campania

In applicazione dell’art. 1227, comma 2, del codice civile, non spetta il risarcimento del danno asseritamente derivato dal ritardato rlascio di un permesso di costruire, se i ricorrenti non hanno stigmatizzato il comportamento omissivo dell’amministrazione comunale, con gli strumenti consentiti dall’ordinamento, in materia di silenzio inadempimento, ed hanno perciò prestato acquiescenza al comportamento inerte e/o dilatorio del comune (cfr Cons. St. n. 957/04; n. 371/07). In coerenza con l’orientamento giurisprudenziale maggioritario, va posta a carico dell’interessato la prova del danno subito, posto che di regola gli elementi probatori del pregiudizio sofferto sono nella esclusiva disponibilità del ricorrente: nel giudizio risarcitorio,…

18/06/2008 2503 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai fini del concetto civilistico di costruzioni è pacifico che i balconi, costituiti da solette aggettanti anche se scoperti ed anche se non corrispondono a volumi abitativi, rientrano nel concetto di costruzione per il quale occorre il rispetto delle distanze tra edifici. Tale definizione non risulta derogata espressamente dall’articolo 21 del regolamento edilizio del Comune di Bologna che esclude i balconi soltanto dalla nozione di sagoma planovolumetrica, senza nulla dire per quanto concerne le distanze.

11/06/2008 1719 Venezia T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’installazione di un cancello in ferro non integra la realizzazione di un intervento edilizio per il quale è richiesto il preventivo rilascio della concessione edilizia comunale, ma, ai sensi dell’art. 4 della legge n. 493 del 2 dicembre 1993, per la realizzazione dello stesso è sufficiente la procedura semplificata della denuncia di inizio attività (cfr. tra le tante T.A.R. Lazio – Sez. II^ ter – n. 5519 del 9 giugno 2004). E’, pertanto, illegittimo il provvedimento con cui il Comune dispone la demolizione di un cancello, sul presupposto che esso sia stato realizzato senza concessione edilizia.

03/06/2008 2145 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I beni, pur mobili, che si trovano in un rapporto di stabile connessione col suolo e vengono utilizzati quali vani abitabili con allacciamenti alle reti dell’acqua e del gas e dell’elettricità sono idonei a modificare il territorio in modo permanente. Né in contrario rileva l’eventuale carattere precario delle cose, in quanto in materia edilizia ciò che ha significato è l’oggettiva idoneità delle stesse ad incidere sullo stato dei luoghi, sicchè la precarietà va esclusa ogni qualvolta l’opera sia destinata a dare un’utilità prolungata nel tempo. ( Consiglio Stato sez. V, 15 giugno 2000, n. 3321).

30/05/2008 Modena Tribunale di Modena

E’ ammissibile provvedimento ex art. 700 c.p.c. di cancellazione della trascrizione di domanda giudiziale, quando manchi il titolo sul quale la domanda pretende di fondarsi.

22/05/2008 2464 Roma Consiglio di Stato

La distanza di 100 metri da abitazioni e spazi pubblici prevista dall’art. 31 delle N.T.A. del Comune di Quarrata, per l’installazione di un impianto di riciclaggio di materiali inerti nelle zone agricole normali, non è riferita esclusivamente alla sola zona di deposito del materiale e, dunque, alla sola area produttiva in senso stretto, ma comprende anche l’area di cantiere genericamente considerata (ove insistono pertinenze ed impianti non produttivi, quali l’area di sosta e manovra, la viabilità, il peso ed i parcheggi). La norma è, infatti, finalizzata ad evitare che il deposito da realizzare in zona agricola E1 possa creare disturbo…

22/05/2008 1986 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il ricorso avverso l’acquisizione di superfici (oggetto di trascrizione nei registri immobiliari) eccedenti quelle individuate dalle ordinanze di acquisizione al patrimonio comunale ex art. 7 L. n. 47/1985, prospetta una lesione al diritto di proprietà non riconducibile all’attività provvedimentale dell’Amministrazione, bensì a comportamenti consistenti nell’impossessamento senza titolo di superfici di proprietà del ricorrente eccedenti quelle individuate con le ordinanze soprarichiamate. La lesione, quindi, deriva da fatti materiali, che sfuggono alla giurisdizione del Giudice Amministrativo essendo devoluti, unitamente all’accertamento di eventuali diritti reali sui beni, alla Giurisdizione del Giudice Ordinario (Corte Costituzionale n. 191/2006 e n. 204/2004; Cass. Civ. SS.UU. n….

16/05/2008 1945 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’alienazione di un terreno agricolo della superfice di circa ha 10.000, a numerosi acquirenti in modo frazionato, in un periodo di 10 anni circa, configura lottizzazione abusiva ex art. 18 l. 47/1985. (Nel caso concreto il provvedimento impugnato ha rilevato che: a) vi è stata la suddivisione del fondo originario di proprietà Parriniello mediante frazionamento in numerosissime particelle della superficie di circa 2000 metri cadauna; b) la suddisione in lotti è incompatibile con la destinazione del P. R. G. vigente “ a zona agricola”; c) sono state realizzate numerose opere abusive delle quali tre con caratteristiche abitative e tredici con…

16/05/2008 1939 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 41, c. 2, legge regionale n. 20/2000, prevede che fino all’approvazione dei nuovi strumenti urbanistici, costituiti dal P.S.C., dal R.U.E. e dal P.O.C., possono essere adottate ed approvate le varianti al P.R.G. di cui all’articolo 15, quarto comma, della previgente legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47. Tali disposizioni consentono l’utilizzo della procedura della variante semplificata per la realizzazione di qualsiasi opera pubblica di interesse comunale, ancorchè realizzabili dal privato.

16/05/2008 1922 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’inesattezza riscontrata nella domanda di condono edilizio in punto di epoca della realizzazione dell’abuso è idonea a configurare un’ipotesi di dolosa infedeltà di cui all’art. 40 L. 47/1985, con conseguente inapplicabilità del silenzio-assenso che, invece, presuppone una domanda non solo adeguatamente documentata, ma anche veritiera (TAR Sardegna, II n. 973/2007). Ne consegue che anche il termine per l’accertamento dell’entità dell’oblazione non opera nel caso in cui gli elementi di fatto esposti nella domanda si rivelino non corrispondenti alla realtà, in quanto il termine prescrizionale breve previsto dall’art. 35 L. n. 47/1985 riguarda solo l’ipotesi in cui il controllo dell’importo abbia carattere…

13/05/2008 1350 Venezia T.A.R. per il Veneto

Non può considerarsi serra mobile, installabile senza obbligo di concessione o autorizzazione edilizia, una serra delle dimensioni di metri 50 di lunghezza per 21 di larghezza per 6 di altezza, destinata ad occupare 1.050 mq., provvista di meccanismo di scorrimento, con telo della serra mobile, ma con struttura fissa, essendo il telo destinato a scorrere su un asse portante stabilmente ancorato al suolo. Per una serra siffatta occorre la concessione edilizia, così come espressamente previsto dall’ultimo comma dell’art. 6 della legge regionale Veneto n.  24/1985.

29/04/2008 1640 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I vicini e comproprietari delle parti comuni dell’edifici oggetto del sopraluogo, hanno diritto al rilascio di una copia del verbale del sopraluogo effettuato dal Comune all’interno dell’abitazione dei controinteressati. (Nel caso di specie il Comune, dopo aver informato i controinteressati dell’istanza di accesso pervenuta e tenuto conto dell’opposizione di questi ultimi, non ha rilasciato copia integrale di quanto richiesto, richiamando genericamente esigenze di riservatezza e limitandosi a trascrivere le parti del verbale di sopraluogo relative a quanto rilevato all’esterno dell’abitazione ma omettendo la parte relativa a dati riguardanti l’interno della privata abitazione “in quanto oggetto di opposizione”). Un regolamento sull’accesso…

23/04/2008 1561 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’imposizione del vincolo successiva all’esecuzione delle opere è comunque rilevante e in tal caso, quando il vincolo prevede l’inedificabilità assoluta, il condono edilizio può essere accordato solo previo parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo stesso (C.St. VI n. 5918/03), secondo le modalità di cui all’art. 32 della L. n. 47/1985. Il rilascio della concessione edilizia in sanatoria, ai sensi degli artt. 32 e 35 L. 47/1985, in presenza di vincolo presuppone comunque il parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo stesso, sicchè il silenzio-assenso non opera quando detto parere è negativo, mentre opera in caso di parere…

11/04/2008 1425 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I vincoli di inedificabilità nelle zone di rispetto aeroportuale, che non comportano nessun sacrificio particolare alle proprietà private e scaturiscono da una disciplina generale e preventiva, si impongono con efficacia diretta e immediata, indipendentemente dal recepimento nello strumento urbanistico, che di per sé non incide sull’esistenza e sui limiti del vincoli stessi. Le limitazioni e i vincoli alla proprietà privata nelle fasce circostanti gli aeroporti, stabilite dagli articoli 714 e 715 cod. nav., hanno come unico presupposto di operatività l’esistenza di un aeroporto, sicché la mancata emanazione di un nuovo decreto ministeriale di approvazione delle mappe non può condizionare l’esistenza…

10/04/2008 91 Trento Tar Trentino Alto Adige

La deliberazione del Consiglio comunale che autorizza il rilascio della concessione in deroga non è immediatamente lesiva fino all’effettivo rilascio della concessione edilizia. Non vi è, quindi, per il confinante l’onere della sua immediata impugnazione, e non rileva, ai fini della decorrenza del relativo termine, la data della pubblicazione della delibera. Il termine per l’impugnazione della concessione edilizia decorre dalla sua piena conoscenza (non essendo sufficiente, allo scopo, l’affissione all’albo comunale della relativa “notizia al pubblico” ex art. 89, comma 5 della L.p. 22/1991: cfr. Cons. Stato, V, 5.2.2007, n. 452) e la presunzione “iuris et de iure” di piena…

07/04/2008 2 Roma Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato

Le norme di principio contenute nel t.u. dell’edilizia abrogano le norme delle regioni a statuto ordinario con esse configgenti. La disciplina in materia di misure di salvaguardia dettata dall’art. 12, c. 3, del d.p.r. n. 380 del 2001 prevale su eventuali norme regionali previgenti di contenuto difforme, quali l’art. 5 della l.r. Lazio n. 24 del 1977 e l’art. 36 della l.r. Lazio n. 38 del 1999, che prevedono un unico termine quinquennale per l’efficacia delle misure di salvaguardia. Ciò ai sensi dell’art. 1, c. 1, del medesimo d.p.r. n. 380/2001, secondo cui “il presente testo unico contiene i principi…

01/04/2008 329 Catanzaro T.A.R. per la Calabria

E’ illegittima la sospensione dell’efficacia sine die della concessione edilizia, non essendo consentito all’amministrazione di adottare determinazioni cautelative in vista di future modifiche della compatibilità urbanistico-edilizia delle opere da realizzare, al di fuori dei casi tassativamente previsti delle misure di salvaguardia. Infatti, un potere atipico di sospensione appare contrastante con i fondamentali principi di continuità della funzione amministrativa e non è previsto neanche dalle norme in materia edilizia (tranne le ipotesi delle misure di salvaguardia già dette); ciò, pertanto, impedisce che possa farsi ricorso, per il tramite di un provvedimento inibitorio, ad un’attività sospensiva atipica e sine die della funzione…

21/03/2008 1109 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai fini della riliquidazione degli oneri di urbanizzazione, costituisce legittimo presupposto la sussistenza di un eventuale maggior carico urbanistico provocato dall’intervento eseguito in un fabbricato già autorizzato e in tale ambito non deve tenersi conto esclusivamente di ristrutturazioni generali e globali di un edificio con necessari interventi esterni ed interni, ma anche di ristrutturazioni che comunque trasformino la realtà strutturale e la fruibilità urbanistica dell’immobile. Ne discende la necessità, per tale tipologia di ristrutturazioni, della sottoposizione delle relative concessioni al pagamento dei contributi riferiti all’avvenuta oggettiva rivalutazione dell’immobile e funzionali a sopportare il carico socio-economico che la realizzazione comporta sotto…

21/03/2008 1110 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

1) va accolta l’azione declaratoria esperita nel presente giudizio e, per l’effetto, deve essere dichiarato l’obbligo del Comune di Medicina di acquisire gratuitamente la proprietà delle opere di urbanizzazione primaria realizzate dal Consorzio ricorrente, in adempimento della convenzione di lottizzazione stipulata il 4 aprile 1995; nonché di svincolare la relativa cauzione prestata dal Consorzio stesso; 2) va accolta, nei limiti che precedono, la consequenziale domanda risarcitoria proposta dal Consorzio medesimo e, per l’effetto, il Comune di Medicina va condannato a corrispondere, sin d’ora, al Consorzio ricorrente la complessiva somma di € 73.848, 49, al netto di IVA 10%; 3) va…

12/03/2008 2294 Roma T.A.R. per il Lazio

Il pagamento dei contributi di urbanizzazione e del costo di costruzione è correlato alla attività trasformativa del territorio. Qualora tale attività non si verifichi, il relativo pagamento è privo di causa cosicché l’eventuale importo versato deve essere restituito (TAR Lombardia, Sez. II 18.12.1987 n. 482 e C.d.S., V, 12.6.1995 n. 894). La restituzione dei contributi deve ammettersi anche nella ipotesi di decadenza della concessione edilizia già rilasciata, intervenuta in conseguenza della non tempestiva realizzazione del progetto assentito e del sopravvenire di nuove previsioni urbanistiche che lo rendono definitivamente irrealizzabile.

04/03/2008 2070 Roma T.A.R. per il Lazio

Il provvedimento di accertamento dell’inottemperanza all’ordine di demolizione e quello successivo di acquisizione gratuita delle opere abusive e dell’area di sedime debbono considerarsi consequenziali, connessi e conseguenti all’ordine di demolizione delle opere e ripristino dello stato primitivo dei luoghi, con la conseguenza che non sono autonomamente impugnabili, in mancanza di impugnazione dell’atto con cui si ingiunge la demolizione. Il provvedimento di acquisizione gratuita delle opere abusive non ha natura costitutiva degli effetti acquisitivi da parte dell’Amministrazione resistente, bensì semplicemente dichiarativi di un effetto derivante direttamente dalla legge (Cfr. TAR Campania, Sede di Napoli, Sez. III, 10 aprile 2007 n. 3198)….

28/02/2008 599 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nel caso di divisione interna in due distinte unità di un locale adibito ad esercizio di vendita al dettaglio, l’oblazione ex art. 13 l. 47/85 (pari al doppio degli oneri di urbanizzazione) deve essere commisurata all’intera superficie interessata dalla sanatoria stessa.

27/02/2008 41 Roma Corte Costituzionale

Sono manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 36, comma 2, del d.l. 4/7/2006, n. 223 , convertito, con modificazioni, dalla legge 4/8/2006, n. 248 (secondo cui un’area è edificabile se classificata come tale dal p.r.g., anche in difetto dello strumento attuativo), in riferimento agli artt. 3 e 53 della Costituzione, «nonché» ai princípi di ragionevolezza, razionalità, non contraddizione e affidamento dei cittadini nella certezza giuridica. E’ del tutto ragionevole, infatti, che il legislatore: a) attribuisca alla nozione di “area edificabile” significati diversi a seconda del settore normativo in cui detta nozione deve operare e, pertanto, distingua tra normativa fiscale, per…

22/02/2008 458 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il parere previsto dall’art. 32 l. 47/85 deve essere richiesto indifferentemente tanto per le opere realizzate abusivamente prima dell’imposizione del vincolo, quanto per quelle realizzate su aree già sottoposte a tutela, ma non soggette a inedificabilità assoluta (cfr. C.d.S., VI, 26/1/2001, n. 249). Il 13° comma dell’art. 35 l. 47/85 disciplina espressamente la definizione del procedimento di condono edilizio per le ipotesi previste dall’articolo 32, stabilendo che in tali casi il termine di cui al 12° comma dell’articolo 35 decorre dall’emissione del parere (positivo) previsto dal primo comma dell’articolo 32; in caso di parere negativo il termine biennale per la…

19/02/2008 531 Roma Consiglio di Stato

L’art. 2 l. 1187/1968 (abrogato dall’art. 58, n. 96, d.P.R. 327/2001) non era applicabile nei casi in cui lo strumento urbanistico generale avesse subordinato la realizzazione di alcuni interventi edilizi alla previa emanazione dello strumento attuativo, poiché tale previsione non ha contenuto espropriativo, in quanto mira alla razionalità dell’assetto urbanistico. Tranne il caso limite del cosiddetto lotto intercluso in un contesto integralmente urbanizzato, il piano attuativo, previsto dallo strumento urbanistico come presupposto dell’edificazione e la cui approvazione può essere stimolata dall’interessato con gli strumenti consentiti dal sistema, non ammette equipollenti, nel senso che in sede amministrativa o in quella giurisdizionale…

19/02/2008 102 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’esaurimento degli effetti del provvedimento amministrativo nel corso del giudizio lascia intatto l’interesse della parte alla decisione, al fine di non vedere adottati successivi provvedimenti similari o, quanto meno, per potere reclamare in via risarcitoria il ristoro del danno subito (v., ex multis, Cons. Stato, Sez. IV, 5 aprile 2003 n. 1786). E’ ammissibile il ricorso preordinato all’annullamento del titolo abilitativo formatosi a seguito di d.i.a., nel presupposto che, con il decorso del termine entro cui l’Amministrazione può impedirne gli effetti, si costituisce un’autorizzazione implicita di natura provvedimentale, suscettibile di contestazione da parte del terzo dinanzi al giudice amministrativo entro…

14/02/2008 213 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il 13° comma dell’art. 35 l.  47/1985 prevede che, ai fini della definizione del procedimento di condono edilizio per le ipotesi previste dall’art. 32, il termine di cui al 12° comma decorre dall’emissione del parere positivo previsto dal 1°comma dell’art. 32 e, dunque, in caso di parere negativo, il termine biennale per la formazione del silenzio assenso non decorre. I vincoli richiamati dall’art. 32 l. 47/1985, consistenti nella sottoposizione di determinate aree a limiti d’edificabilità per ragioni di tutela d’interessi generali quali quelli paesaggistici, idrici, idrogeologici, storici, sono tutti vincoli previsti da apposite leggi che non possono essere istituiti con i piani…

08/02/2008 200 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima la deliberazione comunale di approvazione del PRG laddove essa, mutando la scelta contenuta nel piano adottato, sopprima ogni destinazione edificatoria al terreno (passato da zona edificabile a zona agricola). Si tratta, infatti, di una vera e propria nuova scelta pianificatoria, che richiede il rispetto delle procedure previste per la modificazione del P.R.G. adottato e, in particolare, una nuova fase di pubblicazione dello stesso, anche per consentire agli interessati la presentazione di osservazioni sulla nuova scelta, diretta a sopprimere ogni possibilità edificatoria.

04/02/2008 506 Napoli T.A.R. per la Campania

Il soggetto che esercita il diritto di accesso ha l’onere di specificare i documenti richiesti e l’interesse connesso alla loro conoscenza. Tuttavia, tale onere non comporta affatto la formale indicazione di tutti gli estremi identificativi dei documenti (organo emanante, numero di protocollo, data di adozione dell’atto), ma può ritenersi assolto con l’indicazione dell’oggetto e dello scopo cui l’atto è indirizzato, così da mettere l’amministrazione in condizione di comprendere la portata ed il contenuto della domanda (Cfr. CdS sez. VI 27/10/2006 n. 6441). Il proprietario di immobile confinante e comunque ricadente nella medesima zona ha un “interesse diretto, concreto ed attuale…

29/01/2008 133 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La sanzione pecuniaria per gli interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire, di cui all’art. 12 l. 47/1985, poi sostituito dall’articolo 34 D.P.R 6 giugno 2001, n. 380, pari al doppio del costo di costruzione dell’opera abusiva, ha natura sostitutiva della demolizione dell’opera e non deve essere applicata interamente a ciascuno dei responsabili (committente, direttore dei lavori ed esecutore), ma in via solidale tra gli stessi. Ciò comporta che l’adempimento da parte di un responsabile è estintivo dell’obbligazione stessa per tutti i coobbligati. Detta sanzione pecuniaria è alternativa alla demolizione, nel senso che, per la tipologia di abusi…

29/01/2008 134 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’ordinanza di demolizione può essere disposta nei confronti dell’autore dell’abuso, impregiudicata sul piano civilistico ogni questione fra quest’ultimo e l’acquirente dell’immobile abusivo. L’acquisizione gratuita osserva opera ope legis anche nei confronti di eventuali acquirenti medio tempore, in quanto la natura reale della sanzione edilizia comporta che gli effetti dell’inottemperanza all’ordine di demolizione si riflettono sulla res abusiva chiunque ne sia il possessore. Diversa è la posizione di chi, già da prima della emanazione dell’ordinanza di demolizione, sia proprietaria di parte dell’area sottoposta a confisca, ma non interessata dall’abuso. Detto soggetto ha diritto di ricevere la comunicazione ex art. 7 l….

29/01/2008 248 Roma Consiglio di Stato

Il danno da ritardo è risarcibile solo se il privato abbia titolo al rilascio del provvedimento finale, se cioè gli spetti il « bene della vita» (Ad. Pl. 15 settembre 2005, n. 7). Ove la pretesa risarcitoria non abbia ad oggetto il mero pregiudizio derivante dalla violazione dell’obbligo di comportamento imposto all’amministrazione, a prescindere quindi dalla soddisfazione dell’interesse finale, ma, al contrario, proprio il pregiudizio connesso alla preclusione frapposta dall’Amministrazione alla realizzazione del bene finale, il giudice non può né eludere la domanda, nè tanto meno accoglierla a prescindere dalla formulazione di un giudizio, laddove possibile, sulla certa o statisticamente probabile…

29/01/2008 255 Roma Consiglio di Stato

Un’area già utilizzata a fini edilizi è suscettibile di ulteriore edificazione solo quando la costruzione su di essa realizzata non esaurisca la volumetria consentita dalla normativa vigente al momento del rilascio dell’ulteriore permesso di costruire, dovendosi considerare non solo la superficie libera ed il volume ad essa corrispondente, ma anche la cubatura del fabbricato preesistente al fine di verificare se, in relazione all’intera superficie dell’area (superficie scoperta più superficie impegnata dalla costruzione preesistente), residui l’ulteriore volumetria di cui si chiede la realizzazione” (cfr. Cons. di Stato, sez. V, 12 luglio 2004 n. 5039). Ai fini del calcolo della volumetria realizzabile…

25/01/2008 106 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Le seguenti opere edilizie comportano una permanente alterazione dell’assetto territoriale e richiedono, pertanto, il previo rilascio di titolo abitativo: realizzazione di tamponamento del porticato che costituisce l’ingresso dell’albergo, realizzato con infissi in alluminio colorato e vetro, creando un locale adibito a servizi di superficie pari a mq. 39,75 con altezza pari a ml. 2,94; il tamponamento, lungo il lato Rimini, risulta a ml. 0,80 dal confine di proprietà e dal suolo pubblico (via Plava).

22/01/2008 87 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Una tettoia metallica di mt 13,60x 8.70 e mt 7 di altezza non è una “pertinenza” ai sensi dell’ art. 7 d.l. 23 gennaio 1982 n. 9, convertito con modificazioni nella l. 25 marzo 1982 n. 94, in quanto la nozione urbanistica di pertinenza e’ assai piu’ ristretta di quella prevista dall’art. 817 del codice civile ed è configurabile solo quando l’opera sia di dimensioni ridotte e modeste e non abbia un consistente ed autonomo impatto sul territorio. (Si veda in proposito Consiglio Stato sez. V, 23 marzo 2000, n. 1600; e n. 617/2003).

17/01/2008 39 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittimo il provvedimento con cui il Comune sospende ogni determinazione sulle domande di permesso di costruire relative a fabbricati ricompresi in un piano particolareggiato, per difformità dai sopravvenuti strumenti urbanistici (PSC e RUE) adottati, laddove lo stesso RUE adottato regoli la sorte dei piani attuativi in vigore, stabilendo la loro perdurante vigenza fino alla naturale scadenza (comma 4), e sancendo che soltanto dopo detta scadenza siano operanti le difformi previsioni degli strumenti (PSC, RUE e POC) approvati. Non si configura alcuna decadenza decennale del piano attuativo ove siano decorsi 10 anni dalla sua  approvazione, poiché, secondo l’orientamento giurisprudenziale prevalente…

11/01/2008 23 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’acquisizione sanante ex art. 43 T.U. n. 327/2001 non può essere configurata come mera alternativa all’ordinaria procedura espropriativa, ma costituisce istituto eccezionale – solo in quanto tale compatibile con i parametri indicati dalla CEDU e con i principi costituzionali – che necessita pertanto di un corredo motivazionale particolarmente esaustivo in ordine alla valutazione degli interessi in conflitto La decisione di utilizzare lo strumento eccezionale ex art. 43 T.U. n. 327/2001 per provvedere all’acquisizione di beni immobili al patrimonio disponibile dell’ente va ricondotto alla esclusiva competenza del consiglio provinciale, ai sensi dell’art. 42 comma 2 lett. l) TUEL n. 267/2000.

11/01/2008 24 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’acquisizione sanante ex art. 43 T.U. n. 327/2001 non può essere configurata come mera alternativa all’ordinaria procedura espropriativa, ma costituisce istituto eccezionale – solo in quanto tale compatibile con i parametri indicati dalla CEDU e con i principi costituzionali – che necessita pertanto di un corredo motivazionale particolarmente esaustivo in ordine alla valutazione degli interessi in conflitto. La decisione di utilizzare lo strumento eccezionale ex art. 43 T.U. n. 327/2001 per provvedere all’acquisizione di beni immobili al patrimonio disponibile dell’ente va ricondotto alla esclusiva competenza del consiglio provinciale, ai sensi dell’art. 42 comma 2 lett. l) TUEL n. 267/2000.

04/01/2008 3 Palermo T.A.R. per la Sicilia

Il possesso della qualifica di agricoltore o di imprenditore agricolo può rilevare esclusivamente ai fini del rilascio gratuito della concessione edilizia, mentre la mancanza di tale qualifica non può di per sé essere preclusiva del rilascio del titolo abilitativo, ove non sussistano o comunque non vengano addotte altre ragioni oggettivamente rilevanti.

19/12/2007 6557 Roma Consiglio di Stato

La variante ad un piano particolareggiato di iniziativa pubblica è inefficace ove non sia stata stipulata la relativa convenzione, prevista dalla deliberazione con cui la variante medesima è stata approvata. E’, pertanto, illegittimo il permesso di costruire basato sulla variante non perfezionatasi.

18/12/2007 4031 Venezia T.A.R. per il Veneto

Laddove le NTA al PRG definiscano “volume” quello relativo ad una superficie fuori terra moltiplicato per un’altezza misurata dal piano di campagna, gli edifici interrati non costituiscono volume e non possono essere assimilati a una nuova costruzione. (Nel caso di specie, sono stati ricavati ampi locali nella zona interrata di Villa Rossi di Vicenza).

10/12/2007 6344 Roma Consiglio di Stato

Anche nel caso di procedimenti finalizzati alla adozione di provvedimenti di natura sostanzialmente vincolata, come le autorizzazioni in materia edilizia, sussistono fasi in cui l’Amministrazione deve esercitare poteri discrezionali, quanto meno sotto il profilo tecnico, attinenti al “quantum”, al “quomodo” ed al “quando” degli adempimenti da eseguire e, quindi, risulta pienamente configurabile la stipulazione di un accordo procedimentale, trattandosi di un vero e proprio strumento di semplificazione, idoneo a far conseguire a tutte le parti un’utilità ulteriore rispetto a quella che sarebbe consentita dal provvedimento finale (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 15 maggio 2002, n. 2636).

10/12/2007 6332 Roma Consiglio di Stato

Circa l’ambito di operatività delle limitazioni negoziali del diritto di costruire (cui possono ricondursi anche quelle scaturenti dall’art. 1117 c.c.) la giurisprudenza oscilla fra due soluzioni che costituiscono un corollario della clausola di salvezza dei diritti dei terzi ed hanno in comune l’inesistenza, in capo all’amministrazione, di un autentico obbligo di ricerca di tali limiti, prodromico al diniego di permesso. La prima ne esclude ogni rilevanza nel presupposto che all’amministrazione sia inibito qualsiasi sindacato anche indiretto sulla validità ed efficacia dei rapporti giuridici dei privati (cfr. Cons. Stato, sez. V, 20 dicembre 1993, n. 1341); la seconda ammette che il…

10/12/2007 15871 Napoli T.A.R. per la Campania

Deve ritenersi sufficiente una DIA nel caso in cui il soppalco sia di modeste dimensioni ed al servizio della preesistente unità immobiliare (TAR Salerno 883/2003), mentre viceversa deve ritenersi necessario il permesso di costruire quando il soppalco sia di dimensioni non modeste e comporti una sostanziale ristrutturazione dell’immobile preesistente, ai sensi dell’art. 3 comma 1, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, comportando un incremento delle superfici dell’immobile e quindi anche un ulteriore possibile carico urbanistico. La realizzazione di un soppalco che comporta la riorganizzazione interna dell’immobile ampliandone considerevolmente le superfici e riorganizzando i volumi determina un vero e proprio intervento…

04/12/2007 6170 Roma Consiglio di Stato

Le previsioni del piano di lottizzazione, equiparato al piano particolareggiato di iniziativa pubblica, rimangono efficaci a tempo indeterminato; col decorso del termine di 10 anni, diventano inefficaci unicamente le previsioni del piano attuativo che non abbiano avuto concreta attuazione, nel senso che non è più consentita la sua ulteriore esecuzione, salva la possibilità di ulteriori costruzioni coerenti con le vigenti previsioni del piano regolatore generale e con le prescrizioni del piano attuativo (anche sugli allineamenti), che per questa parte ha efficacia ultrattiva. L’art. 17 l. 1150/1942 si ispira al principio secondo cui le previsioni del piano regolatore rientrano in una…

29/11/2007 15165 Napoli T.A.R. per la Campania

Il vincolo di inedificabilità cimiteriale integra un vincolo di inedificabilità assoluta (Nello stesso senso: C.d.S. sez. IV 12/3/2007 n.1185, C.d.S., sez. V, 12/11/1999, n. 1871; CdS, sez. II, parere 28/2/1996, n. 3031/95; Tar Lombardia – Milano, 11/7/1997 n. 1253; Tar Toscana, I sezione, 29/9/1994, n. 471. Contra: TAR Trentino Alto Adige – Trento, sent. n. 64 del 2/4/1997; in termini: CdS, sez. IV sent. n. 775 del 16/9/1993; TAR Trentino Alto Adige – Trento, sent. n. 336 del 1/8/1994. Nel senso che la distanza minima, oltre la quale deve essere collocato il cimitero, fissata dall’art. 338 della legge citata, si…

26/11/2007 3365 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’autorizzazione integrata ambientale (AIA) prevista dal D.Lgs. 59/2005 incide specificamente sugli aspetti gestionali dell’impianto, mentre la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) investe più propriamente i profili localizzativi e strutturali. Perciò, se anche l’esito positivo della VIA costituisce presupposto dell’AIA impugnata, quest’ultima non può essere configurata come atto strettamente conseguenziale rispetto alla prima, ma anzi, in quanto produttiva di propri specifici effetti, può essere autonomamente impugnata (a prescindere dall’impugnazione della VIA) da chi intenda agire contro pregiudizi direttamente derivanti dalla predetta autorizzazione. Nella nozione di impianto di incenerimento ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 133/2005 vanno considerati unitariamente…

19/11/2007 3070 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

In caso di abusi edilizi, l’art. 7 L.  47/1985 prevede l’acquisizione dell’area di sedime e di quella necessaria all’edificazione, con il limite di dieci volte l’area abusivamente costruita. Nel caso di specie, trattandosi di manufatto in zona agricola, non è illogico che, in assenza di parametri per le costruzioni, non consentite, il comune abbia acquisito una superficie pari a dieci volte quella interessata dall’abuso, anzichè limitarsi alla superficie del manufatto.

19/11/2007 3068 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nella Regione Emilia – Romagna, un porticato, in quanto idoneo ad aumentare la superficie non residenziale, rientra ex sé nella nozione di ampliamento a prescindere dalla natura pertinenziale e può essere condonato solo se il volume figurato è inferiore a 100 mc e, comunque, nel rispetto delle ulteriori condizioni fissate dall’art. 33 della L.R. n. 23/2004. (Nel caso di specie il TAR ha osservato che l’art. 33 della L.R. Emilia – Romagna n. 23/2004 consente la sanabilità delle nuove costruzioni in ampliamento solo a certe condizioni, fra le quali il comma n. 3, lett. b), pone il rispetto del limite…

16/11/2007 534 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il Comune, quando esamina una domanda di “permesso di costruire”, ha il potere-dovere di valutare non solo se l’intervento edilizio sia conforme alle previsioni urbanistiche, ma anche se sia soddisfatta l’esigenza che l’area da edificare abbia un legittimo accesso alla strada pubblica, quale presupposto stesso per un corretto insediamento urbanistico della costruzione, pur potendo essere a tale fine sufficiente un mero passaggio pedonale in luogo di un vero e proprio accesso carrabile, secondo valutazioni rimesse all’ente locale e congruamente motivate (v. Cons. Stato, Sez. V, 25 maggio 1998 n. 683). Posta la necessità di un collegamento con il sistema viario pubblico,…

08/11/2007 6200 Milano T.A.R. per la Lombardia

Il potere di irrogare delle sanzioni in materia edilizia ed urbanistica può essere esercitato in ogni tempo, posto che la legge non lo sottopone a termini di prescrizione, né di decadenza, e che riguarda una situazione di illiceità permanente, ossia una situazione di fatto attualmente contra ius. Esso, inoltre, non necessita di specifica motivazione in relazione alla sussistenza dell’interesse pubblico ad irrogare la sanzione, neppure quando l’abuso sia stato commesso parecchi anni prima, non essendo configurabile nessun legittimo affidamento del contravventore a vedere conservata una situazione di fatto che, in disparte l’idoneità o meno del tempo a consolidarla, rimane contra…

05/11/2007 2645 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il proprietario dell’area che utilizza le strutture abusive, in assenza di idonei argomenti di prova in contrario, deve ritenersi committente dell’opera. Laddove i beni, pur mobili, si trovino in un rapporto di stabile connessione col suolo e vengono utilizzati quali vani abitabili, essi sono da ritenersi idonei a modificare il territorio in modo permanente. Né in contrario rileva l’eventuale carattere precario delle cose, in quanto in materia edilizia ciò che ha significato è l’oggettiva idoneità delle stesse ad incidere sullo stato dei luoghi, sicchè la precarietà va esclusa ogni qualvolta l’opera sia destinata a dare un’utilità prolungata nel tempo. (Consiglio…

31/10/2007 3493 Venezia T.A.R. per il Veneto

Il concetto di ristrutturazione edilizia comprende anche la demolizione seguita dalla fedele ricostruzione del manufatto, con l’unica condizione che la riedificazione assicuri la piena conformità di sagome e volume tra il vecchio e il nuovo manufatto. Il fabbricato nuovo, pur potendo costituire un organismo edilizio anche in tutto diverso, deve essere comunque materialmente riferibile a quello preesistente, in quanto non si può pretendere dagli interventi di demolizione totale e successiva ricostruzione, una fedeltà alla vecchia struttura maggiore di quella esigibile nei casi in cui tale struttura sia in parte conservata, fermo restando che tra il fabbricato vecchio ed il nuovo…

24/10/2007 348 Roma Corte Costituzionale

Le norme CEDU, pur rivestendo grande rilevanza, in quanto tutelano e valorizzano i diritti e le libertà fondamentali delle persone, sono pur sempre norme internazionali pattizie, che vincolano lo Stato, ma non producono effetti diretti nell’ordinamento interno, tali da affermare la competenza dei giudici nazionali a darvi applicazione nelle controversie ad essi sottoposte, non applicando nello stesso tempo le norme interne in eventuale contrasto. Le norme CEDU, in quanto norme pattizie, non rientrano dall’ambito di operatività dell’art. 10, primo comma, Cost. La citata disposizione costituzionale, con l’espressione «norme del diritto internazionale generalmente riconosciute», si riferisce soltanto alle norme consuetudinarie e…

24/10/2007 349 Roma Corte Costituzionale

L’art. 10, primo comma, Cost., il quale sancisce l’adeguamento automatico dell’ordinamento interno alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute, concerne esclusivamente i princìpi generali e le norme di carattere consuetudinario, mentre non comprende le norme contenute in accordi internazionali che non riproducano princìpi o norme consuetudinarie del diritto internazionale. Per converso, l’art. 10, secondo comma, e l’art. 7 Cost. non possono essere riferiti a norme convenzionali diverse da quelle espressamente menzionate. L’art. 11 Cost. è invece la disposizione che ha permesso di riconoscere alle norme comunitarie efficacia obbligatoria nel nostro ordinamento. In riferimento alla CEDU, l’art. 11 Cost. non può…

19/10/2007 5466 Roma Consiglio di Stato

La persona che risiede nello stesso condominio è titolare di una posizione differenziata che lo abilita a contrastare il comportamento inerte tenuto dall’Amministrazione in relazione ad istanze volte a sollecitare l’accertamento di abusi edilizi riferibili ad altro condomino. Il proprietario di un’ area o di un fabbricato, nella cui sfera giuridica incide dannosamente il mancato esercizio dei poteri ripristinatori e repressivi relativi ad abusi edilizi da parte dell’organo preposto, è titolare di un interesse legittimo all’esercizio dei medesimi poteri e può pretendere, se non vengano adottate le misure richieste, un provvedimento che ne spieghi esplicitamente le ragioni, con la conseguenza…

11/10/2007 5329 Roma Consiglio di Stato

Il Comune può introdurre prescrizioni urbanistiche a fini di protezione ambientale, anche indipendentemente e oltre le specifiche normative di settore, rientrando siffatto potere nell’attività di pianificazione generale di competenza del Comune. Infatti, la tutela dei valori paesistico-ambientali si realizza anche attraverso la pianificazione urbanistica (Cons. Stato, sez. IV, 10 dicembre 2003, n. 8145) e il Comune, pure ai fini di tutela ambientale, può prendere in considerazione interessi pubblici pertinenti ad altre autorità o enti, comunque connessi alla tutela del paesaggio, ma tutti incidenti sul territorio (Cons. Stato, sez. IV, 11 febbraio 2004 , n. 548).

10/10/2007 5321 Roma Consiglio di Stato

A mente del combinato disposto degli artt. 33 l. n. 47/1985 e 32, co. 27, lett. d), d.l. n. 269/2003, gli abusi commessi in zona sismica, su aree sottoposte a vincolo idrogeologico, paesaggistico, ambientale, con destinazione di P.R.G. a fascia di rispetto di zona demaniale marittima, non sono condonabili. Non è invocabile la violazione dell’art. 10 bis, l. 241/1990, allorquando il provvedimento conclusivo del procedimento abbia contenuto vincolato. Tale norma non è, in ogni caso, applicabile a procedimenti connotati, ex lege, da tratti di assoluta specialità, come quello di condono edilizio straordinario ex art. 32 d.l. n. 269/2003.

08/10/2007 5214 Roma Consiglio di Stato

L’identità della volumetria e della sagoma costituisce un limite solo per gli interventi di ristrutturazione che comportano la previa demolizione dell’edificio; viceversa tali limiti non valgono per gli interventi di ristrutturazione ordinaria (cioè senza previa demolizione) i quali devono mantenere inalterati gli elementi strutturali che individuano e qualificano l’edificio preesistente, potendo però comportare integrazioni strutturali e cioè in pratica anche modifiche non stravolgenti alla sagoma nonchè limitati incrementi di superficie e volume. Le norme comunali non possono qualificare come ristrutturazione un intervento non rientrante nella tipologia divisata dal T.U. 380/2001 e, quindi, non possono escludere dalla definizione tipi di intervento…

04/10/2007 5171 Roma Consiglio di Stato

La clausola della convenzione di lottizzazione che subordina il rilascio delle concessioni edilizie all’allontanamento o comunque alla dismissione dell’attività di un’industria insalubre, è valida ed efficace e non può essere eliminata dalle parti senza che prima non sia eliminata la deliberazione consiliare di approvazione del piano di iniziativa privata. Il mancata avveramento, per qualsiasi ragione, di detta condizione (spostamento o cessazione dell’industria insalubre) determina il blocco delle prestazioni delle parti, per cui il lottizzante non può pretendere il rilascio delle concessioni edilizie (ora permessi di costruire). E ciò, sia perché così è previsto dalla convenzione sottoscritta dalle parti, sia perché la pubblica amministrazione,…

01/10/2007 5035 Roma Consiglio di Stato

La modificazione d’uso da agrumeto a parcheggio, attraverso la trasformazione dei luoghi con opere non autorizzate (copertura e compattamento del terreno con strato di ghiaia) in contrasto con il piano paesistico ed in zona vincolata, configura una sostanziale modificazione delle caratteristiche d’uso dell’immobile, con incremento di carichi urbanistici. Per essa occorre, pertanto, idoneo titolo abilitativo. Per il mutamento della destinazione d’uso con appesantimento dei carichi urbanistici o con manifesto contrasto con i vigenti assetti urbanistici di zona, è necessaria l’autorizzazione dell’Ente locale, per l’elementare e basilare esigenza collettiva di consentire allo stesso Ente locale di gestire in modo ordinato, equo…

18/09/2007 4861 Roma Consiglio di Stato

La destinazione agricola, nell’ambito della pianificazione urbanistica, ha lo scopo di impedire gli insediamenti abitativi residenziali e non anche quello di precludere in via radicale qualsiasi intervento urbanisticamente rilevante. Il potere di pianificazione del territorio (funzionalmente ed ontologicamente distinto da quello di tutela del paesaggio e dell’ambiente) non può precludere insediamenti industriali in aree a destinazione agricola se non in via eccezionale, vale a dire nei casi in cui si discuta di assetto agricolo di particolare pregio, consolidato da tempo remoto e magari accompagnato e favorito da opere di bonifica. La destinazione a zona agricola non impedisce che un sito già…

12/09/2007 4828 Roma Consiglio di Stato

La d.i.a. non è uno strumento di liberalizzazione dell’attività, ma rappresenta una semplificazione procedimentale che consente al privato di conseguire un titolo abilitativo, sub specie dall’autorizzazione implicita di natura provvedimentale (favorevole), a seguito del decorso di un termine (30 giorni) della presentazione della denunzia. La d.i.a. attività costituisce autocertificazione della sussistenza delle condizioni stabilite dalla legge per la realizzazione dell’intervento, sul quale la PA svolge un’eventuale attività di controllo che è prodromica e funzionale al formarsi (a seguito del mero decorso del tempo, non dell’effettivo svolgimento dell’attività) del titolo legittimante l’inizio dei lavori. Il consolidamento del titolo non comporta che…

05/09/2007 1263 Ancona T.A.R. per le Marche

Il rispetto della normativa antisismica è essenziale e la normativa stessa, in quanto funzionale alla sicurezza delle strutture e degli abitati in caso di sisma, mantiene una sua autonomia specifica rispetto a quella urbanistica, informata all’equilibrato dimensionamento e sviluppo degli interventi umani sul territorio. Pertanto può accadere che una costruzione legittima ai sensi della legislazione urbanistica non lo sia alla stregua delle speciali prescrizioni per le zone sismiche, aventi ad oggetto la resistenza strutturale degli edifici e l’incolumità delle persone in caso di crolli e/o di emergenze sismiche. Solo allorché si sia in presenza di interventi di miglioramento strutturale e di…

04/09/2007 737 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

E’ illegittimo il p.r.g. che destini a verde agricolo l’unica area ancora sgombra da costruzioni, posta a ridosso di una zona intensamente costruita abusivamente, ove l’amministrazione non motivi le ragioni della scelta urbanistica. In questi casi, l’amministrazione – per una esigenza basilare di tenuta complessiva del sistema – ha l’obbligo specifico di motivare le ragioni della scelta urbanistica, ancor più di quanto ciò sia necessario nell’ipotesi di lotto intercluso da aree limitrofe edificate in conformità alle regole urbanistico-edilizie.

14/08/2007 2232 Modena Tribunale di Modena

Non costituisce reato la chiusura con serramenta e vetri di una tettoia già esistente, con conseguente aumento di volumetria del locale inferiore al 20% rispetto alla struttura del’edificio principale, in pendenza di D.I.A. sospesa.

13/08/2007 4441 Roma Consiglio di Stato

Il mancato versamento della “2^ rata”, sull’oblazione computata con la domanda di condono edilizio, né nei termini stabiliti dall’art. 35 l. 47/1985, né in quelli fissati dall’art. 39, comma 6, l. 724/1994, rende improcedibile l’istanza di condono, a norma di quest’ultimo articolo, indipendentemente dal mancato versamento delle somme richieste a conguaglio con la determinazione, in via definitiva, dell’importo dell’oblazione.  

10/08/2007 4423 Roma Consiglio di Stato

Ai sensi dell’art. 15, comma 2, T.U. n. 380 del 2001 (riproduttivo di un principio desumibile dall’art. 31 l. 1150 del 1942), il termine per l’inizio e quello di compimento dei lavori “possono essere prorogati, con provvedimento motivato, per fatti sopravvenuti estranei alla volontà del titolare del permesso”. Tali “fatti sopravvenuti” (che possono consistere nel factum principis o in altri casi di forza maggiore) non hanno un rilievo automatico, ma possono costituire oggetto di valutazione in sede amministrativa quando l’interessato proponga una domanda di proroga, il cui accoglimento è indefettibile perché non vi sia la pronuncia di decadenza. L’entrata in…

25/07/2007 1668 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il provvedimento adottato dal Comune a conclusione di un procedimento di verifica della legittimità della DIA, emanato dopo un’autonoma attività istruttoria ed ampiamente argomentato con riferimento alle ragioni giuridiche e di fatto per cui l’Amministrazione ritiene legittimo l’intervento edilizio, sostituisce ad ogni effetto giuridico la DIA presentata, costituendo il titolo di legittimazione dell’intervento stesso. (Sulla base di tale argomento, il TAR ha respinto la eccezione di tardività del ricorso relativa alla impugnazione della d.i.a., in quanto superata dal detto provvedimento di conclusione del procedimento finalizzato alla verifica della conformità edilizia dei lavori di realizzazione delle opere edilizie). Le autorimesse possono…

23/07/2007 699 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

La responsabilità dell’Amministrazione per i danni da illegittimo svolgimento dell’attività amministrativa ha natura extracontrattuale e si configura anche per colpa lieve. Nel caso di violazione di norme, deve farsi riferimento allo homo eiusdem profecionis et condicionis, cioè ad giurista di medio livello che applica professionalmente norme amministrative; pertanto, la mera possibilità, sempre presente, di un’erronea interpretazione normativa va considerata incolpevole solo nell’ipotesi in cui il testo normativo sia insuscettibile di ogni comprensibilità: se cioè nessun elemento consenta all’Amministrazione di sciogliere il dilemma esegetico in modo corretto, prima e senza l’intervento del giudice (si pensi ai casi di norme nuove, del tutto…

19/07/2007 1648 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’istituto della salvaguardia impone di valutare le domande edilizie alla luce della normativa “in fieri”, al solo scopo di non pregiudicarne in anticipo la futura applicazione ed effettività, “ratio” che non può ravvisarsi con riguardo alla repressione dei pregiudizi che già si sono verificati. Se, quindi, il principio di salvaguardia impone il parere di compatibilità paesistica anche se il vincolo è soltanto in via di formazione, certamente non può consentire, nelle more, anche la demolizione degli abusi commessi, non ravvisandosi analogia tra le due situazioni. Il procedimento di integrazione degli elenchi delle bellezze naturali deve concludersi entro 210 giorni, ai sensi…

16/07/2007 4008 Roma Consiglio di Stato

I provvedimenti repressivi di illeciti edilizi possono essere indirizzati anche a persone diverse da quelle che hanno materialmente realizzato l’abuso ma, ai fini della legittimità delle relative ingiunzioni, è sempre necessaria la sussistenza di una relazione giuridica o materiale del destinatario con il bene (in mancanza della quale il destinatario dell’ordine deve intendersi del tutto estraneo alla violazione che si intende sanzionare e i cui effetti si vogliono rimuovere).

09/07/2007 322 Parma Tribunale di Parma

Spettano al dipendente comunale le competenze per la redazione di piani particolareggiati, ove egli sia iscritto nell’albo dei geometri ed ove il Regolamento comunale per la ripartizione del fondo di cui all’art. 18 L. n. 109/94 prescriva che nei Comuni con un numero di abitanti inferiore alle 10.000 unità (come il Comune convenuto), i progetti come quelli in oggetto possono, appunto, essere sottoscritti dai tecnici in possesso del diploma di geometra. Detto compenso spetta anche in difetto di un provvedimento d’incarico adottato formalmente dalla Giunta comunale, laddove il Regolamento comunale disciplinante la materia non preveda la nullità o l’inesistenza di…

05/07/2007 3821 Roma Consiglio di Stato

Una volta pagata la somma determinata ai sensi dell’art. 13, comma terzo, l. 28 febbraio 1985 n. 47 (ottenendo così la concessione in sanatoria e la conseguente estinzione del reato) non è più possibile contestare dinanzi al giudice amministrativo l’ammontare della somma in questione. Infatti tale somma, benché commisurata al contributo di concessione, è corrisposta a titolo di oblazione.

02/07/2007 2139 Venezia T.A.R. per il Veneto

E’ vero che quando si tratti di intervenire su di un bene che non sia di esclusiva proprietà del richiedente, la titolarità della porzione condominiale non è sufficiente, da sola, a legittimare la richiesta del titolo edilizio, in quanto la facoltà di eseguire opere sulla cosa comune ovvero di modificarla a proprie spese si concreta con la compresenza di elementi negativi desumibili dalla formula degli artt. 1122 e 1102 c.c. (assenza del “danno” alle cose comuni, di alterazione della destinazione e di pregiudizio dell’uso comune), ma l’accertamento di tali elementi negativi deve essere compiuto dall’Amministrazione soltanto sulla base di parametri…

25/06/2007 934 Firenze T.A.R. per la Toscana

Nell’ambito della fascia di rispetto autostradale o stradale il vincolo di inedificabilità è assoluto per cui sono irrilevanti le caratteristiche concrete delle opere abusive realizzate nell’ambito della fascia medesima; il divieto di costruire è, infatti, in questo caso correlato alla esigenza di assicurare un’area libera utilizzabile dal concessionario dell’autostrada, all’occorrenza per installarvi cantieri, depositare materiali, per necessità varie e, comunque, per ogni necessità di gestione relativa ad interventi in loco sulla rete autostradale. (Nel caso di specie si trattava dell’ampliamento abusivo di circa mq. 8 di una capanna retrostante il fabbricato, da destinare a garage, la cui lunghezza era stata…

21/06/2007 3315 Roma Consiglio di Stato

Ai sensi dell’art. 31, comma 2, l. 47/1985, in caso di opere interne ad edifici già esistenti, ai fini dell’accoglimento della domanda di condono per il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile, è necessario il “completamento funzionale” dello stesso entro il termine fissato dalla legge. Le opere interne abusive, per essere complete, debbono risultare tali da permettere l’uso in relazione alla funzione cui sono destinate e, quindi, contenere tutti gli elementi essenziali alla loro destinazione d’uso. (Nel caso di specie il condono edilizio era stato richiesto per locali ad uso ufficio che, al momento dell’istanza, erano privi di perimetrazione, dunque più…

21/06/2007 3385 Roma Consiglio di Stato

E’ illegittimo il P.R.G. (variante), se alla deliberazione di approvazione del medesimo hanno partecipato alcuni consiglieri comunali che erano personalmente interessati alle destinazioni di piano, poichè è regola generale dell’ordinamento giuridico che i soggetti interessati (o comunque parenti ed affini entro il quarto grado di soggetti interessati) si astengano dalla partecipazione alla discussione e all’approvazione di provvedimenti che possano produrre effetti nella loro sfera giuridica. In questo caso la variante va annullata integralmente, e non soltanto nella parte che riguarda i consiglieri incompatibili, in quanto la regola che vuole l’astensione dei soggetti interessati è di carattere generale e tende ad evitare…

18/06/2007 5534 Roma T.A.R. per il Lazio

Il mutamento di destinazione d’uso esula senz’altro dalla nozione di manutenzione ordinaria o straordinaria (art. 3, comma 1, lettere a e b del D.P.R. 6.6.2001, n. 380 – Testo Unico dell’Edilizia), può rientrare fra gli interventi di risanamento conservativo (art. 3 cit., lettera c), nei limiti delle destinazioni compatibili con la struttura – e con la categoria funzionale – dell’immobile stesso, o va senz’altro ricompreso nell’ampia nozione di ristrutturazione, nei termini di cui al medesimo citato articolo 3, lettera d); quanto al titolo abilitativo necessario, il permesso di costruire è senz’altro richiesto – anche per il mero mutamento di destinazione…

12/06/2007 3094 Roma Consiglio di Stato

L’art. 9 del D.M. n. 1444 del 1968 (che prescrive la distanza minima inderogabile di m. 10 tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti) non è volto alla tutela della riservatezza, ma alla salvaguardia di imprescindibili esigenze igienico sanitarie (salubrità dell’edificato). Tale distanza è, dunque, tassativa ed inderogabile (a differenza delle distanze dal confine) per via di private pattuizioni, ed opera, sia nel caso in cui una sola delle due pareti frontistanti sia finestrata, sia nel caso in cui la nuova opera sia di altezza inferiore rispetto alle preesistenti vedute o parzialmente nascosta dal muretto e dalla recinzione di…

01/06/2007 529 Brescia T.A.R. per la Lombardia

E’ irragionevole una previsione di P.R.G. che – in presenza di un’opera significativa ma della quale si ignora il percorso preciso – sottopone ad un rigoroso regime urbanistico un’estesa fascia di territorio, con il dichiarato intento di garantire all’amministrazione la possibilità di esaminare e vagliare, prima di ogni ulteriore intervento nella zona, la concreta incidenza della tramvia. Ove la nuova destinazione urbanistica sia conferita con una variante limitata ad una determinata zona del territorio comunale (cfr. T.A.R. Sicilia Catania, sez. I – 15/12/2006 n. 2488; Consiglio di Stato, sez. IV – 5/10/2005 n. 5369) la variante necessita di una motivazione…

24/05/2007 7 Roma Consiglio di Stato – Adunanza Plenaria

L’adeguatezza della motivazione della deliberazione con cui viene reiterato un vincolo preordinato alla espropriazione va valutata tenendo conto, tra le altre, delle seguenti circostanze, rilevanti nel loro complesso: a) se la reiterazione riguardi o meno una pluralità di aree, nell’ambito della adozione di una variante generale o comunque riguardante una consistente parte del territorio comunale; b) se la reiterazione riguardi soltanto una parte delle aree già incise dai vincoli decaduti, mentre per l’altra parte non è disposta la reiterazione, perché ulteriori terreni sono individuati per il rispetto degli standard; c) se la reiterazione sia stata disposta per la prima volta…

18/05/2007 365 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

E’ illegittima la richiesta di pagamento di un conguaglio degli oneri di urbanizzazione, in aggiunta a quanto già pagato al momento del rilascio della concessione edilizia.

10/05/2007 339 Trieste T.A.R. Friuli – Venezia Giulia

I termini “sponde” e piedi degli argini” dai quali misurare la fascia di rispetto di 150 metri ai sensi dell’art. 142, comma 1, lett. c), del D.L.vo n. 42/04 si equivalgono ed è al termine sponda che occorre fare precipuo riferimento, intendendosi per sponda il confine naturale della ordinaria portata dell’acqua nelle sue variazioni stagionali, mentre gli argini costituiscono le barriere esterne per lo più artificiali, erette a ulteriore difesa del territorio per il caso di piene eccezionali.

03/05/2007 3917 Roma T.A.R. per il Lazio

E’ ammissibile la presentazione di una domanda di condono da parte del soggetto titolare di un diritto personale di godimento (conduttore), ma nel contempo la medesima posizione giuridica soggettiva non consente di per sè il rilascio della conseguente concessione edilizia in sanatoria, che presuppone il consenso, quantomeno implicito, del legittimo proprietario del bene interessato dalle opere edilizie.

02/05/2007 483 Salerno T.A.R. per la Campania

Le aree destinate a verde, pur importando l’inedificabilità dell’area, non hanno natura di vincolo ablatorio o di vincolo tale da svuotare di contenuto il diritto di proprietà rendendolo totalmente inutilizzabile, ma rientrano nell’ambito della normale conformazione della proprietà privata (cosiddetta “zonizzazione”, ovvero espressione del potere di pianificazione del territorio, teso a programmarne l’ordinato sviluppo), così che la relativa prescrizione non è indennizzabile, nè è soggetta al limite temporale d’efficacia di cinque anni di cui all’art. 2 della L. 19 novembre 1968 n. 1187″ (giurisprudenza consolidata; ex multis cfr. T.A.R. Lazio Roma, sez. II, 9 settembre 2005 n. 6786; T.A.R. Lombardia…

20/04/2007 1732 Torino T.A.R. per il Piemonte

L’avvenuta acquisizione al demanio dello Stato di tutti i corsi d’acqua esclude qualsiasi rilevanza agli elenchi di cui all’art. 1 R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, nel senso che tale iscrizione non ha più valore condizionante (né dichiarativo) della natura pubblica del singolo corso d’acqua, che è ormai pubblico per legge. Il divieto di costruzione di manufatti ad una certa distanza dagli argini dei corsi d’acqua, contenuto nell’art. 96 lett. f ) T.U. 25 luglio 1904 n. 523, si applica ormai a tutti i corsi d’acqua indistintamente considerati. Tale divieto ha carattere inderogabile, salvo che lo scopo dell’attività costruttiva lungo…

19/04/2007 295 Reggio Calabria T.A.R. per la Calabria

Una motivazione specifica in ordine alle scelte generali compiute dall’Amministrazione in sede di P.R.G. si impone solo in presenza di situazioni idonee a creare aspettative e affidamenti nei privati, quali l’esistenza un piano di lottizzazione debitamente approvato e convenzionato ovvero un giudicato di annullamento del diniego di concessione edilizia. Le Amministrazioni comunali possono e devono costruire gli strumenti urbanistici intorno a linee guida che esaltino il momento del recupero e della razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, atteso che lo strumento urbanistico generale non presuppone inderogabilmente tendenze espansive edilizie e demografiche, ma, al contrario, una moderna e realistica concezione dell’urbanistica appare…

11/04/2007 1572 Roma Consiglio di Stato

Al fine di distinguere una nuova concessione edilizia dalla variante, gli elementi da prendere in considerazione sono costituiti dalle modificazioni quantitative o qualitative apportate all’ originario progetto riguardanti in particolare la superficie coperta, il perimetro, la volumetria nonché le caratteristiche funzionali e strutturali (interne ed esterne) del fabbricato (giurisprudenza costante; cfr. ad es. V Sez. n. 249 del 2003). (Nel caso di specie si è ritenuto che la variante alla concessione edilizia, comportando in sostanza solo una modesta rototraslazione della sagoma di due dei tre capannoni rispetto al progetto approvato, dovesse considerarsi variante minore o non essenziale).

30/03/2007 576 Cagliari T.A.R. per la Sardegna

Il piano di lottizzazione non è necessario ogniqualvolta si sia in presenza di un’area già interamente urbanizzata, che non necessità quindi di ulteriori opere di urbanizzazione per l’insediamento di nuovi abitanti. A tal fine non è, però, sufficiente un qualsiasi stadio d’urbanizzazione di fatto per eludere il principio fondamentale della pianificazione, essendo la pianificazione delle urbanizzazioni doverosa fino a quando essa conservi una qualche utile funzione anche in aree già compromesse o urbanizzate (cfr. T.A.R. Puglia Lecce, sez. III, 18 gennaio 2005, n. 164; Consiglio Stato, sez. V, 22 giugno 2004, n. 4350; T.A.R. Campania Napoli, sez. IV, 7 luglio 2006, n….

23/03/2007 923 Venezia T.A.R. per il Veneto

E’ legittima l’ordinanza di rimessa in pristino dello stato dei luoghi, relativa ad un vigneto che che ha alterato in maniera permanente il paesaggio, laddove il Comune si sia dotato di una specifica disciplina urbanistica che impone, non solo divieti, ma altresì che ogni intervento concorra al “ripristino” del paesaggio agrario.

08/03/2007 382 Milano T.A.R. per la Lombardia

La circostanza che un locale sia pavimentato e dotato di riscaldamento non è, di per sé, oggettivamente incompatibile con la qualificazione del vano come “cantina” (intesa, ovviamente, come locale ad uso deposito, e non come locale per la conservazione di vini), né costituisce elemento sufficiente a comprovare la trasformazione della “cantina” in locale accessorio “ad uso sala lettura/musica”, tanto più che trattasi di vano non collegato all’abitazione, ma accessibile esclusivamente dalle parti comuni. Sono irrilevanti, e comunque insufficienti a corroborare un illecito edilizio, la presenza nella cantina di oggetti di arredo e di apparecchiature elettroniche, nonché il modo e l’ordine…

06/03/2007 239 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima, per difetto di motivazione, la reiterazione di un preesistente vincolo a parcheggio pubblico scaduto per il decorso del termine quinquennale previsto dall’art. 2 della legge n. 1187/1968, ove il Comune non abbia dimostrato l’effettiva sussistenza di attuali esigenze idonee a giustificare la reiterazione del vincolo.

02/03/2007 64 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

Il contributo di urbanizzazione ha natura corrispettiva, a differenza del costo di costruzione, la cui natura è controversa e che, secondo parte della giurisprudenza, costituirebbe una prestazione di natura tributaria (v. Cass. 27 settembre 1994 n. 7874, C.d.S. sez. V 462/1997, C.G.A. 203/1999). Il contributo di urbanizzazione ex art. 11 secondo comma della L. 28 gennaio 1977 n. 10 deve essere determinato al momento del rilascio della concessione ed è quindi a tale momento che occorre avere riguardo per la determinazione della entità del contributo facendo perciò applicazione della normativa vigente al momento del rilascio del provvedimento concessorio (sez. V…

26/02/2007 197 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima la concessione edilizia rilasciata dopo il termine di scadenza del piano particolareggiato di iniziativa pubblica e per la realizzazione di un edificio non previsto dal piano medesimo (nel caso di specie la convenzione stipulata nel 1992 prevedeva l’ultimazione degli edifici entro dieci anni, mentre il permesso di costruire è stato rilasciato nel 2005). Una variante ad un piano particolareggiato di iniziativa pubblica non può dirsi efficace ove non segua la stipulazione di ulteriore convenzione attuativa. Detto convenzionamento è necessario anche per un piano di iniziativa pubblica, ai sensi dell’art. 22 della legge regionale Emilia – Romagna n. 47…

07/02/2007 32 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Con riferimento ad un complesso immobiliare sottoposto alla tutela di cui alla L. n. 1089 del 1939, un soppalco che, sorretto da struttura portante, si estende sulla parete del vano soggiorno per una superficie pari alla metà di quella dell’alloggio, non è un mero arredo interno, all’occorrenza rimuovibile ed estraneo al giacimento culturale e, quindi, non modificativo della consistenza e dell’identità del bene. Risulta evidente, infatti, che detta opera si integra nella struttura dell’immobile, comportando altresì una rilevante modifica dell’altezza di considerevole parte dell’unità immobiliare.

06/02/2007 486 Roma Consiglio di Stato

La convenzione di lottizzazione, pur rappresentando un istituto di complessa ricostruzione, a causa dei profili di stampo giuspubblicistico che si accompagnano allo strumento dichiaratamente contrattuale, è concordemente ritenuta frutto dell’incontro di volontà delle parti contraenti nell’esercizio dell’autonomia negoziale retta dal codice civile, con contenuto vincolante per i sottoscrittori, salvo il ricorso agli strumenti di tutela in caso di invalidità del contratto (cfr. Cons. Stato, Sez. IV, 28 luglio 2005, n. 4014). Pertanto, tenuto conto dell’esigenza di definire nell’accordo di lottizzazione tutti gli aspetti patrimoniali del rapporto, in modo da assicurare la realizzazione dell’intervento urbanistico secondo le esigenze del privato e…

26/01/2007 82 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La realizzazione di una recinzione metallica delle dimensioni di circa m. 11,60×3,70 sorretta da paletti infissi al suolo, senza realizzazione di alcuna opera muraria, non richiede alcuna concessione o autorizzazione edilizia in quanto costituisce non già una trasformazione urbanistica, in quanto non comporta una trasformazione morfologica del territorio, ma estrinsecazione lecita dello jus excludendi alios immanente al diritto di proprietà.

22/01/2007 55 Firenze T.A.R. per la Toscana

a distanza di 10 metri tra fabbricati ex art. 9 D.M. 1444/68 deve essere calcolata con riferimento ad ogni punto dei fabbricati e non alle sole parti che si fronteggiano (C.d.S., V, 16/2/79 N. 89) ed indipendentemente dal fatto che la parete sopraelevata si trovi alla medesima o a diversa altezza rispetto all’altra (Cass., II, 3/8/99 n. 8383, nonché TAR Emilia-Romagna, II, 30/3/06 n. 348), anche accettando, in linea di principio, il criterio del computo in modo “lineare” e non “radiale”.

17/01/2007 431 Napoli T.A.R. per la Campania

La destinazione di un’area a verde agricolo non implica necessariamente che l’area soddisfi in modo diretto e immediato gli interessi agricoli, potendo giustificarsi con esigenze dell’ordinato governo del territorio quale la necessità di impedire una ulteriore attività edificatoria o un congestionamento dell’area mantenendo un equilibrato rapporto tra aree libere e aree edificate (cfr, ex multis, C. d.S. Sez. IV, 7.6.2004 n. 3599). La pavimentazione di un’area adibita a deposito di veicoli incidentati non solo non altera, per l’irrilevante sua consistenza edilizia, l’anzidetto rapporto, palesandosi con esso pienamente compatibile, ma, rendendo l’area maggiormente aderente alla sua concreta destinazione funzionale, attenua apprezzabilmente…

16/01/2007 28 Salerno T.A.R. per la Campania

E’ illegittima una condizione apposta ad una concessione edilizia che non sia volta a perseguire alcun interesse pubblico riconducibile alla materia urbanistico-edilizia, in contrasto con il principio di tipicità dei provvedimenti amministrativi. (Nel caso di specie, l’efficacia della concessione edilizia veniva subordinata all’assunzione dell’impegno “a rinunciare alla proposizione di ogni azione risarcitoria nei confronti del Comune o dei suoi rappresentanti qualora dovessero essere respinti i ricorsi aventi ad oggetto il diniego della pratica di condono”).

12/01/2007 81 Venezia T.A.R. per il Veneto

L’art. 10, II comma del DPR n. 380/01, che demanda alle Regioni il compito di determinare quali mutamenti dell’uso di immobili o di loro parti siano subordinati a permesso di costruire ovvero a denuncia di inizio attività, va correttamente interpretato nel senso che, qualora la Regione non provveda – come non ha provveduto la Regione Veneto – a dettare la relativa disciplina includendo le singole fattispecie nell’una o nell’altra categoria giuridica, il cambio di destinazione d’uso va necessariamente assoggettato a DIA. La DIA costituisce autocertificazione della sussistenza delle condizioni stabilite dalla legge per la realizzazione dell’intervento, sul quale la PA…

30/12/2006 8262 Roma Consiglio di Stato

La rilevanza giuridica della concessione edilizia (e quindi della concessione in sanatoria o cosiddetto condono) si esaurisce nell’ambito del rapporto pubblicistico tra comune e privato richiedente, senza estendersi ai rapporti tra privati. La concessione così come il condono sono rilasciati sempre con salvezza dei diritti dei terzi, mentre il conflitto tra proprietari, interessati in senso opposto alla costruzione, va risolto in base al raffronto tra le caratteristiche dell’opera e le norme edilizie che la disciplinano, ai sensi dell’art. 871 codice civile. Pertanto, il condono edilizio interessa i rapporti fra la p.a. e il privato costruttore, che può fruirne anche se…

19/12/2006 1711 Genova T.A.R. per la Liguria

La sopraelevazione – per tale intendendosi qualsiasi costruzione che si eleva al di sopra della linea di gronda di un preesistente fabbricato – deve rispettare le distanze legali tra costruzioni stabilite dalla normativa vigente al momento della realizzazione della stessa, poiché comporta sempre un aumento della volumetria preesistente (cfr. T.A.R. Puglia Lecce, sez. III, 27 gennaio 2006, n. 565 e Cassazione civile , sez. II, 12 gennaio 2005, n. 400). L’art. 9, comma 1, d.m. 2 aprile 1968, n. 1444, laddove prescrive per gli edifici ricadenti in zone territoriali diverse dalla zona A la distanza minima assoluta di dieci metri…

18/12/2006 4095 Venezia T.A.R. per il Veneto

La DIA costituisce autocertificazione della sussistenza delle condizioni stabilite dalla legge per la realizzazione dell’intervento, sul quale la PA svolge un’eventuale attività di controllo che è prodromica e funzionale al formarsi (a seguito del mero decorso del tempo, non dell’effettivo svolgimento dell’attività) del titolo legittimante l’inizio dei lavori. Il consolidamento del titolo non comporta che l’attività del privato possa andare esente da sanzioni quando sia difforme dal paradigma normativo, con la conseguenza che anche dopo il termine previsto per la verifica dei presupposti e dei requisiti di legge (30 gg.) l’Amministrazione non perde il potere di vigilanza e sanzionatorio attribuitole…

14/12/2006 7404 Roma Consiglio di Stato

Non occorre la comunicazione di avvio del procedimento di demolizione di opere abusive solo nei casi in cui, non solo i provvedimenti della P.A. siano vincolati, ma i fatti che ne costituiscono il presupposto e la loro valutazione siano pacifici ed incontestati da parte del privato. (Cfr., ex multis, Cons. St., sez. V, 2 aprile 2003, n. 1701; id. 26 febbraio 2003, n. 1095; id., 11 maggio 2004, n. 2953).

04/12/2006 3966 Venezia T.A.R. per il Veneto

I geometri non possono presentare progetti per la realizzazione di costruzioni civili aventi consistenti dimensioni (nel caso di specie, un complesso di case a schiera, con cantine sotterranee ed autorimesse pertinenziali in adiacenza dell’edificio a destinazione residenziale) ed implicanti l’impiego del cemento armato, essendo detta attività riservata alle competenze degli ingegneri e degli architetti. La competenza dei geometri è limitata alle sole costruzioni minori, di modeste dimensioni e, come ha precisato Corte costituzionale con sentenza 27 aprile 1993 n. 199, per accertare se una costruzione sia da considerare “modesta“, il criterio basilare cui fare appello é quello tecnico – qualitativo…

22/11/2006 530 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittimo il diniego di condono edilizio, motivato con la considerazione che l’installazione del cancello – oggetto della richiesta di sanatoria – concreta un’indebita interdizione dell’accesso ai parcheggi privati di uso pubblico previsti dalla concessione edilizia. La legislazione di settore vedrebbe, infatti, disattesa la generale prescrizione sul rapporto di coessenzialità tra le infrastrutture per l’urbanizzazione e i relativi insediamenti – a tutela della funzionalità e qualità igienico-sanitaria di questi ultimi – ove si ammettesse il condono di un manufatto che ha la specifica funzione di impedire il libero accesso a parcheggi di uso pubblico, così sacrificandone la funzione naturale. La…

06/11/2006 5083 Firenze T.A.R. per la Toscana

L’individuazione e la valutazione dell’entità degli standard urbanistici è un’operazione che esula dal contenuto previsionale proprio del Piano Strutturale, che, per espressa definizione dell’art. 24 della legge regionale Toscana n. 5/95, reca, più precipuamente “le indicazioni strategiche”,”gli indirizzi di sviluppo” nonché gli “indirizzi programmatici” per l’attuazione del P.R.G,”, lì dove la predetta legge della Regione Toscana recante norme per il governo del territorio pone specificatamente in capo al Regolamento Urbanistico (art. 28), la funzione di individuare e quantificare le aree destinate agli standard urbanistici. [Occorre, però, considerare che la legge regionale n. 5/1995 è stata abrogata dall’art. 200, comma 1,…

30/10/2006 9245 Napoli T.A.R. per la Campania

La convenzione di lottizzazione è un contratto del tutto particolare, che accede al piano di lottizzazione e ne costituisce condizione legale di efficacia. Essa è estrinseca alla lottizzazione, la cui fattispecie si esaurisce e conclude con la deliberazione consiliare di approvazione. La convenzione di lottizzazione stipulata dopo la scadenza del termine decennale di efficacia del piano di lottizzazione, è priva del suo necessario presupposto e, pertanto, deve ritenersi tamquam non esset.

26/10/2006 6399 Roma Consiglio di Stato

Il decreto ministeriale 2 aprile 1968 n. 1444 trae dall’art. 41 quinquies della legge urbanistica (come modificato dall’art. 17 L. 6 agosto 1967 n. 765, c.d. legge ponte) la forza di integrare con efficacia precettiva il regime delle distanze nelle costruzioni, sicchè la distanza di dieci metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, predeterminata con carattere cogente in via generale ed astratta in considerazione delle esigenze collettive connesse ai bisogni di igiene e di sicurezza, vincola anche i Comuni in sede di formazione e di revisione degli strumenti urbanistici, con la conseguenza che ogni previsione regolamentare in contrasto…

16/10/2006 6134 Roma Consiglio di Stato

La sospensione della concessione edilizia – e non già dei lavori necessari per la realizzazione della progettata opera edilizia – è atipica, essendo sconosciuta al vigente sistema urbanistico-edilizio. La concessione può soltanto essere annullata in presenza di determinati presupposti. L’adozione di deliberazioni di variante rispetto all’originario PRG non giustifica l’esercizio del potere di annullamento, che postula l’esistenza di uno strumento urbanistico approvato e pubblicato nelle forme di legge. La variante di un piano regolatore generale che conferisce nuova destinazione ad aree che risultano già urbanisticamente classificate necessita di apposita motivazione solo allorché le classificazioni siano assistite da specifiche aspettative in capo…

10/10/2006 10240 Roma T.A.R. per il Lazio

Un lotto gravato da un vincolo espropriativo derivante dall’approvazione di un piano di zona (che ha destinato l’area a “servizi pubblici”), rimasto inattuato o solo parzialmente attuato, ma che è decaduto per decorrenza dei termini senza l’attivazione delle procedure ablatorie, non può considerarsi “zona bianca”. Affinché la decadenza dello strumento attuativo determini la situazione del tutto peculiare di cui all’art. 4 l. 28 gennaio 1977, n.10 (limiti propri dei comuni sforniti di piano generale) è necessario, infatti, che difetti in tutto o in parte una disciplina desumibile dal P.R.G. (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 1° febbraio 1995, n. 163) e…

05/10/2006 3508 Bari T.A.R. per la Puglia

Nel concetto di ristrutturazione edilizia è compresa anche la demolizione seguita dalla ricostruzione del manufatto, purché ne sia assicurata l’identità di sagoma, di volume e di superficie (ex multis C.d.S. Sez. V 1.4.2006 n. 2085). E’, pertanto, illegittimo il diniego di concessione edilizia relativo al progetto di ristrutturazione che non prevede aumento di volumetria esterna, ma solo la realizzazione di uno spazio interrato, da adibire a parcheggio ai sensi dell’art 9 comma 1 della L. 122/89 (c.d. Legge Tognoli).

04/10/2006 9912 Roma T.A.R. per il Lazio

E’ illegittimo il provvedimento di annullamento di una autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune, laddove essa contenga una motivazione adeguata a giustificare l’autorizzazione rilasciata, in quanto dalla stessa sia desumibile l’iter logico seguito dall’amministrazione comunale. (Nel caso di specie il Comune era pervenuto alla favorevole valutazione, ai fini della tutela del vincolo paesaggistico, della realizzazione di n. 35 autorimesse, perché esse erano interrate e avrebbero perciò evitato la costruzione di strutture sopra il livello del suolo e lo stazionamento di autoveicoli sul terreno, scelta progettuale questa che è stata ritenuta maggiormente coerente con il vincolo paesaggistico, stante le limitate dimensioni ed…

22/09/2006 8243 Napoli T.A.R. per la Campania

La legittimazione ad aedificandum non resta circoscritta al solo proprietario. ma si estende ad ogni altro soggetto titolare di un diritto (non importa se reale o personale) che lo legittimi, nei confronti del proprietario dell’area e, di conseguenza, nei confronti dell’autorità, ad eseguire le previste trasformazioni urbanistico-edilizie del suolo.

18/09/2006 2184 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Alla scadenza del termine di validità di una autorizzazione edilizia in precario, la costruzione diventa abusiva e deve essere demolita. E’ illegittima la pratica di salvataggio di opera abusiva, finalizzata a proteggere interessi privati scaturenti da comportamenti antigiuridici, attuata mediante approvazione di varianti specifiche finalizzate ad assegnare all’area una destinazione urbanistica compatibile con il mantenimento del fabbricato. E’ illegittima la proroga del termine di legge per demolire l’opera abusiva, finalizzata al fine, non consentito, di evitare la demolizione mediante l’approvazione di una variante urbanistica, che renda il manufatto compatibile con la nuova destinazione di zona.

13/09/2006 2032 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Lo spianamento di un’area agricola e la realizzazione di una platea in cemento di circa 100 mq.  con posizionamento di due prefabbricati necessita di previo rilascio della concessione edilizia.

11/09/2006 5239 Roma Consiglio di Stato

La disposizione contenuta nell’art. 52 del Regolamento per la professione di ingegnere e di architetto (approvato con R.D. n. 2537/1925) è tuttora vigente e non è stata superata dalla direttiva comunitaria 10 giugno 1985, n. 384. Essa comporta che devono essere affidate alla specifica professionalità dell’architetto <>. Restand invece nella competenza dell’ingegnere civile la cd. parte tecnica, cioè <> (in questi termini Cons. St. II, n. 2038/2002 del 24 novembre 2004).

01/09/2006 3175 Torino T.A.R. per il Piemonte

Il carattere contrattuale della convenzione urbanistica definitivamente stipulata esclude il potere del Comune di modificarne unilateralmente il contenuto (Cons. St., V, 4 gennaio 1993, n. 14; Cons. St., V, 15 aprile 1996, n. 426; T.A.R. Piemonte, I, 21 novembre 2001, n. 2154; T.A.R. Piemonte, I, 27 marzo 2002, n. 748).

30/08/2006 5061 Roma Consiglio di Stato

Per effetto della normativa introdotta dall’art. 1 del d.lgs. 27 dicembre 2002 n. 301, il vincolo della fedele ricostruzione è venuto meno, così estendendosi ulteriormente il concetto della ristrutturazione edilizia, ma non per questo vengono meno i limiti che ne condizionano le caratteristiche e consentono di distinguerla dall’intervento di nuova costruzione: vale a dire la necessità che la ricostruzione corrisponda, quanto meno nel volume e nella sagoma, al fabbricato demolito (Cons. St., Sez. IV, 28 luglio 2005 n. 4011).

21/08/2006 4833 Roma Consiglio di Stato

E’ illegittima la norma delle N.T.A. che riserva al Comune una quota del 50% della capacità insediativa totale di una determinata zona territoriale omogenea, al fine di predisporre “una forma di perequazione che può riservare alla P.A. una funzione di calmierazione e immediato utilizzo delle aree”. Una norma siffatta configura una forma di espropriazione del tutto atipica, non ricondotta e non correttamente riconducibile ad alcuna specifica norma delle leggi vigenti in materia. Non è dato, infatti, rinvenire alcuna disciplina, di fonte legislativa, che autorizzi una riserva di proprietà fondiaria alla mano pubblica – come quella prefigurata nella specie – al…

08/08/2006 52980/99 Strasburgo Corte europea dei diritti dell’uomo

In caso di espropriazione per pubblica utilità, solo l’indennizzo integrale può ragionevolmente compensare la perdita del bene, a meno che non si tratti di misure di riforma economica o giustizia sociale. Salvo che l’espropriazione sia avvenuta nel contesto di una riforma economica, sociale o politica, un indennizzo che non sia integrale e comunque non commisurato al valore di mercato del bene, viola l’articolo 1 del primo protocollo della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, che di seguito si riporta:  Articolo 1 . Protezione della proprietà Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi…

07/08/2006 4780 Roma Consiglio di Stato

Una piscina collocata in una proprietà privata e posta al servizio esclusivo della stessa non è un’opera autonoma, bensì è una pertinenza dell’immobile già esistente, in quanto si intendono per pertinenze, ai sensi dell’art. 817 del codice civile, “le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa” e la piscina è priva di una sua autonomia immobiliare, essendo destinata appunto a determinare un qualcosa che si pone al servizio dell’immobile principale.

07/08/2006 1598 Cagliari T.A.R. per la Sardegna

I “punti d’ormeggio” sono strutture che non importano impianti di difficile rimozione, destinati all’ormeggio, alaggio, varo e rimessaggio di piccole imbarcazioni e natanti da diporto. La sola circostanza che si preveda la realizzazione di una pluralità dei predetti pontili galleggianti, non determina, per ciò solo, un cambiamento qualitativo delle opere medesime da meri “punti d’ormeggio” a “approdi turistici”. Occorre la concessione edilizia per la realizzazione di pontili galleggianti (cfr. TAR Cagliari n. 639 del 29 maggio 2001), trattandosi di opere non precarie ma stabili, che incidono in modo rilevante sull’assetto del territorio, indipendentemente dal fatto che siano costituite o meno da una struttura muraria,…

17/07/2006 1460 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittimo un diniego di condono edilizio relativo ad una tettoia per ricovero autoveicoli giustificato adducendo la vicinanza con edifici di rilevante interesse storico-architettonico e l’uso di materiali dissonanti rispetto al contesto ambientale di riferimento, a nulla rilevando, sia che l’immobile in aderenza al quale era stata costruita la tettoia non fosse vincolato (poiché il giudizio negativo è stato espresso in relazione alle esigenze di salvaguardia estetica dell’intero contesto), sia la mancanza di visibilità dalla strada (poiché la tutela del paesaggio non è ancorata ad un particolare punto di osservazione – cfr. TAR Umbria 24.3.1998 n. 218). La possibilità di…

05/07/2006 7301 Napoli T.A.R. per la Campania

L’’acquisizione delle opere abusive al patrimonio comunale quale conseguenza all’inottemperanza all’ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi emesso dal dirigente dell’ufficio tecnico comunale, costituisce la reazione dell’ordinamento al duplice illecito posto in essere da chi, dapprima esegue un’opera abusiva e poi non adempie all’obbligo di demolirla. L’acquisizione gratuita dell’area, piuttosto che essere una misura strumentale, per consentire al Comune di eseguire la demolizione, oppure una sanzione accessoria di questa, rappresenta, in tutto e per tutto, una sanzione autonoma che consegue all’inottemperanza all’ingiunzione, abilitando poi il Comune ad una scelta fra la demolizione di ufficio e la conservazione del…

16/06/2006 1264 Cagliari T.A.R. per la Sardegna

La verifica di agibilità o abitabilità di cui all’art. 221 del testo unico sulle leggi sanitarie si prefigge di evitare danni alle persone che si trovino ad intrattenersi nei locali che, qualora non sottoposti ad adeguato controllo da parte dell’autorità comunale, potrebbero non avere determinate caratteristiche di igienicità, salubrità, sufficiente aerazione, e di sicurezza. La mancanza del certificato di agibilità di un locale interessato da uso pubblico, qual è quello di uno studio medico convenzionato, unitamente alla accertata assenza dei requisiti igienico sanitari e di sicurezza, impone l’adozione da parte dell’autorità comunale del provvedimento di sgombero dei locali medesimi, previsto…

12/06/2006 708 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Sono assoggettabili a permesso di costruire anche le tettoie, quando siano suscettibili di un autonomo utilizzo e abbiano un proprio impatto volumetrico e, quindi, siano idonee ad incidere in modo permanente e non precario sull’assetto edilizio del territorio. (Nel caso di specie si trattava di due tettoie realizzate con tubi metallici tipo ponteggio e lamiere ondulate come copertura, con pianta irregolare a “L” e dimensioni max m. 16 x 10, lati corti m. 5 x 5, altezze variabili da m. 2,50 a 4,50). La traslazione in altra area di sedime di un manufatto tipo “casamobile” non è qualificabile come ristrutturazione,…

30/05/2006 2602 Firenze T.A.R. per la Toscana

L’installazione di case mobili all’interno di un campeggio non è regolata unicamente dalla legge regionale 42/2000 (legislazione del turismo in Toscana), che consente l’utilizzazione delle piazzole a tal fine. Infatti, per quanto concerne l’utilizzazione del territorio, la normativa turistica/commerciale va necessariamente integrata con quella edilizia. La ricorrente, invece, ha omesso di richiedere qualsivoglia autorizzazione edilizia, procedendo direttamente alla realizzazione delle case mobili e, quindi, giustamente il Comune ha definito abusivo l’intervento e ne ha ordinato la demolizione.

15/05/2006 2696 Roma Consiglio di Stato

E’ illegittimo il P.R.G. di Riccione nella parte in cui subordina la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera a condizioni ulteriori e diverse rispetto all’unica prevista dalla normativa statale e regionale di riferimento, cioè la non convenienza economica della gestione. La “non convenienza” economica della gestione deve essere apprezzata in termini oggettivi, ancorando cioè la valutazione delle effettive potenzialità economiche dell’azienda alle sue peculiari caratteristiche fisiche, spaziali e funzionali, a nulla rilevando, per contro, le soggettive capacità organizzative dell’imprenditore. I comuni godono di un’ampia discrezionalità nell’individuare i parametri idonei a rappresentare i fattori più significativi di detta capacità produttiva, fatta…

15/05/2006 609 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il PSC non possiede una autonoma capacità conformativa, di talché la definitiva destinazione urbanistica viene impressa alla proprietà solo al termine del processo di formazione di PSC-RUE-POC. La disciplina del PSC non è direttamente applicabile, ma si rendono necessarie le ulteriori previsioni di RUE e POC per poter verificare la sussistenza dei presupposti per il rilascio del permesso di costruire o per la formazione di un piano attuativo. Solo in presenza della disciplina definitiva contenuta nel RUE e nel POC è possibile stabilire le esatte, rispettive ed univoche corrispondenze tra la nuova articolazione del territorio comunale in Sistemi e Spazi…

11/05/2006 191 Roma Corte Costituzionale

E’ incostituzionale l’art. 53, comma 1, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 325 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di espropriazione per pubblica utilità – Testo B), trasfuso nell’art. 53, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità – Testo A), nella parte in cui, devolvendo alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie relative a «i comportamenti delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti ad esse equiparati», non esclude i comportamenti non riconducibili, nemmeno mediatamente, all’esercizio di un pubblico potere.

04/05/2006 2488 Roma Consiglio di Stato

L’istituto dell’asservimento serve ad accrescere la potenzialità edilizia di un’area per mezzo dell’utilizzo, ivi, della cubatura realizzabile in una particella contigua e del conseguente computo anche della superficie di quest’ultima, ai fini della verifica del rispetto dell’indice di fabbricabilità fondiaria. La possibilità di computare la superficie di un lotto vicino, ai fini della realizzazione, in un altro lotto, della cubatura assentibile in quello asservito, si fonda sul rilievo della indifferenza, per il Comune, della materiale ubicazione degli edifici, posto che l’interesse dell’amministrazione si appunta sulla diversa verifica del rispetto del rapporto tra superficie edificabile e volumi realizzabili nell’area di riferimento…

14/04/2006 501 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’infrazione della norma edilizia ha carattere permanente, per cui il provvedimento sanzionatorio interviene comunque su una situazione antigiuridica attuale. Né può considerarsi automaticamente consolidato in materia edilizia, per effetto del mero decorso del tempo, l’interesse privato al mantenimento di una costruzione abusiva, perché altrimenti verrebbero a perdere ogni ragione logica e giuridica tutte le disposizioni in materia di sanatoria introdotte dalla legge 47/85, per le specifiche ipotesi ivi disciplinate ((Nello stesso senso TAR Bologna 29 gennaio 2003, n. 51; 14 marzo 2003, n. 238; TAR Liguria, I, 828/2002). Quanto alla specifica questione se per effetto del tempo trascorso dalla commissione…

10/04/2006 116 Trento Tar Trentino Alto Adige

La trasformazione d’uso dell’immobile è configurabile allorquando l’unità immobiliare, e non i suoi singoli componenti, venga adibita ad utilizzazione diversa da quella per la quale è stata rilasciata la licenza ad edificare. Per gli edifici civili destinati ad abitazione, nel cambio della loro destinazione di uso residenziale (a prescindere dalla realizzazione o meno di opere), deve comunque rinvenirsi la sussistenza di elementi che consentano di individuare una rilevante trasformazione di tale uso e che rivelino che la nuova destinazione impressa ai locali si è tradotta in un effettivo trapasso dalla categoria degli immobili con destinazione abitativa, ad altra, come può…

04/04/2006 1750 Roma Consiglio di Stato

E’ illegittimo, per difetto di motivazione, il diniego di concessione in sanatoria che non evidenzia le effettive ragioni poste alla sua base, limitandosi a richiamare genericamente l’art. 33 (“Opere non suscettibili di sanatoria”) della legge n. 47/1985 (il quale recita: <<Le opere di cui all’articolo 31 non sono suscettibili di sanatoria quando siano in contrasto con i seguenti vincoli, qualora questi comportino inedificabilità e siano stati imposti prima della esecuzione delle opere stesse: a) vincoli imposti da leggi statali e regionali nonché dagli strumenti urbanistici a tutela di interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesistici, ambientali, idrogeologici; b) vincoli imposti da norme statali…

30/03/2006 348 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La disciplina dell’art. 41 quinquies della legge 17/8/1942, n. 1150 integrato dall’art. 9 del D.M. 2/4/1968 n. 1444 riguarda espressamente la distanza fra fabbricati e non la distanza di questi dal confine (Cass, II, 16.2.1996 n. 1021) ed in questo senso costituisce un vincolo per i Comuni in sede di predisposizione degli strumenti urbanistici: vincolo a carattere pubblicistico e inderogabile, in quanto diretto, più che alla tutela di interessi privati, a quella di interessi generali in materia urbanistica (igiene, decoro e sicurezza degli abitati). La prescrizione opera indipendentemente dalla circostanza che una sola delle pareti fronteggiantesi sia finestrata e che…

07/03/2006 97 Bolzano T.A.R. Bolzano

Un rudere può rientrare nel novero delle “costruzioni esistenti”, che possono essere demolite e ricostruite, se si può procedere, con un sufficiente grado di certezza, alla ricognizione degli elementi strutturali dell’edificio stesso, in modo tale che esso possa essere individuato nei suoi connotati essenziali, come identità strutturale, in relazione anche alla sua destinazione.

02/03/2006 166 Genova T.A.R. per la Liguria

L’art. 4 della legge 5 marzo 1990, n. 46 ha imposto la redazione di un’autonoma relazione tecnica per l’installazione degli strumenti elettrici, degli impianti di terra, di quelli che utilizzano il gas, degli ascensori ecc. ed ha con ciò scorporato concettualmente queste attività da quelle volte alla mera realizzazione della costruzione. Va perciò ritenuto che la competenza professionale di un geometra non può estendersi alla predisposizione ed alla vigilanza su quelle attività che implicano l’utilizzo di vari principi della fisica, e si configurano come funzionalmente autonomi rispetto alle opere tipicamente murarie.

28/02/2006 237 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La ristrutturazione urbanistica può interessare anche un singolo lotto di modeste dimensioni su cui insiste un solo edificio. (Nel caso di specie si tratta di un lotto in Comune di Morciano di Romagna sul quale insiste un edificio avente superficie coperta di circa mq. 700, costruito agli inizi degli anni ’70 in base a regolare concessione edilizia e con destinazione a sala cinematografica, al quale il nuovo PRG ha assegnato la destinazione a zona B5 – Isolati soggetti a interventi di ristrutturazione urbanistica). L’unica condizione imprescindibile, a tal fine, è che sia prevista la sostituzione degli edifici esistenti mediante un…

24/02/2006 434 Venezia T.A.R. per il Veneto

Al fine di evitare la decadenza della concessione edilizia sono sufficienti i lavori di recinzione e sbancamento dell’area.

24/02/2006 216 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Dalla legge statale n. 47/85 si desume il principio generale secondo cui spetta alla regione il controllo su tutti i provvedimenti comunali in materia urbanistica, ad eccezione di quelli che, in quanto espressamente contemplati, debbono essere sottoposti a procedura semplificata di approvazione. Ne consegue che sono da ritenersi abrogate le norme regionali che si pongano in contrasto con tale principio, ivi compreso l’art. 15 L.R. n. 47/78, nel testo novellato dall’art. 11 L.R. n. 23/80, nella parte (commi 4° e 5°) in cui, in determinate ipotesi (non riconducibili, peraltro, a quelle delineate dagli artt. 24 e 25 L. n. 47/85),…

20/02/2006 Modena Giudice per le indagini preliminari

La circostanza che un geometra, nell’asseverazione allegata ad una domanda di condono edilizio, qualifichi le opere come manutenzione straordinaria (mentre si trattava di un intervento di demolizione e ricostruzione) non configura il reato di cui all’art. 481 c.p., poiché la qualificazione giuridica delle opere edilizie spetta esclusivamente al comune, per cui la qualificazione prospettata dal richiedente non ha alcuna rilevanza nel procedimento amministrativo di condono edilizio e nessuna idoneità all’inganno può ravvisarsi nella inesatta qualificazione delle opere prospettate dal geometra e dai proprietari. L’inesatta qualificazione giuridica delle opere non può, dunque, considerarsi una falsa asseverazione, in quanto il reato di…

15/02/2006 187 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La ripubblicazione della variante generale al piano regolatore è necessaria solo allorché a seguito dell’accoglimento delle osservazioni presentate vi sia stata una rielaborazione complessiva del piano stesso, e cioè un mutamento delle sue caratteristiche essenziali e dei criteri che presiedono alla sua impostazione (Cfr. C.d.S., Sez. IV, n. 7782/2003). (Nel caso di specie il TAR ha ritenuto non necessaria la ripubblicazione della variante generale, poiché il Comune si è limitato, durante l’iter di approvazione del piano, ad accogliere una osservazione dell’ufficio, mutando la destinazione delle aree di proprietà dei ricorrenti da “zona urbana prevalentemente residenziale” B1, con indice if =…

10/02/2006 49 Roma Corte Costituzionale

 La disciplina del condono edilizio, per la parte inerente ai profili penalistici, è integralmente sottratta al legislatore regionale. Nella disciplina del condono edilizio di tipo straordinario convergono la competenza legislativa esclusiva dello Stato per quanto riguarda la esenzione dalla sanzionabilità penale e la competenza legislativa di tipo concorrente delle Regioni ad autonomia ordinaria in tema di «governo del territorio», nonché di «valorizzazione dei beni culturali ed ambientali», oltre a varie altre competenze innominate riconducibili al quarto comma dell’art. 117 Cost. (ad esempio, commercio, turismo, insediamenti produttivi). I fondamentali poteri di gestione dell’assetto urbanistico ed edilizio del territorio, ivi compreso l’ordinario…

10/02/2006 902 Lecce T.A.R. per la Puglia

Ai sensi dell’art 16 R.D. 274/29, la delimitazione della competenza del geometra in materia di progettazione di strade va effettuata secondo il criterio tecnico-qualitativo della natura e della dimensione della strada da costruire. Non può essere ricondotta nella competenza professionale del geometra la progettazione di una nuova strada che, per le dimensioni e la destinazione, non possa qualificarsi come strada di tenue importanza. (Nel caso di specie si tratava di strade di urbanizzazione che, pur sviluppandosi all’interno del tessuto urbano, potevano comportare opere di una certa complessità, quali ponti o muri di contenimento, ed erano comunque destinate ad accogliere il…

07/02/2006 160 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima l’imposizione di un Piano di recupero se l’area non si trova in un particolare stato di degrado urbanistico, pur necessitando di alcuni significativi interventi di rifunzionalizzazione e ristrutturazione. E’ illegittima la reiterazione del vincolo urbanistico preordinato alla realizzazione di nuove opere di viabilità, se il Comune non fornisce una congrua e specifica motivazione sull’attualità della previsione. (Nel caso di specie si trattava di una strada già prevista in passato e mai realizzata nonostante il notevole lasso di tempo intercorso). Le controversie concernenti il riconoscimento del diritto all’indennizzo per reiterazione di vincoli urbanistici rientrano nell’ampia previsione di salvezza della…

01/02/2006 123 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La presentazione del ricorso al TAR contro un piano particolareggiato non giustifica, in mancanza di un provvedimento del giudice, la sospensione dei lavori concessionati. Infatti, la sospensione dei lavori ha carattere tipico ed è emanabile dal Comune soltanto in via temporanea e cautelare, per una durata massima di 45 giorni, nei soli casi previsti dalla legge e soltanto ove l’Amministrazione attivi d’ufficio un procedimento di autoutela avverso gli atti impugnati, ove ne sussistano i presupposti.

01/02/2006 122 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La circostanza che l’interessato non abbia allegato alla domanda di condono edilizio parte della documentazione necessaria, né abbia successivamente prodotto la prova del versamento dell’intero importo necessario per l’oblazione e la prova dell’avvenuta presentazione all’U.T.E. dell’accatastamento, è ostativa alla formazione del silenzio assenso in quanto l’articolo 35, comma 18, della legge n. 47 del 1985, condiziona la formazione del silenzio assenso, decorsi ventiquattro mesi dalla presentazione della domanda di condono, al pagamento di tutte le somme dovute ed alla presentazione all’U.T.E. della documentazione necessaria per l’accatastamento.

01/02/2006 119 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’installazione di una struttura prefabbricata ove sistemarsi con la famiglia, sia per le caratteristiche strutturali, sia per le dimensioni, sia per l’uso di carattere prolungato a cui è destinata, richiede la concessione edilizia, incidendo in modo permanente e non precario sull’assetto edilizio del territorio (cfr. Cons. Stato, sez. V, sent. 15/6/2000, n. 3321 che richiede la concessione anche per un container non infisso al suolo essendo destinato ad usi permanenti). Lo stato di necessità di disporre di un’abitazione da parte del ricorrente e della famiglia non esime il Comune dal perseguire l’abuso edilizio realizzato, fermo restando che l’Amministrazione comunale dovrà…

01/02/2006 712 Torino T.A.R. per il Piemonte

La convenzione stipulata con il comune che preveda la corresponsione degli oneri per urbanizzazione secondaria, determinati alla luce delle tariffe vigenti al momento della stipula della convenzione stessa, non congela l’ammontare dell’importo dovuto a tale ultimo titolo rendendolo applicabile al fine del rilascio del permesso di costruire, posto che a ciò si oppone la ratio stessa dell’imposizione del pagamento degli oneri di urbanizzazione, che è quella di rendere partecipe chi costruisce alle spese che gravano sulla collettività per le relative, necessarie opere di trasformazione del territorio. Il privato proponente che chieda il permesso di costruire dopo un considerevole lasso di…

23/01/2006 159 Roma Consiglio di Stato

Il contributo per oneri di urbanizzazione, che il privato versa in sede di conseguimento della concessione ad edificare, in ragione del suo obbligo di partecipare ai costi delle opere di trasformazione del territorio, non include il contributo per l’allacciamento alla rete fognaria del fabbricato costruito in base a detta concessione.

23/01/2006 63 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

In occasione del rilascio di un “condono edilizio” ex art. 39 l. 724/94, è legittima la richiesta lire 50 milioni quale monetizzazione per n. 5 posti auto non realizzati.

23/01/2006 61 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Le determinazioni negative assunte dalle Autorità preposte al vincolo ambientale ai sensi dell’art. 32 l. 47/1985 devono essere adeguatamente motivate “sotto il profilo dell’effettiva incidenza dell’opera assentita sui valori paesaggistici”. Non è sufficiente, a tal fine, la formula, generica e di stile: “si esprime parere contrario per l’inaccettabile impatto ambientale e l’uso improprio dei materiali”, in quanto tale formula si esaurisce nell’indicazione della sola manchevolezza afferente il tipo di materiali utilizzati, senza indicare quali sarebbero i materiali corretti e senza neppure menzionare (e men che meno dare compiuto conto de) “le specifiche e peculiari caratteristiche della zona, ritenute meritevoli di…

23/01/2006 67 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’approvazione del progetto di opera pubblica, che valga come dichiarazione implicita di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza a mente dell’art. 1, l. n. 1 del 1978, deve essere preceduta dalla comunicazione dell’avviso di procedimento sancita dall’art. 7 l. 241/1990 (cfr. ex plurimis C. St. IV, n. 1236/2005; Trib. Sup. acque 1 ottobre 2002, n. 120; Cons. Stato, Ad. plen., 24 gennaio 2000, n. 2; 15 settembre 1999, n. 14). L’art. 16 L. n. 109/1994, nel disporre che “La progettazione si articola…. secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed esecutiva…” detta un modus operandi valevole per qualunque…

04/01/2006 21 Modena Tribunale di Modena

I gravi difetti di costruzione che a norma dell’art. 1669 c.c. possono dare luogo all’azione di responsabilità nei confronti dell’appaltatore e, in solido con questi, del progettista/direttore lavori, non si identificano soltanto con i fenomeni che incidono sulla stabilità dell’edificio, ma possono consistere in alterazioni che incidono in modo globale sulla sua struttura e funzionalità e ne menomano apprezzabilmente il godimento. Rientrano, pertanto, tra i gravi difetti di costruzione anche quelli che interessano il tetto, determinando infiltrazioni di acqua piovana.

27/12/2005 5641 Bari T.A.R. per la Puglia

Il diritto di credito del comune al pagamento del conguaglio dell’oblazione e degli oneri di urbanizzazione per condono edilizio ai sensi della legge 28/2/ 1985, n. 47 decorre dalla formazione del silenzio – assenso, significato che, ai sensi dell’art. 35, comma 18, l. 47/85, assume l’inerzia dell’amministrazione protrattasi per 24 mesi dalla presentazione della istanza di condono. [Il citato comma 18 stabilisce che “Fermo il disposto del primo comma dell’articolo 40 (…) decorso il termine perentorio di 24 mesi dalla presentazione della domanda, quest’ultima si intende accolta ove l’interessato provveda al pagamento di tutte le somme eventualmente dovute a conguaglio…

22/12/2005 7343 Roma Consiglio di Stato

Lo spargimento di ghiaia su un’area che ne era in precedenza priva richiede la concessione edilizia allorchè appaia preordinata alla modifica della precedente destinazione d’uso.

16/12/2005 13873 Roma T.A.R. per il Lazio

Il diritto di accesso ai documenti non può essere escluso per il mero fatto che il procedimento amministrativo non si è ancora concluso ovvero a causa del rilievo che i documenti non risultano ancora recepiti in atti aventi rilevanza esterna. (Nel caso di specie, il T.A.R. ha perciò ordinato al Comune di Roma di rilasciare copia del rapporto amministrativo del Corpo della Polizia Municipale, relativo alla costruzione di un muro di metri 45 x 0,50 di altezza, con sovrastanti paletti in ferro e rete metallica).

16/12/2005 583 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittimo il diniego di sanatoria edilizia per la realizzazione, in Parma loc. Fraore di un fabbricato ad uso pizzeria e di tre tettoie, nonché per la sistemazione di alcune aree a giardino senza previo rilascio di concessione edilizia, in area vicina al fiume Taro, soggetta al vincolo ambientale a tutela dei corsi d’acqua di cui all’art. 1 della L. n. 431 del 1985 ed inclusa nel Piano Territoriale Paesistico Regionale tra quelle soggette a possibili esondazioni e per le quali l’art. 17 del Piano espressamente vieta la nuova edificazione di manufatti edilizi. (Nel caso di specie i manufatti abusivi ricadevano…

14/12/2005 4047 Torino T.A.R. per il Piemonte

Un prefabbricato mobile ad uso abitativo su ruote, avente dimensioni di m. 8,00 x 3,10 x 3,00 è soggetto a titolo abilitativo, ove il ricorrente non dimostri il suo carattere temporaneo e, al contrario, sussistano circostanze tali da confermare univocamente che esso è stato installato per un utilizzo tendenzialmente durevole. (Nel caso di specie il ricorrente non aveva offerto alcun elemento atto a dimostrare la natura asseritamente contingente dell’opera).

13/12/2005 7078 Roma Consiglio di Stato

Il proprietario dell’area che non abbia partecipato in alcun modo alla realizzazione delle opere abusive e che, in forza di un contratto di locazione, non ha la disponibilità materiale dell’immobile su cui è stato compiuto l’abuso, non può essere chiamato a rispondere delle violazioni alle norme urbanistiche ed edilizie sulla edificazione di un manufatto cui è rimasto del tutto estraneo. La funzione delle norme che sanciscono il divieto della modifica di destinazione delle aree in zone agricole è quella di garantire la conservazione e lo sviluppo delle attività produttive collegate all’agricoltura e di assicurare al contempo il migliore assetto e…

06/12/2005 2088 Modena Tribunale di Modena

Affinché sussista una veduta a norma dell’art. 900 c.c. è necessario, oltre al requisito della inspectio, anche quello della prospectio nel fondo del vicino, dovendo detta apertura non solo consentire di vedere e guardare frontalmente, ma anche di affacciarsi, vale a dire di guardare anche obliquamente e lateralmente, così assoggettando il fondo alieno ad una visione mobile e globale. L’art. 906 c.c. è applicabile unicamente alle vedute oblique o laterali, cioè a quelle che si esercitano sul fondo del vicino in linea obliqua o laterale e non diretta; diversamente, cioè se la veduta sia nel contempo diretta ed obliqua sullo…

05/12/2005 1676 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I documenti acquisiti nel corso di attività ispettive condotte nell’esercizio di poteri di polizia giudiziaria sono coperti da segreto istruttorio ai sensi dell’art. 329 del c.p.p. e sono sottratti al diritto all’accesso. Tale ipotesi di esclusione automatica ex lege costituisce un’eccezione rispetto al generale principio di accessibilità ai documenti amministrativi fissato dalla legge sul procedimento – L. n 241/1990. (Nel caso di specie il ricorso riguardava un procedimento di accertamento di violazioni edilizie e relativi atti istruttori emessi a tal fine dalla Polizia Municipale di Lugo).

15/11/2005 531 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittimo il diniego di condono edilizio per “incompatibilità ambientale” ove il Comune non fornisca elementi specifici in ordine al pregiudizio che deriverebbe ai valori paesaggistici astrattamente tutelati dalla norma. (Nel caso di specie, trattavasi di un modesto manufatto ad un solo piano su un terreno destinato a zona agricola di rispetto dell’abitato, realizzato a scopi abitativi).

14/11/2005 1638 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il ripristino tipologico (nozione introdotta dall’art. 36 L.R. E.R. n. 47/1978, poi abrogato ad opera del successivo art. 52 L.R. n. 20/2000) riguarda le unità edilizie fatiscenti o parzialmente demolite e indica, in edilizia, quell’operazione che ha per scopo di restituire, ad un dato edificio, l’aspetto e la consistenza che esso presentava in una determinata epoca e che ha, in seguito e per le più svariate vicende, perduto. La ratio del ripristino consiste nella ricostituzione della (esatta) situazione quo ante, cosicché il risultato finale di tale intervento su di un immobile menomato non può in alcun modo condurre ad un…

14/11/2005 1631 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’imposizione dei vincoli previsti dalla legge 1089/1939, pur essendo conseguente ad una valutazione ampiamente discrezionale dell’Amministrazione, deve comunque rispettare i principi di razionalità e proporzionalità dell’azione amministrativa, sanciti dall’articolo 1 della legge n. 241 del 1990, come modificata dalla legge n. 15 del 2005 (congruità del mezzo rispetto al fine perseguito), della specifica valutazione dell’interesse pubblico ‘particolare’ perseguito e della necessità che nella motivazione del provvedimento sia chiaramente espressa l’impossibilità di scelte alternative meno onerose per il privato gravato del vincolo. Ciò al fine di evitare che l’imposizione del vincolo diretto si trasformi in una vincolatività generale e indifferenziata, pur…

14/11/2005 1630 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’imposizione dei vincoli previsti dalla legge 1089/1939, pur essendo conseguente ad una valutazione ampiamente discrezionale dell’Amministrazione, deve comunque rispettare i principi di razionalità e proporzionalità dell’azione amministrativa, sanciti dall’articolo 1 della legge n. 241 del 1990, come modificata dalla legge n. 15 del 2005 (congruità del mezzo rispetto al fine perseguito), della specifica valutazione dell’interesse pubblico ‘particolare’ perseguito e della necessità che nella motivazione del provvedimento sia chiaramente espressa l’impossibilità di scelte alternative meno onerose per il privato gravato del vincolo. Ciò al fine di evitare che l’imposizione del vincolo diretto si trasformi in una vincolatività generale e indifferenziata, pur…

14/11/2005 1636 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 18 l. 47/1985 disciplina due differenti ipotesi di lottizzazione abusiva, la prima, cosiddetta materiale, relativa all’inizio della realizzazione di opere che comportano la trasformazione urbanistica ed edilizia dei terreni, sia in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, approvati o adottati, ovvero di quelle stabilite direttamente in leggi statali o regionali, sia in assenza della prescritta autorizzazione; la seconda, cosiddetta “formale”, che si verifica allorquando, pur non essendo ancora avvenuta una trasformazione lottizzatoria di carattere materiale, se ne sono già verificati i presupposti con il frazionamento o la vendita, o altri atti equiparati, del terreno in lotti (che per le…

14/11/2005 1637 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 18 l. 47/1985 disciplina due differenti ipotesi di lottizzazione abusiva, la prima, cosiddetta materiale, relativa all’inizio della realizzazione di opere che comportano la trasformazione urbanistica ed edilizia dei terreni, sia in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, approvati o adottati, ovvero di quelle stabilite direttamente in leggi statali o regionali, sia in assenza della prescritta autorizzazione; la seconda, cosiddetta “formale”, che si verifica allorquando, pur non essendo ancora avvenuta una trasformazione lottizzatoria di carattere materiale, se ne sono già verificati i presupposti con il frazionamento o la vendita, o altri atti equiparati, del terreno in lotti (che per le…

11/11/2005 1628 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Laddove il termine finale per il pagamento della seconda rata del contributo di costruzione sia correlato al termine finale di efficacia della concessione edilizia, una volta prorogato quest’ultimo termine deve intendersi automaticamente prorogato anche il primo.

10/11/2005 1618 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il piano di recupero ha, tipicamente, una certa flessibilità, coniugando la funzione di risanamento col rispetto, prevalentemente, delle preesistenti destinazioni. E’, quindi, illegittimo un piano di recupero che individui un capannone ad uso artigianale esistente quale unità minima di intervento, prevedendone la radicale modificazione della destinazione d’uso attraverso il riutilizzo dell’immobile con funzione residenziale. Tale previsione contrasta sia con le complessive finalità del piano di recupero, sia con la circostanza che alle zone limitrofe il piano ha assegnato una destinazione B3, cioè zona edificata residenziale con destinazione mista residenziale – commerciale – artigianale.

08/11/2005 68 Bolzano T.A.R. Bolzano

Il concetto di “asservimento” di un’area ad una costruzione è concetto giuridico e non empirico; sicché per potersi parlare di asservimento non è sufficiente che un’area sia, di fatto, a servizio di un edificio, ma occorre che essa abbia ricevuto una tale destinazione o da uno strumento urbanistico o dalle vigenti norme del regolamento edilizio, ovvero, ancora, da un impegno del privato costruttore (che può risultare anche dalla domanda di concessione edilizia), o di altri proprietari, in ogni caso recepiti in sede di rilascio della concessione edilizia, ovvero da una clausola apposta alla concessione medesima (TRGA Bolzano, 29 luglio 1999,…

04/11/2005 2423 Salerno T.A.R. per la Campania

L’art. 14 delle N.T.A. allegate al P.R.G. vigente del Comune di Mercogliano, che definisce le zone F – sottozone F1 come destinate ad “attrezzature collettive”, senza aggiungere alcuna ulteriore espressione volta a limitare alla sola mano pubblica gli eventuali interventi ivi assentibili, è da interpretarsi nel senso che della assentibilità ivi di interventi tanto pubblici quanto privati, con l’unico limite della destinazione di quanto realizzato ad un uso appunto “collettivo”. Le opere di interesse generale costituiscono una categoria logico giuridica nettamente differenziata rispetto a quella delle “opere pubbliche”, comprendendo quegli impianti e attrezzature che, sebbene non destinate a scopi di…

04/11/2005 1603 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittimo il Regolamento del Comune di Forlì per l’installazione e l’esercizio degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile nella parte in cui ne vieta l’installazione in una fascia di 100 metri da determinati ricettori “sensibili” (attrezzature sanitarie, assistenziali, scolastiche e relative aree di pertinenza), poiché alle esigenze di tutela della salute pubblica è già preordinata la normativa statale e il Regolamento comunale non può derogare ai limiti di esposizione fissati dallo Stato al fine di prevenire i rischi derivanti alla popolazione dai campi elettromagnetici.

03/11/2005 504 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Quando più Amministrazioni comunali, associandosi tra loro, hanno attribuito allo «sportello unico» l’esercizio di specifiche funzioni e l’assunzione della responsabilità delle determinazioni finali, la legittimazione passiva in sede giurisdizionale spetta al medesimo «sportello unico», oltre che agli enti che sono intervenuti nel procedimento in quanto investiti della cura degli interessi pubblici coinvolti nella vicenda (v. TAR Puglia, Bari, Sez. III, 8 aprile 2004 n. 1807). La comunicazione del parere sfavorevole della Commissione edilizia, se effettuata dall’organo competente, costituisce manifestazione della volontà di aderire alla decisione della Commissione e del diniego ha tutti gli elementi necessari, con la conseguenza che la…

27/10/2005 1594 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nella disciplina del condono edilizio introdotta dalla legge 47/1985 spetta al richiedente, n solo l’onere di allegare, ma anche di fornire un principio di prova in ordine alla preesistenza del manufatto alla data del 1 ottobre 1983 (ad esempio, con significative fotografie, ricevute di pagamento riguardanti la fornitura di energia elettrica, di gas, bollette telefoniche, ricevute riguardanti materiali di costruzione, ecc.). Se il richiedente non è in grado di fornire tale documentazione, la domanda di condono va respinta. Il verbale di sopralluogo, col quale i tecnici comunali danno atto dell’avvenuta commissione di abusi edilizi, è atto dotato di fede privilegiata,…

21/10/2005 9333 Roma T.A.R. per il Lazio

La tutela giurisdizionale in materia di concessioni edilizie rilasciate a terzi non può essere limitata ai soli proprietari frontisti o confinanti, ma deve essere estesa anche ai non proprietari e a tutti coloro i cui interessi di vita (anche economici) siano comunque correlati all’interesse urbanistico della particolare disciplina di ciascuna zona, tanto da doversi riconoscere a detti interessi la natura di “interessi di zona”, in cui la zona va intesa quale “entità territoriale con peculiari caratteristiche, cui dà rilievo la legislazione urbanistica” (Cassazione civile, sez. un., 25 ottobre 1982, n. 5530). (Nel caso di specie, i ricorrenti erano legati da…

19/10/2005 1566 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai fini dell’impugnazione di un atto diverso da quello originariamente impugnato, mediante motivi aggiunti ex art. 1 L.205/2000 (che ha modificato l’art. 21 L. 1034/1971 allo scopo di concentrare in un unico processo l’impugnazione di provvedimenti diversi da quello originariamente impugnato) , occorre una nuova procura ad litem.

19/10/2005 488 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’esecuzione di una ordinanza cautelare di sospensione dell’atto impugnato costituisce per l’Amministrazione l’adempimento di un obbligo e determina una situazione precaria, che non comporta affatto la cessazione della materia del contendere, nonostante la concorde dichiarazione delle parti in tal senso, ma che anzi richiede, per potersi consolidare, una pronuncia favorevole di merito; tanto in coerenza con il noto orientamento secondo cui, per avere natura interinale, l’attività svolta dall’Amministrazione in ottemperanza ad un’ordinanza cautelare del giudice non modifica in maniera irreversibile la situazione di fatto e di diritto, mentre l’assetto definitivo degli interessi contrapposti è dato soltanto con la sentenza di…

10/10/2005 1563 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nel caso di superficie già computata ai fini edificatori per un intervento edilizio, l’inedificabilità rimane anche in caso di frazionamento successivo ed è irrilevante la mancata riproduzione del vincolo di inedificabilità, ossia del già intervenuto utilizzo della volumetria ai fini edificatori di un’area, nelle planimetrie apposite del Comune.

10/10/2005 1560 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Se il Comune, mediante una variante al P.R.G., classifica agricola un’area edificabile precedentemente ceduta in permuta ad un privato, tale perdita del carattere edificatorio, per un verso non incide sulla validità, sull’efficacia o sulla risolubilità dell’originario contratto di permuta e, per l’altro, non espone il Comune ad alcun obbligo risarcitorio nei confronti del privato cessionario, ove questi abbia avuto a disposizione – prima della variante al p.r.g. che abbia operato la modifica urbanistica peggiorativa – un lasso di tempo sufficientemente ampio per lo sfruttamento dei terreni a scopo edificatorio. (Cfr. Cass. 21 novembre 1983, n. 6933; 17/5/1976 n. 1738). (Nel…

03/10/2005 15984 Napoli T.A.R. per la Campania

La mancanza di opere edili non è di per sé sola sufficiente a far ritenere illegittimo un provvedimento di diniego di cambio di destinazione d’uso, ma occorre stabilire se tale mutamento d’uso si ponga o meno in contrasto con le prescrizioni urbanistiche della zona. Nella zona omogenea B3 del piano regolatore di Torre del Greco è  possibile autorizzare il cambio di destinazione d’uso da civile abitazione ad uffici, essendo consentite “attrezzature ed impianti di interesse zonale o generale”, categoria che comprende quegli impianti ed attrezzature che, sebbene non destinati a scopi di stretta cura della p.a., siano idonei a soddisfare bisogni della…

03/10/2005 2837 Torino T.A.R. per il Piemonte

E’ illegittimo il diniego di modifica di destinazione d’uso che non sia preceduto dalla comunicazione (obbligatoria ai sensi dell’art. 10 bis l. 241/1990) dei motivi ostativi all’accoglimento della domanda.

03/10/2005 1553 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

In sede di procedimento di approvazione degli strumenti urbanistici, il Comune, quando prende posizione sulle osservazioni presentate nei confronti del piano adottato, esprime un semplice parere che non modifica, di per sé, il progetto, e non vincola l’autorità regionale; pertanto, la Regione può sempre approvare lo strumento urbanistico nella forma originaria, senza che in ciò si ravvisi l’esercizio del potere eccezionale di modifica d’ufficio del piano adottato (giurisprudenza costante, es. Cons.Stato, Sez.IV, 7.2.91, n.97; 26.3.91, n.206; 21.6.88, n.553; 13.5.1992, n.525; 18.3.80, n.270; T.A.R. Lazio, Sez.I, Roma, n.6272/2002).

03/10/2005 67 Sassuolo Tribunale di Modena

La giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, che concerne anche tutte le questioni relative al risarcimento del danno e alla reintegrazione in forma specifica, si riferisce agli atti illegittimi e ai comportamenti illeciti commessi dalla pubblica amministrazione, mentre nella presente causa si discute di violazioni dell’art. 844 c.c. e, quindi, di rapporti di vicinato e di diritti soggettivi tra privati indipendentemente da eventuali violazioni commesse dalla P.A. nell’ambito della disciplina urbanistica ed edilizia. In materia di immissione ex art. 844 c.c. il legittimato passivo è il proprietario del fondo che può eventualmente rivalersi nei confronti dell’autore effettivo delle immissioni. La domanda…

28/09/2005 4378 Lecce T.A.R. per la Puglia

Risponde del danno da ritardo il Comune che abbia ingiustificatamente e illecitamente protratto la conclusione del procedimento lottizzatorio in presenza di un’istanza non contrastante con lo strumento urbanistico generale vigente nel Comune di Crispiano. I danni patrimoniali risarcibili sono quelli effettivamente documentati ascrivibili soltanto alle seguenti voci: maggiori costi sostenuti per le spese di amministrazione e progettazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, imposte, tasse.

21/09/2005 1539 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’articolo 35, secondo comma, l. 47/1985 prevede che: “Per le costruzioni ed altre opere, ultimate entro il 1° ottobre 1983, la cui licenza, concessione od autorizzazione venga annullata, ovvero dichiarata decaduta o inefficace successivamente all’entrata in vigore della presente legge, il decorso del termine di centoventi giorni inizia dal giorno della notificazione o comunicazione alla parte interessata del relativo provvedimento“. Il riferimento alla parte interessata comporta che il suddetto termine decorre soltanto dalla comunicazione personale da parte dell’Amministrazione. Non può, pertanto, ritenersi equipollente alla comunicazione personale la notificazione della sentenza che ha annullato la precedente concessione edilizia, da parte del…

21/09/2005 1538 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La ripartizione di competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali, consente a questi ultimi di incidere sulla localizzazione degli impianti fissi di telefonia radiomobile esercitando competenze di natura urbanistico – edilizia nel quadro dei poteri pianificatori del territorio comunale attribuiti dalla legislazione e dalla Costituzione. E’ illegittimo un regolamento comunale che, senza alcuna motivazione di tipo urbanistico – edilizio, prescrive un limite indifferenziato di distanza fissa di 150 ml. degli impianti fissi di telefonia radiomobile rispetto alle abitazioni ed a qualunque zona edificabile del PRG (aree A, B, C, F, G, H). Tale divieto costituisce, infatti, una inammissibile deroga ai…

21/09/2005 1515 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittimo il mutamento di destinazione di zona di un lotto di terreno da residenziale ad agricolo ove il lotto medesimo sia collocato al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato. L’individuazione del perimetro del territorio urbanizzato non esclude che possa esservi una destinazione residenziale anche al di fuori di esso, ma tale situazione deve costituire un’eccezione legata a particolari preesistenze; in linea di principio, e fatte salve particolari situazioni, le aree collocate al di fuori di detto perimetro si presumono non destinate al completamento residenziale. [Nel caso di specie, il lotto del ricorrente era stato in un primo tempo…

15/09/2005 14565 Napoli T.A.R. per la Campania

L’inclusione del Comune di Vico Equense tra i Comuni soggetti a piano paesaggistico non costituisce, di per sé, un dato ostativo all’applicazione della disposizione di cui all’art. 159 del d. lgs. 22.1.2004, n. 42, che espressamente ancora il suo ambito operativo, da un punto di vista temporale, alla data di approvazione dei nuovi piani paesaggistici, anche eventualmente per effetto di una verifica di conformità di quelli già esistenti. L’art. 159 del D.Lgs. n. 42/2004 ha introdotto, con specifico riferimento al procedimento di verifica del nulla-osta ambientale, l’obbligo del contraddittorio procedimentale, all’uopo prescrivendo all’amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione prevista dall’articolo 146,…

14/09/2005 4744 Roma Consiglio di Stato

Il sottotetto di un edificio può considerarsi pertinenza dell’appartamento sottostante solo quando assolva alla esclusiva funzione di isolare e proteggere il medesimo dal caldo, dal freddo e dall’umidità, tramite la creazione di una camera d’aria. Ove, invece, il locale, per le sue caratteristiche funzionali e strutturali , risulta utilizzabile, non solo in potenza ma anche in fatto, per servizi comuni di uso comune, deve presumersi rientrante nella comunione ex art. 1117 comma secondo cod. civ..

13/09/2005 6786 Roma T.A.R. per il Lazio

È inammissibile il ricorso contro il silenzio della P.A. contestualmente ad una domanda di risarcimento danni. Il privato può pretendere un risarcimento solo in caso di protrarsi dello stato d’incertezza causato dal Comune rimasto inerte anche dopo che ne sia stato accertato giudizialmente il silenzio da parte del giudice amministrativo. Solo in questo caso si può dire che si sia perfezionato un fatto lesivo in pieno contrasto con gli obblighi di buona fede e correttezza. (Nel caso di specie, i ricorrenti avevano chiesto l’illegittimità del silenzio rifiuto serbato dalla P.A. – ed il conseguente risarcimento dei danni – sulla richiesta,…

13/09/2005 3418 Venezia T.A.R. per il Veneto

Il provvedimento con il quale il comune ordina al privato di non effettuare l’intervento da lui denunciato non deve essere preceduto dalla comunicazione di cui all’art. 10-bis l. 241/90, sia perché la d.i.a. non può, letteralmente, considerarsi una “istanza di parte”, sia – e soprattutto – per la speciale disciplina “della notifica all’interessato” dell’“ordine motivato di non effettuare il previsto intervento”, contenuta dal comma 6 dell’articolo 23 del T.U. 360 del 2001, dove già è prevista la motivazione dell’ordine inibitorio e dove viene assicurata una forma di confronto e di tutela del privato, a favore del quale viene comunque fatta…

09/09/2005 4654 Roma Consiglio di Stato

Non rientra nella competenza della Giunta comunale affidare l’incarico, a professionisti esterni, di redigere il progetto di piano regolatore generale. L’affidamento di un incarico per lo svolgimento di una prestazione d’opera intellettuale (art. 2230 cod. civ.), a seguito di una gara formale o informale, o anche per trattativa privata, è infatti atto di gestione. Non rientra, perciò, in questa attribuzione, la scelta di un contraente qualsiasi dell’ente e, ancor meno, quella di professionisti forniti di titoli adeguati per la redazione di strumenti di pianificazione del territorio. In questo caso, la scelta spetta ai dirigenti, secondo l’esplicito disposto dell’art. 107 del…

09/09/2005 4668 Roma Consiglio di Stato

La realizzazione di un porticato con solaio in sostituzione di una preesistente tettoia in lamiera zincata sostenuta da pilastrini in ferro delle dimensioni di ml. 0,15 X 0,15 non può qualificarsi come intervento di manutenzione di una costruzione preesistente, o di consolidamento o restauro conservativo, trattandosi di lavori attraverso i quali, previa integrale demolizione delle strutture in atto, si perviene un manufatto del tutto nuovo per consistenza e materiali utilizzati, non riconducibile a quello già esistente. La prevalenza nell’intervento edilizio autorizzato del momento trasformativo ed innovativo ne determina la riconduzione nell’ambito dei lavori di “ristrutturazione edilizia”.

06/09/2005 4563 Roma Consiglio di Stato

Nell’ordinamento è configurabile la generale figura dello “stralcio”, quale strumento alternativo alla non approvazione del P.R.G., determinato dall’esigenza di economizzare attività amministrative e di attribuire una regolamentazione urbanistica definitiva anche se non all’intero territorio oggetto delle previsioni comunali. Tale strumento è ammissibile anche laddove esso rechi contestuali raccomandazioni rivolte al Comune per le sue successive determinazioni: ciò in quanto l’autorità cui l’ordinamento riconosce, in linea generale, il potere di introdurre direttamente modifiche nello strumento urbanistico, ben può limitarsi a sospenderne in parte qua l’approvazione, invitando il Comune a formulare una nuova proposta. Lo stralcio lascia integro ed impregiudicato il potere…

05/09/2005 590 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

E’ valido anche nei rapporti tra privato e P.A. il principio della tutela dell’affidamento, in forza del quale non deve derivare alcun danno in capo all’incolpevole cittadino che sia incorso in un errore a causa della P.A. medesima. (Nel caso di specie i ricorrenti avevano esercitato l’opzione per l’assegnazione del lotto edificabile oltre il termine di cui all’art. 17 l. 21/1970, pacificamente applicabile alla fattispecie, ma nel rispetto del più lungo termine di cui all’art. 21 della stessa legge n. 21/70, erroneamente richiamato nel piano particolareggiato di esproprio che era stato comunicato agli interessati dal Comune).

05/09/2005 1510 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La destinazione a magazzino è distinta da altri usi e, comunque, non è certamente assimilabile all’uso residenziale (si vedano: T.A.R. Emilia-Romagna, Parma, 27 ottobre 2003, n. 535; T.A.R. Toscana, Sez. III, 10 ottobre 2002, n. 2425 e Sez. I, 15 maggio 2000, n. 867; T.A.R. Trentino Alto Adige Bolzano, 27 agosto 2001, n. 222).

02/09/2005 4442 Roma Consiglio di Stato

Quando, in base a regolare concessione edilizia, si intende realizzare un’opera la cui volumetria viene calcolata sulla base dell’estensione dell’area (contigua o accorpata) del richiedente o di un terzo, tutta l’area deve considerarsi asservita poiché utilizzata a fini edificatori e non può più essere considerata edificabile. (Nel caso in esame è stato ritenuto legittimo il diniego di concessione edilizia per la realizzazione di un fabbricato residenziale su un’area precedentemente asservita e, quindi, da considerarsi in edificabile).

01/09/2005 494 Pescara T.A.R. per l’Abruzzo

A seguito delle modifiche normative introdotte dapprima con la legge 1 febbraio 2005, n. 15, e poi con l’art. 3 del D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito con modificazioni nella legge 14 maggio 2005, n. 80, la d.i.a. costituisce un atto abilitativo tacito che si forma a seguito della denuncia (oggi dichiarazione) del privato e del conseguente comportamento inerte dell’Amministrazione. Il terzo, leso in un suo diritto e qualora l’Amministrazione non eserciti i propri poteri di autotutela, può ricorrere al Giudice amministrativo affinché adotti le misure volte a bloccare la realizzazione delle opere non consentite, ovvero rilevi l’obbligo della…

30/08/2005 4424 Roma Consiglio di Stato

Le società possono configurarsi come imprenditori agricoli a titolo principale ed usufruire, quindi, dei benefici previsti per i soggetti rientranti in tale categoria, compresa l’esenzione dagli oneri concessori ex art. 9, comma 1, lett. a), l. 10/77.

30/08/2005 6359 Roma T.A.R. per il Lazio

La giurisdizione esclusiva in tema di attività edilizia è da ritenersi devoluta al giudice amministrativo solo per controversie relative a determinazioni amministrative che incidono su diritti soggettivi; quando il giudizio attiene all’apprezzamento dell’azione amministrativa in merito all’adozione di un provvedimento autoritativo, si rientra nella normale giurisdizione di legittimità che si muove su un piano esclusivamente impugnatorio. La mancata comunicazione del nominativo del responsabile del procedimento al soggetto interessato rappresenta una mera irregolarità, insuscettibile di determinare l’illegittimità dell’atto, alla quale è, tra l’altro, possibile supplire considerando responsabile il funzionario preposto alla competente unità organizzativa (cfr. TAR Lazio, Sez. II, sent. n….

24/08/2005 1556 Modena Tribunale di Modena

L’ art. 843 c.c. prescrive che il proprietario deve consentire l’accesso al proprio fondo da parte del vicino per l’esecuzione di lavori. In tale diritto è ricompresa anche la possibilità di depositare cose o materiali strumentali alla costruzione e, altresì, di rimuovere gli ostacoli ivi esistenti, con obbligo di ripristino una volta terminata la necessità (cfr. Cass. 26.10.1979 n. 5616; Cass. 29.11.1974 n. 3909). Il proprietario che deve consentire l’accesso del vicino ha diritto ad una indennità, derivante dalla liceità dell’attività esercitata dalla controparte (accesso e passaggio), e non un vero e proprio risarcimento. Nell’indennità non può essere ricompreso alcun…

17/08/2005 1494 Modena Tribunale di Modena

Non costituisce costruzione, ai sensi dell’art. 873 c.c., una struttura metallica aperta, con una struttura portante verticale e dei bracci orizzontali, non fissata al suolo mediante bulloni o altri mezzi di fissaggio stabile e che si regge da sé per le sue caratteristiche strutturali, essendo soltanto poggiata su una platea di calcestruzzo armato.

03/08/2005 1465 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Laddove la Commissione provinciale per la determinazione del valore delle costruzioni abusive rilevi che il valore dell’immobile non ha subito un significativo incremento, spetta al Comune contestare, sul piano tecnico, le risultanze del giudizio emesso dalla Commissione e procedere ad un apprezzamento autonomo del valore dell’immobile, sulla base di diversi e più articolati elementi di valutazione. Ove non siano espresse le ragioni per le quali il Comune ritiene di disattendere le conclusioni dell’organo consultivo, il provvedimento applicativo della sanzione pecuniaria ex art. 12 l. 47/85 è illegittimo per carenza di motivazione

02/08/2005 737 Potenza T.A.R. per la Basilicata

Dopo l’entrata in vigore dell’art. 146, comma 10, lett. c), D.Lg.vo n. 42/2004 (cioè dopo il 30.4.2004) non è più possibile rilasciare l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria “successivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi”. Il suddetto art. 146, comma 10, lett. c), D.Lg.vo n. 42/2004 è norma di immediata applicazione anche con riferimento agli interventi, realizzati in assenza di nulla osta paesaggistico, prima dell’1.5.2004. Il pagamento di una somma equivalente al maggiore importo tra il danno arrecato e il profitto conseguito per le violazioni meno gravi, cioè di consistenza tale da non imporre la demolizione dell’opera, non può essere interpretato come…

29/07/2005 343 Roma Corte Costituzionale

La materia edilizia rientra nel governo del territorio, come prima rientrava nell’urbanistica, ed è quindi oggetto di legislazione concorrente, per la quale le regioni debbono osservare, ora come allora, i principî fondamentali ricavabili dalla legislazione statale. Il meccanismo istituito dall’art. 24 della legge n. 47 del 1985, in relazione allo scopo perseguito dalla legge, configurando l’obbligo dei Comuni di trasmettere i piani urbanistici attuativi alla Regione, assume il carattere di principio fondamentale. Gli articoli 4 e 30 della legge della Regione Marche 5 agosto 1992, n. 34 violano l’art. 117, primo comma, Cost., in relazione all’art. 24 della legge 28…

28/07/2005 4011 Roma Consiglio di Stato

L’art. 3 bis del Regolamento edilizio del Comune di Riccione è illegittimo, perché consente interventi che vanno ben al di là dei limiti in cui è consentita la ristrutturazione secondo la legislazione statale e regionale. Per effetto dell’art. 3 del D.P.R. 6 giugno 1980, n. 380, che non contiene più i limiti della “fedele ricostruzione”, la nozione di ristrutturazione è stata ulteriormente estesa, ma non per questo vengono meno i limiti che ne condizionano le caratteristiche e consentono di distinguerla dall’intervento di nuova costruzione, vale a dire la necessità che la ricostruzione sia identica, per sagoma, volumetria e superficie, al…

27/07/2005 336 Roma Corte Costituzionale

Sono inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 89 del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 (Codice delle comunicazioni elettroniche) sollevate, in riferimento all’art. 117 della Costituzione, dalle Regioni Toscana e Marche. Sono inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 90, 91, 92 e 94 del decreto legislativo n. 259 del 2003 sollevate, in riferimento agli artt. 117 e 118 della Costituzione, dalla Regione Marche. Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale relative all’intero Capo V del Titolo II (artt. 86-95) del decreto legislativo n. 259 del 2003 sollevate, in riferimento agli art. 117 e 118 della…

21/07/2005 15282 Roma Corte di Cassazione

Anche le autorimesse sono da considerarsi fabbricati e devono sottostare alla disciplina generale dell’art. 873 Cod. Civ. o alle più restrittive disposizioni previste dal P.R.G. locale e/o alle sue N.T.A. L’art. 873 cod. civ., che parla genericamente di costruzioni, mira ad evitare la creazione di intercapedini dannose. Tale pregiudizio può essere determinato da qualsiasi opera stabilmente infissa al suolo, che, per solidità, struttura e sporgenza dal terreno, sia, appunto, idonea a creare quelle intercapedini dannose che la legge o le norme dei regolamenti locali, stabilendo la distanza minima tra le costruzioni, intendono evitare.

19/07/2005 1420 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittimo l’atto con cui viene negata la concessione in sanatoria ex art. 31 l. 47/1985 e ordinata la demolizione di un manufatto abusivo, ove l’area interessata dal manufatto medesimo sia soggetta ad un preesistente vincolo di inedificabilità prescritto espressamente dalla norma preclusiva di cui all’art. 33, quarto comma, L.R. 7.12.1978, n. 47. Tale articolo 33 ha portata immediatamente cogente, come si ricava dal successivo quinto comma del medesimo, ai sensi del quale “i vincoli di cui al comma precedente valgono per tutto il territorio regionale dalla data di entrata in vigore della presente legge”.

15/07/2005 1418 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittimo il diniego di autorizzazione per l’apertura di un accesso carrabile giustificato genericamente con la potenziale pericolosità delle immissioni laterali, senza puntuale riferimento a specifici aspetti di pericolosità dell’accesso carraio richiesto. Una possibilità di accesso alternativo alla proprietà non basta per legittimare il diniego; sull’istanza del privato finalizzata all’apertura di un accesso carraio lungo una strada statale, l’ANAS deve infatti esprimersi sulla base di una valutazione puntuale riferita all’eventualità che dalla nuova realizzazione “possa derivare pregiudizio alla sicurezza e fluidità della circolazione…”, secondo i parametri indicati nei commi 6 e 7 dell’art. 45 del Regolamento di esecuzione del Codice…

14/07/2005 3354 Firenze T.A.R. per la Toscana

  Il vincolo di cui all’art. 96 del DPR 523 del 1904, che vieta “le fabbriche” a meno di dieci metri dal piede dell’argine, non può ostacolare l’accoglimento di una domanda di condono edilizio, ove l’opera da condonare (una scala esterna all’edificio, aggettante e completamente aperta e di modeste dimensioni) non possa essere definita fabbrica (nel senso di costruzione), trattandosi di un manufatto irrilevante ai fini della tutela per la quale è posto il vincolo, non potendo considerarsi di per se sola un impedimento al corretto defluire delle acque del fiume. Né può essere impedito il godimento del bene, costruito…

14/07/2005 1361 Modena Tribunale di Modena

Ai fini della domanda di riscatto di un fondo agricolo, la denuntiatio della proposta di alienazione fatta ad uno dei componenti la famiglia coltivatrice produce effetto anche nei confronti degli altri, in quanto all’impresa familiare devono applicarsi le norme della società semplice, onde ciascun componente ha la rappresentanza della impresa. Analoghi principi valgono anche per la comunione legale fra i coniugi. (Nel caso di specie, il Tribunale di Modena ha respinto la domanda formulata dalla partecipe dell’attività dell’impresa familiare, moglie del titolare dell’impresa che a rogito aveva manifestato l’intenzione di non volere esercitare il diritto di prelazione a lui spettante,…

13/07/2005 1397 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’indicazione, del tutto generica, contenuta negli atti di approvazione del progetto esecutivo, cui consegue la dichiarazione di pubblica utilità, per la realizzazione di un impianto sportivo, secondo cui al finanziamento delle spese concernenti l’acquisizione delle aree e la realizzazione delle opere si farà fronte “mediante i proventi del rilascio delle concessioni edilizie di cui alla legge 10/77”, fa riferimento ad entrate del tutto eventuali ed aleatorie, tra l’altro senza nessuna effettiva quantificazione neppure di larga massima. Essa, pertanto, non consente di soddisfare il requisito della indicazione di adeguate e concrete fonti di finanziamento per far fronte a spese certe conseguenti…

13/07/2005 1381 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittimo il diniego del permesso di costruire assunto senza la previa comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento della domanda, di cui all’art. 10 bis legge n. 241/1990.

12/07/2005 3774 Roma Consiglio di Stato

La Fondazione Collegio Ghislieri di Pavia non può beneficiare dell’esonero dal contributo di concessione a noma dell’art. 9, lett. f, della legge 28 gennaio 1977 n. 10 (oggi trasfuso nell’art. 17, comma 3, lett. c, del D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380, recante il Testo Unico dell’Edilizia) per l’esecuzione di lavori di recupero e riuso di un castello, al fine di realizzarvi una residenza studentesca ed un centro congressi, poiché lo speciale regime di gratuità della concessione edilizia richiede il concorso di due requisiti, l’uno di carattere soggettivo e l’altro di carattere oggettivo: il primo consiste nell’esecuzione delle opere da…

12/07/2005 9499 Napoli T.A.R. per la Campania

Costituisce costruzione, agli effetti della disciplina del codice civile sulle distanze legali, non soltanto l’opera che abbia le caratteristiche di un edificio o di una fabbrica in muratura, ma ogni manufatto che, per struttura e destinazione, ha carattere di stabilità e permanenza (nella specie il manufatto di proprietà della controinteressata era costituito da un piccolo pollaio, avente dimensioni in pianta di m. 2,00 x 2.50, altezza min. di mt. 1.70 e max di mt. 1.80, costituito da blocchi in lapicemento con copertura in legno e lamiera ondulata, oltre che da un “deposito attrezzi agricoli realizzato in muratura, copertura in lamiere…

06/07/2005 357 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

La sottoposizione delle deliberazioni degli enti locali ai pareri di regolarità tecnica, contabile e di legittimità previsti dall’art. 53 della legge 8 giugno 1990, n. 142 – e ora dall’art. 49 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (“Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”) – assume rilevanza unicamente per individuare i responsabili in via amministrativa e contabile delle deliberazioni stesse, ma non incide anche sulla regolarità complessiva dell’atto o sulla sua validità. L’obbligo di una puntuale motivazione delle scelte urbanistiche operate all’atto dell’adozione del piano regolatore generale sussiste quando le nuove scelte incidono su aspettative qualificate del privato…

06/07/2005 354 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’eventuale difformità tra due determinazioni non dà luogo al vizio di eccesso di potere nè a censure di illogicità, stante l’assenza di margini di libera valutazione degli interessi coinvolti se l’attività riveste carattere vincolato, non potendosi pretendere che l’Amministrazione perseveri nel pregresso errore. Nella vigenza dell’art. 9 del decreto-legge 25 marzo 1996, n. 154 (decaduto, ma i cui effetti sono stati fatti salvi dall’art. 2, comma 61, della legge 23 dicembre 1996, n. 662) la “denuncia di inizio attività” andava presentata venti giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori (comma 10), ma restava in ogni caso soggetta al generale regime di…

04/07/2005 419 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

La P.A. non ha alcun dovere di custodia su un muro di sostegno che serve unicamente a difendere ed a sostenere un fondo di proprietà privata confinante con una strada comunale. Ciò implica che, ai sensi dell’art. 30, VI comma, D.Lgs. n. 285 del 1992, la riparazione di detto muro è a carico del privato ed è legittima l’ordinanza prefettizia emessa a tutela della vicina strada e della circolazione, in uno con l’intervento del Comune diretto alla eliminazione dei detriti e delle parti del muro pericolante, quale esercizio del doveroso diritto di vigilanza e controllo sulla strada comunale e con…

01/07/2005 5414 Roma T.A.R. per il Lazio

La comunione del muro divisorio, ex art. 880 c.c., non va intesa nel senso che ciascuno dei comproprietari abbia la proprietà assoluta della metà del muro (e del suolo) secondo una linea mediana ideale, bensì nel senso che ciascuno di essi è proprietario, sia pure pro quota, dell’intero muro e del suolo ad esso sottostante, in ogni sua parte. Nel caso di muro divisorio tra edifici con altezze disuguali la presunzione di comunione a norma dell’art. 880 c.c. non riguarda la parte di muro dal punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto, con la conseguenza che…

28/06/2005 5370 Roma T.A.R. per il Lazio

La decadenza dalla concessione edilizia per mancato inizio dei lavori nel termine prefissato, a norma dell’art. 4 della L. 28 gennaio 1977 n. 10, è un istituto giuridico fondato sull’elemento oggettivo del decorso del tempo e, ai sensi dell’art. 4, 4º comma, L. 28 gennaio 1977 n. 10, i predetti termini indicati nell’atto sono intesi a dare certezza temporale all’attività edificatoria; detto istituto è rivolto, previo accertamento dello stato dell’attività costruttiva alla scadenza del termine suddetto, solo a dare certezza di una situazione già prodottasi al verificarsi dei presupposti stabiliti dalla legge (T.A.R. Campania Napoli, sez. IV, 29 aprile 2004,…

28/06/2005 985 Genova T.A.R. per la Liguria

La regola sull’idoneità, ai fini del decorso del termine per l’impugnazione, della pubblicazione degli atti generali nelle forme ordinariamente previste dalla legge, soffre eccezione quando sia prevista una forma speciale di pubblicità (Nel caso di specie era stata pretermessa la pubblicità aggiuntiva prevista dall’art. 7 l.r. n. 12 del 1998; pertanto il TAR ha statuito che doveva trovare applicazione il criterio della effettiva conoscenza del provvedimento; con la conseguenza che l’eccezione di tardività del ricorso doveva essere oggetto di specifica prova sul fatto dell’effettiva conoscenza). I provvedimenti di classificazione acustica, sebbene astrattamente riconducibili al novero degli atti generali sottratti dalla…

27/06/2005 8707 Napoli T.A.R. per la Campania

La denunzia di inizio di attività costituisce una dichiarazione del privato cui la legge, in presenza di specifiche condizioni, ricollega effetti tipici corrispondenti a quelli del permesso di costruire, ma non ha il carattere del provvedimento amministrativo, in quanto non promana da una pubblica amministrazione che ne è la destinataria, non costituisce esercizio di una potestà pubblicistica, né dà origine ad un provvedimento amministrativo in forma tacita (silenzio-assenso), non sussistendo il potere-dovere dell’Amministrazione di provvedere sull’istanza del privato. Il termine di trenta giorni (già venti) ex art. 23 D.P.R. 380/2001 ai fini dell’adozione del provvedimento comunale di inibitoria a seguito…

22/06/2005 2310 Torino T.A.R. per il Piemonte

L’avvenuta presentazione della domanda di sanatoria edilizia da parte del ricorrente non rende improcedibile, per sopravvenuto difetto di interesse, il ricorso principale proposto contro l’ordine di demolizione, atteso che il rigetto della medesima domanda comporta il riavvio dell’iter procedimentale relativo alla misura sanzionatoria. L’art. 10, comma 1 T.U. n. 380 del 6/6/2001 e succ. mod. subordina a permesso di costruire, tra gli altri, gli interventi di nuova costruzione. Gli interventi edilizi che non richiedono il previo rilascio del permesso di costruire sono realizzabili mediante DIA ex art. 22, comma 1. In questi casi, l’omissione della denuncia non comporta la rimozione…

22/06/2005 2303 Torino T.A.R. per il Piemonte

A norma dell’art. 19 L. 6/8/1967 n. 765, le distanze stabilite dal D.M. 1/4/1968 n. 1444, emanato in attuazione dello stesso art. 19, non si applicano alle strade vicinali soggette a pubblico transito, sempre che esse non risultino iscritte in alcuna delle categorie delle strade demaniali elencate dagli artt. 1, ss. L. 12/2/1958 n. 126. La circostanza che una strada privata sia gravata da servitù di uso pubblico non vale di per sé a determinarne l’appartenenza al demanio stradale. Pertanto anche quando la strada vicinale è esterna al perimetro dell’abitato, essa sfugge comunque alla disposizione dell’art. 4 D.M. 1/4/1968 n….

16/06/2005 232 Roma Corte Costituzionale

La disciplina delle distanze fra costruzioni  attiene in via primaria e diretta ai rapporti tra proprietari di fondi finitimi e rientra nella materia dell’ordinamento civile, di competenza legislativa esclusiva dello Stato. Le Regioni, alle quali spetta la competenza legislativa concorrente della materia del governo del territorio, devono esercitare le loro funzioni nel rispetto dei principi della legislazione statale. In materia di distanze tra fabbricati, primo principio è che la distanza minima sia determinata con legge statale, mentre in sede locale, sempre ovviamente nei limiti della ragionevolezza, possono essere fissati limiti maggiori. In secondo luogo, l’ordinamento statale consente deroghe alle distanze minime…

14/06/2005 824 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il termine per l’impugnazione delle disposizioni regolamentari contenute in un piano particolareggiato da parte di soggetti terzi decorre dalla data di pubblicazione del piano stesso per cui, una volta decorso tale termine si consolidano gli effetti della disciplina del territorio con irrilevanza dell’interesse a ricorrere sopravvenuto, come nel caso in esame, a seguito di rilascio di autorizzazione a costruire rilasciata alla società controinteressata (C.d.S. sez. IV 12.7.2002 n 3929). (Sulla base di tale principio, il T.A.R. ha ritenuto che sia inammissibile, per tardività, l’impugnazione della autorizzazione per la costruzione di una autorimessa in multi piano per n 111 posti auto,…

13/06/2005 4782 Roma T.A.R. per il Lazio

E’ possibile, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera d) del Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 6.6.2001, n. 380) individuare un intervento di ristrutturazione – effettuabile a seguito di mera denuncia di inizio attività, in base al combinato disposto degli articoli 10 e 22 del medesimo D.P.R. n. 380/2001 – in presenza di integrale demolizione e ricostruzione di un immobile, ma solo qualora non vengano alterati la volumetria e la sagoma dell’edificio preesistente. Quando, come nel caso di specie, la situazione di cui sopra sia dedotta in via successiva, tramite la richiesta di accertamento di conformità, di cui all’art. 36 del…

08/06/2005 433 L’Aquila T.A.R. per l’Abruzzo

Il termine entro il quale il Comune può esercitare il potere inibitorio previsto dall’art. 23 D.P.R. 380/01 (secondo cui la denuncia di inizio di attività va presentata 30 giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori ed entro tale termine può essere inibita la esecuzione delle previste trasformazioni ove si riscontri l’assenza di una o più delle condizioni normativamente previste) è perentorio, sia per la certezza dei rapporti giuridici, sia perché, ove la norma introduce una limitazione temporanea allo jus aedificandi, che è facoltà attinente al diritto di proprietà, detta limitazione temporanea non può che avere carattere perentorio, non potendo lasciarsi al…

08/06/2005 2383 Venezia T.A.R. per il Veneto

La realizzazione di una recinzione costituisce normalmente opera avente natura pertinenziale rispetto al bene principale, assentibile mediante autorizzazione (così in base alla disciplina normativa vigente all’epoca dei fatti) e sanzionabile, in caso di abuso, con una sanzione pecuniaria, ma tale assunto non può trovare applicazione nelle ipotesi in cui le opere realizzate, per dimensioni e caratteristiche, determinino una rilevante trasformazione del territorio (cfr. C.d.S., Sez. V, 15.6.2000, n. 3320; T.A.R. Veneto, II, 14.1.2002, n. 62 e 31.10.2002, n. 6160). (Nel caso di specie l’abuso realizzato dai ricorrenti è consistito nella sopraelevazione di quello che originariamente era il muretto di recinzione,…

08/06/2005 303 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Non può essere applicato il termine, da ritenersi solamente indicativo, di trenta giorni previsto dall’art. 21 bis L. n. 1034 del 1971 affinché l’Amministrazione inadempiente provveda, nel caso di particolare complessità dell’atto da adottare. (Nel caso di specie l’atto riguardava l’installazione di stazioni base di telefonia mobile ed era particolarmente complesso perchè coinvolgeva aspetti e valutazioni di natura tecnica di competenza di enti ed uffici diversi dall’Amministrazione Comunale ed un rilevante numero di impianti di telefonia di cui era richiesta l’installazione).

08/06/2005 320 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non può essere applicato il termine, da ritenersi solamente indicativo, di trenta giorni previsto dall’art. 21 bis L. n. 1034 del 1971 affinché l’Amministrazione inadempiente provveda, nel caso di particolare complessità dell’atto da adottare. (Nel caso di specie l’atto riguardava l’installazione di stazioni base di telefonia mobile ed era particolarmente complesso perchè coinvolgeva aspetti e valutazioni di natura tecnica di competenza di enti ed uffici diversi dall’Amministrazione Comunale ed un rilevante numero di impianti di telefonia di cui era richiesta l’installazione).

08/06/2005 299 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non può essere applicato il termine, da ritenersi solamente indicativo, di trenta giorni previsto dall’art. 21 bis L. n. 1034 del 1971 affinché l’Amministrazione inadempiente provveda, nel caso di particolare complessità dell’atto da adottare. (Nel caso di specie l’atto riguardava l’installazione di stazioni base di telefonia mobile ed era particolarmente complesso perchè coinvolgeva aspetti e valutazioni di natura tecnica di competenza di enti ed uffici diversi dall’Amministrazione Comunale ed un rilevante numero di impianti di telefonia di cui era richiesta l’installazione).

03/06/2005 767 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai fini della decorrenza del termine per l’impugnazione di una concessione edilizia rilasciata a terzi, l’effettiva conoscenza dell’atto si ha quando la nuova costruzione rivela in modo certo ed univoco le essenziali caratteristiche dell’opera e l’eventuale non conformità della stessa al titolo o alla disciplina urbanistica. Pertanto, in assenza di altri univoci elementi probatori, il termine per l’impugnazione inizia a decorrere non dall’inizio dei lavori, ma dal loro completamento, a meno che non si sostenga l’assoluta inedificabilità dell’area o si producano censure rilevabili sin dalla fase iniziale dei lavori, come quelle sul rispetto delle distanze dal confine o dai fabbricati…

03/06/2005 790 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittimo il provedimento con cui il comune respinge la domanda di rilascio delle nuove tabelle per il commercio al dettaglio ove l’edificio sia soggetto al prescritto vincolo di utilizzazione esclusivamente per destinazione di tipo artigianale, piccola industria e commercio all’ingrosso.

03/06/2005 800 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittima la variante parziale al vigente P.R.G. del Comune di Ravenna con cui viene riproposto il fronte strada edificato su V. G. Rossi per ripristinare la situazione storico-catastale preesistente, eliminando in tal modo un vuoto per eventi bellici nel tessuto urbanistico del centro storico. Tale scelta urbanistica esprime valutazioni connesse al merito dell’attività amministrativa non censurabili in sede giurisdizionale perché non palesemente illogiche od irrazionali. (Nel caso di specie, il T.A.R. ha ritenuto che l’area non potesse essere qualificata come “area libera” in quanto destinata per tradizione ad usi urbani e collettivi, avendo l’amministrazione resistente comprovato che la ricostruzione…

01/06/2005 2358 Venezia T.A.R. per il Veneto

E’ illegittimo il provvedimento con cui il Comune afferma che il mutamento d’uso denunciato dalla ricorrente è un mutamento strutturale (vale a dire ottenuto attraverso l’esecuzione di opere a ciò preordinate), ove esso sia basato unicamente su quanto dichiarato nel certificato di collaudo, senza altre prove in ordine all’effettivo compimento di opere a tal fine preordinate. E’ illegittimo, per violazione dell’art. 10 bis l. 241/90, nel testo introdotto con la legge n. 15/2005, il provvedimento che non sia preceduto dalla comunicazione contenente i motivi che ostano all’accoglimento della richiesta formulata da parte istante.

31/05/2005 2664 Firenze T.A.R. per la Toscana

Laddove il Comune abbia omesso di verificare se il ripristino dello stato dei luoghi sia possibile, è illegittima l’ordinanza di demolizione per l’abusivo rialzamento del tetto di un immobile sito in centro storico nel corso di interventi di ristrutturazione edilizia debitamente autorizzati. (Nel caso di specie, l’abuso è consistito in un aumento dell’altezza dell’edificio di 40 cm., poiché è stato realizzato un cordolo antismico di 40 cm. sotto il tetto – che non esisteva nello stato di progetto – e di volume pari a mc. 31,40. Il T.A.R. ha ritenuto che si trattasse un “limitato intervento per l’adeguamento alla normativa…

27/05/2005 773 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’individuazione di un’area su cui estendere il vincolo ex D.Lgs. 490/99 costituisce espressione di una valutazione discrezionale non sindacabile di regola in sede di legittimità, laddove non emergano profili di illogicità ed irrazionalità nella determinazione dell’Amministrazione. Né può il giudice amministrativo sostituirsi all’Amministrazione nelle scelte di merito in cui la valutazione effettuata appaia, sotto il profilo estrinseco e formale, giustificata.

26/05/2005 69 Pavullo nel Frignano

Al terzo acquirente di un fondo servente la servitù prediale è opponibile soltanto se il titolo costitutivo di essa è trascritto, ovvero se è menzionata nell’atto di trasferimento, ancorché indirettamente attraverso il richiamo alla situazione dei luoghi, ma inequivocabilmente, e non con clausole generiche o di mero stile, ricorrenti negli atti notarili. (Nel caso di specie, il rogito notarile conteneva la sola espressione, ricorrente in qualsiasi trasferimento immobiliare e priva come tale di alcun riferimento concreto all’immobile compravenduto, secondo cui “quanto in oggetto viene rispettivamente ceduto ed acquistato nello stato di fatto e di diritto in cui attualmente si trova…

25/05/2005 Modena Tribunale di Modena

L’anno utile per l’esperimento delle azioni possessorie, nel caso di turbativa o di spoglio posti in essere con più atti, decorre dal primo, quando i successivi atti siano strettamente collegati o connessi, sì da configurare la progressiva estrinsecazione della stessa azione lesiva.

25/05/2005 760 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La particolare natura delle ordinanze contingibili ed urgenti non è di per sé incompatibile con l’osservanza del principio partecipativo espresso dall’art. 7 l. 241/90, in quanto solo un’urgenza “qualificata”, cioè tale da non consentire alcun ritardo, può giustificare l’omissione dell’avviso. (Nel caso di specie si trattava di un provvedimento con cui il Sindaco del Comune di Monghidoro aveva ordinato alla ricorrente, in qualità di proprietaria del fabbricato sito nel predetto Comune, via Marino Finzi n. 2, di provvedere ad alcuni adempimenti relativi al predetto edificio, riguardanti materiale di coibentazione e lastre di cemento amianto, in conformità a quanto proposto dall’Azienda…

25/05/2005 763 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La destinazione di un’area a zona per impianti “commerciali-artigianali” non consente impianti meramente commerciali, bensì soltanto la localizzazione di fabbricati destinati allo svolgimento di attività artigianali unitamente alla vendita di articoli artigianali, anche di produzione altrui (T.A.R. Campania Salerno, sez. I, 27 luglio 2004, n. 1776). Ne consegue che occorre la concessione edilizia per il cambio d’uso della struttura, da commerciale/artigianale di servizio a solo commerciale.

25/05/2005 771 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ irrilevante, per gli effetti dell’art. 32 l. 47/85 (condono edilizio), l’anteriorità delle opere abusive rispetto ai vincoli d’inedificabilità, poiché l’art. 32 l. 47/1985 si richiama, esclusivamente, all’esistenza del vincolo all’atto dell’emissione del parere da parte degli organi amministrativi interessati e, secondo la giurisprudenza prevalente (A.P. n 20/1999), si deve avere riferimento all’esistenza del vincolo al momento della valutazione della domanda di sanatoria, prescindendo dall’epoca di introduzione del vincolo stesso.

25/05/2005 843 Salerno T.A.R. per la Campania

Il soggetto che fa richiesta del rilascio di una concessione edilizia assume su di sé l’onere puntuale di fornire all’amministrazione una rappresentazione dello stato dei luoghi il più possibile aderente alla realtà. L’annullamento d’ufficio di una concessione edilizia rilasciata sulla scorta di un’inesatta od infedele rappresentazione dello stato di fatto da parte del privato richiedente prescinde dalla verifica della sussistenza dell’interesse pubblico attuale e concreto all’esercizio dell’autotutela, altrimenti necessario.

25/05/2005 2718 Roma Consiglio di Stato

La questione dell’indennizzabilità dei vincoli urbanistici riguarda quei vincoli che: a) siano preordinati all’espropriazione ovvero abbiano carattere sostanzialmente espropriativo, in quanto implicanti uno svuotamento incisivo della proprietà, se non discrezionalmente delimitati nel tempo dal legislatore statale o regionale, attraverso l’imposizione a titolo particolare su beni determinati di condizioni di inedificabilità assoluta; b) superino la durata non irragionevole e non arbitraria ove non si compia l’esproprio o non si avvii la procedura attuativa preordinata a tale esproprio con l’approvazione dei piani urbanistici esecutivi; c) superino quantitativamente la normale tollerabilità secondo una concezione della proprietà regolata dalla legge nell’ambito dell’art. 42 cost….

24/05/2005 1260 Milano T.A.R. per la Lombardia

L’art. 63 della L.R. Lombardia n. 12/2005 consente il recupero volumetrico a scopo residenziale del piano sottotetto esistente al momento della presentazione della D.I.A. in deroga al piano regolatore (Nel caso di specie il TAR ha disposto la sospensione del provvedimento con cui il Comune di Milano aveva diffidato il proprietario dall’eseguire interventi di ristrutturazione edilizia per il recupero abitativo di un sottotetto).

24/05/2005 2154 Venezia T.A.R. per il Veneto

L’attività edilizia, ove determini un’incidenza significativa sul diritto di ciascuno dei comproprietari, comporta l’obbligo per il Comune di accertare la sussistenza, in capo al richiedente la concessione, di un titolo idoneo di godimento dell’immobile e, quindi, in caso di comunione pro indiviso, che questi sia legittimato dal consenso di tutti gli altri comproprietari: e ciò, ragionevolmente, vale non soltanto per il permesso di costruire, ma anche per gli accertamenti a cui l’Amministrazione Comunale è tenuta nell’ipotesi di denuncia di inizio di attività. (Nel caso di specie si trattava della apertura di una porta su di un muro comune del vano…

24/05/2005 1006 Milano T.A.R. per la Lombardia

L’art 3 l. 47/1985 è stato abrogato dall’art. 136, comma 2, lett. f) del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 a far data dal 30 giugno 2003 (data di entrata in vigore del d.P.R. n. 380 cit.: cfr. art. 2 del d.l. 20 giugno 2002, n. 122, convertito con modificazioni dalla l. 1° agosto 2002, n. 185). Da tale data, con l’entrata in vigore del d.P.R. n. 380/2001, sono divenute, quindi, vigenti le nuove e più ridotte sanzioni previste dall’art. 42 del menzionato d.P.R. per il ritardato od omesso versamento del contributo di costruzione, come stabilite dall’art. 27, comma 17…

24/05/2005 315 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non sussiste l’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento per il rilascio della concessione edilizia ai proprietari frontisti: infatti gli interessi coinvolti dal provvedimento sono di tale varietà ed ampiezza da rendere difficilmente individuabili tutti i soggetti che dall’emanazione dell’atto potrebbero ricevere nocumento. Ciò a prescindere dall’eventuale presentazione da parte dei proprietari frontisti di istanze ed esposti.

23/05/2005 541 Brescia Tar per la Lombardia

Il mutatamento della disciplina urbanistica che attribuisca nuovi indici di edificabilità è applicabile anche ai lotti ottenuti a seguito del frazionamento di quelli originari. I Comuni, pur non potendo rilasciare titoli edificatori quando vi sia lesione dei diritti reali dei terzi, non sono tuttavia tenuti a indagare d’ufficio la situazione dominicale alla ricerca di una bilanciata composizione degli interessi dei privati. Questi ultimi, infatti, conservano il potere di tutelarsi davanti al giudice ordinario nei confronti dei vicini che attraverso atti amministrativi abbiano ottenuto una posizione di vantaggio in contrasto con i diritti reali esistenti (cfr. T.A.R. Lombardia Brescia, 27 ottobre…

20/05/2005 2133 Venezia T.A.R. per il Veneto

E’ illegittimo, per difetto di motivazione, il diniego di “condono” edilizio ex art. 31 ss. l. 47/85 adottato sulla base dal parere negativo espresso dall’autorità competente  (impugnato come atto presupposto) relativamente al vincolo paesaggistico gravante sulla zona, ove tale parere sia del seguente testuale tenore: “in quanto l’immobile è in contrasto con lo stato dei luoghi” e, quindi, si riduca ad una formula standardizzata, teoricamente valevole in tutti i casi, ma che non rende comprensibile, in concreto e nel caso specifico, l’iter logico seguito dall’Amministrazione nella propria valutazione negativa. Il procedimento di rilascio della sanatoria edilizia in zone soggette al vincolo paesaggistico di…

20/05/2005 59 Aosta T.A.R. per la Valle d’Aosta

Il presupposto per l’applicazione della riserva di competenza stabilita a favore degli architetti, va individuato nella circostanza che l’intervento edilizio: a) riguardi un immobile sottoposto ad un vincolo “tradizionale”, secondo la procedura prevista dalla legge n. 1089 del 1939 (o dai successivi d.lgs. n. 490/1999 e d. lgs. n. 42/2004); b) oppure riguardi un immobile sottoposto ad un vincolo “speciale” secondo la procedura prevista dalla legge regionale n. 56 del 1983; c) oppure ancora consista in “opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico” (espressamente riservate dall’art. 52 del r.d. n. 2537 alla competenza degli architetti). L’assenza di un vincolo formale…

18/05/2005 3921 Roma T.A.R. per il Lazio

E’ illegittimo il rigetto del permesso di costruire adottato in violazione dell’art. 10 bis l. 241 del 1990, a mente del quale “nei procedimenti ad istanza di parte, il responsabile del procedimento o l’autorità competente, prima della formale adozione di un provvedimento negativo, comunica tempestivamente agli istanti i motivi che ostano all’accoglimento della domanda. Entro il termine di dieci giorni dal ricevimento della comunicazione, gli istanti hanno il diritto di presentare per iscritto le loro osservazioni, eventualmente corredate da documenti…”. E’ illegittimo il rigetto del permesso di costruire ove il vincolo a verde pubblico attrezzato risalente ad un piano particolareggiato…

18/05/2005 6497 Napoli T.A.R. per la Campania

Se è vero che l’obbligo di richiedere la licenza edilizia è stato generalizzato solo con l’entrata in vigore dell’art. 10, l. 765/1967, è anche vero che in precedenza l’art. 31, comma 1, l. 1150/1942 già prevedeva l’obbligo di richiedere la licenza edilizia per gli interventi edilizi da eseguire nei centri abitati e nelle zone di espansione previste dal piano regolatore (ove esistente). La circostanza che l’opera abusiva sia stata eseguita su area oggetto di concessione di suolo pubblico a favore dell’autore dell’abuso non osta all’emissione dell’ordinanza di demolizione ai sensi dell’art. 14 l. 47/1985, perchè il rilascio dei titoli che…

18/05/2005 23 Modena Tribunale di Modena

La interversio possessionis (mutamento della detenzione in possesso), a norma dell’art. 1140, 2° co., c.c. presuppone che il detentore muti il titolo della detenzione, mediante opposizione da lui fatta contro il possessore. In materia locatizia, sono inidonei a trasformare la detenzione in possesso sia i meri atti di esercizio del possesso dell’immobile stesso non accompagnati da uno specifico atto di introversione, sia l’omesso pagamento del canone che, ove non sia accompagnato da un atto di opposizione, configura soltanto un inadempimento contrattuale.

17/05/2005 675 Genova T.A.R. per la Liguria

Sono volumi tecnici quelli esclusivamente adibiti alla sistemazione di impianti aventi un rapporto di strumentalità necessaria con l’utilizzo della costruzione e che non possono essere ubicati all’interno della parte abitativa; ne consegue che non sono tali i locali complementari all’abitazione, quali le soffitte, gli stenditoi chiusi o quelli di sgombro, dispense, lavanderie, che devono essere invece computati ai fini della volumetria consentita (cfr. ad es. Consiglio Stato, sez. IV, 16 marzo 1998, n. 443 e T.A.R. Lazio, sez. II, 21 giugno 2004, n. 6016).

12/05/2005 715 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  La Provincia non può ignorare il contenuto del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, in quanto l’articolo 14 L.R. 47/1978 prevede che, in sede di approvazione delle varianti dei piani regolatori, la provincia deve verificare l’osservanza delle prescrizioni, indirizzi e direttive contenuti negli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale sovraordinati. Non sussiste difetto di motivazione, qualora la Provincia richiami la norma del piano sovraordinato, precisa e vincolante, che impedisce l’approvazione delle varianti di piano regolatore, nè sono violate le prerogative comunali, in quanto il procedimento di approvazione delle varianti di piano regolatore prevede l’intervento della Provincia, intervento che ha per scopo…

10/05/2005 457 Brescia T.A.R. per l’Umbria

E’ legittimo, poiché risponde alla logica di economicità ed efficacia dell’azione amministrativa, il rilascio di un permesso di costruire di tipo misto, che contempli sia opere oggetto di sanatoria che opere di nuova costruzione, qualora il tutto avvenga nell’ambito di una valutazione complessiva, sotto il profilo edilizio e urbanistico, da parte dell’amministrazione competente.

10/05/2005 2095 Firenze T.A.R. per la Toscana

Ai fini del rilascio della concessione edilizia, la compatibilità ambientale riguarda anche le opere provvisorie se la zona in cui vanno a collocarsi è tutelata dalla legge e se hanno una consistenza rilevante (Fattispecie relativa ad un deposito di 31 carri ferroviari all’aperto in area sottoposta a vincolo paesaggistico).

06/05/2005 172 Bolzano T.A.R. Bolzano

Un gazebo (costruzione a forma ottagonale in legno, con una dimensione di cm 320 x cm 320 x cm 290, con tre lati chiusi con tamponamento in legno, con tre lati semiaperti con un grigliato in legno e due lati aperti) è soggetto a concessione edilizia, in quanto costituisce un manufatto che, anche se non infisso al suolo, comporta in modo rilevante una trasformazione e/o alterazione dello stato dei luoghi, anche perché non ha carattere di assoluta temporaneità e precarietà. Ogni manufatto che comporta una trasormazione e/o alterazione dello stato dei luoghi e che non abbia carattere temporaneo è soggetto al…

04/05/2005 884 Cagliari T.A.R. per la Sardegna

L’art. 3 LR Sardegna n. 20 del 1.7.1991 (che prescrive che nelle zone A, prive di strumento attuativo vigente, gli interventi di demolizione nonché quelli di ricostruzione sono subordinati alla redazione di un Piano attuativo esteso almeno all’ intero isolato) può trovare applicazione solo in caso di demolizione integrale dell’ edificio e sua successiva completa ricostruzione, mentre non è necessario un piano attuativo nell’ipotesi di sostituzione e ricostruzione degli elementi strutturali di un edificio limitatamente alle parti degradate o crollate.

02/05/2005 249 L’Aquila T.A.R. per l’Abruzzo

E’ illegittimo, per carenza di motivazione e difetto dei presupposti, il P.R.G. che destini a verde privato un’area precedentemente classificata “zona di carattere intensivo” con destinazione edificatoria, laddove all’interno del comparto edificatorio solamente l’area del ricorrente abbia visto modificata la preesistente destinazione e non risulti spiegato con idonea motivazione il fatto per il quale dovrebbe ritenersi giustificato il sacrificio imposto alle legittime aspettative del ricorrente. (Nel caso di specie, l’area, sulla quale era stato realizzato un chiosco con annessa platea asfaltata adibita a pista da ballo, conformemente alla precedente destinazione positiva e piano di lottizzazione, per effetto del nuovo P.R.G….

29/04/2005 5226 Napoli T.A.R. per la Campania

La necessità della comunicazione dell’avvio del procedimento ai destinatari dell’atto finale è stata prevista dall’art. 7 L. 241/90 non solo per i procedimenti complessi che si articolano in più fasi (preparatoria, costitutiva ed integrativa dell’efficacia), ma anche per quelli che si esauriscono direttamente con l’adozione dell’atto finale, i quali comunque comportano una fase istruttoria da parte della stessa autorità emanante. La portata generale del principio è confermata dal fatto che il legislatore (art 7, 1° comma, ed art. 13 L. 241/90) si è premurato di apportare delle specifiche deroghe (speciali esigenze di celerità , atti normativi, atti generali, atti di…

27/04/2005 661 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La circostanza che una persona sia agevolmente individuabile come soggetto interessato al procedimento non basta, di per sé sola, a renderla titolare del diritto ad essere informata dell’inizio del procedimento stesso, essendo necessario ravvisare a tal fine, nel provvedimento finale, un potenziale effetto pregiudizievole per la predetta, giuridicamente apprezzabile.

27/04/2005 660 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il diritto alla rilocalizzazione è previsto e configurato dalla legislazione regionale 1 dicembre 1998 n. 38 e dalla normativa comunale (art.11.1 del testo coordinato delle norme di PSC, POC e RUE del Comune di Modena) in funzione di ristoro (aggiuntivo rispetto alle indennità altrimenti spettanti) dei proprietari di edifici pregiudicati dalla realizzazione di opere pubbliche stradali, ferroviarie e idrauliche, ai quali viene offerta la possibilità di acquisire a prezzo ridotto terreni di proprietà comunale per la ricostruzione degli edifici stessi. Il beneficio in questione trova la sua causa nel sacrificio imposto sull’immobile impattato che, per la sua incompatibilità con l’opera…

27/04/2005 4817 Napoli T.A.R. per la Campania

L’onere della prova del mancato inizio dei lavori assentiti con licenza edilizia, incombe al comune che ne dichiara la decadenza, alla stregua del principio generale in forza del quale i presupposti dell’atto adottato devono essere accertati dall’autorità emanante. E’ illegittimo il provvedimento di decadenza della concessione di costruzione per mancato inizio dei lavori, ove risulti l’effettuazione, entro il termine prescritto, di opere (nella specie sbancamenti, demolizione di alberi e scavo di buche per il getto di plinti di fondazione) dalle quali sia dato desumere in modo certo la concreta volontà del titolare della concessione di realizzare effettivamente l’opera. L’annullamento della…

26/04/2005 1136 Torino T.A.R. per il Piemonte

La maggiore o minore facilità di rimozione non rileva ai fini della qualificazione di un’opera edilizia in termini di precarietà, nè assumono valenza decisiva la struttura del manufatto abusivo, la sua tipologia o i materiali utilizzati. Ciò che rileva al fine della qualificazione di un’opera edilizia come precaria è la funzione cui è obiettivamente finalizzata l’opera, con la conseguenza che solamente le costruzioni destinate ab origine al soddisfacimento di esigenze contingenti e circoscritte nel tempo saranno esenti dall’obbligo della concessione, mentre vi saranno assoggettate le opere destinate ad una utilizzazione perdurante nel tempo (Nel caso in esame, era stata abusivamente…

26/04/2005 1133 Torino T.A.R. per il Piemonte

L’articolo 7 del d.l. n. 9/1982, convertito in legge n. 94/1982, prevede che le pertinenze degli edifici già esistenti siano soggette a semplice autorizzazione edilizia, peraltro a titolo gratuito. La nozione di pertinenza, nel sistema delineato dalla legge n. 94 del 1982, non comprende, però, la realizzazione di manufatti di notevole consistenza occupanti aree e volumi diversi rispetto alla res principalis (Nel caso di specie, l’opera era rappresentata da un chiosco in legno, con piattaforma in muratura, avente pianta di forma ottagonale, con lato di circa m. 1,60 e copertura a tetto con altezza compresa tra m. 2,35 e m….

26/04/2005 638 Palermo T.A.R. per la Sicilia

Ai sensi dell’art. 16 L 17 agosto 1942 n. 1150, relativo ai piani particolareggiati, ma applicabile anche ai piani di lottizzazione, il termine decennale si applica solo alle disposizioni di contenuto espropriativo e non anche alle prescrizioni urbanistiche di piano che rimangono pienamente operanti e vincolanti senza limiti di tempo fino all’eventuale approvazione di un nuovo piano attuativo. Il parere favorevole tacitamente formatosi ai sensi del co. 3 dell’art. 14 della l.r. n. 71/1978 è suscettibile di revoca e/o annullamento, ma solo previo esperimento dei relativi adempimenti procedimentali e previa valutazione comparativa dell’interesse pubblico e di quello dei soggetti privati…

22/04/2005 865 Milano T.A.R. per la Lombardia

L’immobile non può essere considerato come unifamiliare qualora esista un doppio ingresso e due distinte cucine all’interno del fabbricato. L’utilizzo unifamiliare presuppone una unitarietà della comunione di vita e di mensa, sicchè la esistenza di due cucine (e il doppio ingresso) non sono coerenti con una simile classificazione.

20/04/2005 1094 Torino T.A.R. per il Piemonte

Il D.P.R. n. 380/2001 (come già, in precedenza, la legge n. 47/1985) ha predisposto una disciplina puntuale ed esaustiva della sanatoria in materia edilizia, tale da non ammettere spazi residui che consentano di affermare, in via interpretativa, la sopravvivenza della cd. “sanatoria giurisprudenziale”, che si basava sull’incongruenza di un provvedimento che imponesse la demolizione di opere di cui dovrebbe poi essere autorizzata la (ri)costruzione. Il permesso in sanatoria è un provvedimento tipico la cui applicazione non può che essere specificamente disciplinata dalla normativa e ammessa solo entro i limiti delineati dal legislatore, senza che sia possibile, da parte dell’Amministrazione, l’esercizio…

18/04/2005 757 Cagliari T.A.R. per la Sardegna

La prova dell’ effettiva e piena conoscenza della concessione edilizia rilasciata ad un terzo – da dimostrarsi in modo rigoroso da chi eccepisce la tardività dell’ impugnazione – si verifica, di regola, in assenza di altri ed inequivoci elementi, non col mero inizio dei lavori, ma solo con la loro ultimazione o, almeno, quando i lavori stessi siano giunti al punto tale che non si possa avere più alcun dubbio in ordine alla consistenza, all’ entità e alla reale portata dell’ intervento edilizio assentito. Il termine per l’ impugnazione della concessione edilizia da parte di terzi, che assumono di aver…

14/04/2005 615 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La dichiarazione di pubblica utilità ha l’effetto di sottoporre il bene al regime di espropriabilità, determinando l’affievolimento del diritto di proprietà e ponendosi come presupposto dell’espropriazione. Essa, incidendo direttamente sulla sfera giuridica del proprietario, è immediatamente lesiva e, come tale, autonomamente impugnabile. La dichiarazione di pubblica utilità in termini procedimentali non è un subprocedimento del procedimento espropriativo, ma è un procedimento autonomo, che si conclude con un atto di natura provvedimentale, immediatamente impugnabile. Per l’avvio del procedimento che si conclude con la dichiarazione di pubblica utilità, in quanto procedimento autonomo nell’ambito del più generale procedimento espropriativo, è necessaria la comunicazione…

14/04/2005 610 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 3, comma 2, l. 241/90 esclude dall’obbligo di motivazione gli atti normativi e quelli a contenuto generale, nel cui novero rientra la variante al piano regolatore generale. Le scelte urbanistiche costituiscono apprezzamenti di merito sottratte al sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiate da errori di fatto o da abnormi illogicità. Le scelte discrezionali relative alla destinazione di singole aree non necessitano di apposita motivazione oltre a quella che si può evincere dai criteri generali seguiti nell’impostazione del PRG, risultanti dalla relazione illustrativa del piano. Le evenienze che giustificano una più incisiva e singolare motivazione della variante al…

14/04/2005 185 Pescara T.A.R. per l’Abruzzo

L’art. 31, lettera d), L. 5 agosto 1978, n. 457, definiva la ristrutturazione edilizia come un intervento “rivolto a trasformare l’organismo edilizio mediante un insieme sistematico di opere che può portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente”. Il concetto di ristrutturazione edilizia comprende anche la demolizione seguita dalla fedele ricostruzione del manufatto, purché tale ricostruzione assicuri la piena conformità di sagoma, di volume e di superficie tra il vecchio ed il nuovo manufatto. L’art. 10 del T.U. edilizia (D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380), nell’individuare le opere soggette a permesso di costruire e le…

12/04/2005 1619 Roma Consiglio di Stato

Ai fini dell’osservanza delle norme sulle distanze dal confine, il terrapieno ed il muro di contenimento che hanno prodotto un dislivello oppure hanno aumentato quello già esistente per natura dei luoghi costituiscono costruzioni. Nel caso di specie i giudici hanno ritenuto che l’opera, ai fini del computo delle distanze, non poteva essere considerata come lavoro di sostegno e contenimento ma come una nuova costruzione, in quanto il terreno avente pendenza naturale non richiedeva alcuna opera di sostegno. I muri di cemento armato erano, dunque, finalizzati non già al contenimento del naturale declivio del terreno, ma a sostenere un’opera artificiale (terrapieno)…

11/04/2005 602 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Le scelte urbanistiche costituiscono apprezzamenti di merito sottratte al sindacato di legittimità salvo che non siano inficiate da errori di fatto o da abnormi illogicità. Le scelte discrezionali relative alla destinazione di singole aree non necessitano di apposita motivazione oltre a quella che si può evincere dai criteri generali seguiti nell’impostazione del PRG, risultanti dalla relazione illustrativa del piano. L’esigenza di una più incisiva e specifica motivazione è ravvisabile solo allorché sussistano particolari situazioni che abbiano creato aspettative o affidamenti in favore di soggetti le cui posizioni appaiano meritevoli di specifica considerazione; tali situazioni si concretano nel superamento degli standards…

11/04/2005 600 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

In materia urbanistica è sostanzialmente inconfigurabile una disparità di trattamento perché non è ipotizzabile quella identità di situazioni soggettive ed oggettive che costituisce il necessario presupposto su cui fondare il vizio in questione. Possono riaprirsi i termini per la presentazione di nuove osservazioni allo strumento urbanistico da parte dei privati solo quando le variazioni introdotte siano di rilevante entità, conseguenti a scelte dell’Amministrazione che approva il progetto di piano e tali da configurare una nuova adozione dello strumento in itinere. Deve, tuttavia, trattarsi (ed il ricorrente lo deve dimostrare con analisi tecniche, supportate da dati empirici) di modifiche tali da…

11/04/2005 3628 Napoli T.A.R. per la Campania

La presentazione dell’istanza di sanatoria edilizia ex art. 13 L. n. 47/1985 (ora, art. 36 D.P.R. n. 380/2001), anteriormente alla impugnazione dell’ordinanza di demolizione (o del provvedimento di irrogazione delle altre sanzioni per abusi edilizi) produce l’effetto di rendere inammissibile l’impugnazione stessa per carenza di interesse. Ciò in quanto dall’istanza consegue la perdita di efficacia dell’ordinanza di demolizione, il riesame dell’abusività dell’opera, sia pure al fine di verificarne l’eventuale sanabilità, e la necessaria formazione di un nuovo provvedimento esplicito od implicito (di accoglimento o di rigetto) Il ricorso giurisdizionale avverso un provvedimento sanzionatorio proposto successivamente all’istanza di concessione in sanatoria…

08/04/2005 301 Brescia T.A.R. per la Lombardia

E’ illegittima la norma del regolamento edilizio che, relativamente alle caratteristiche dimensionali delle unità immobiliari, prescrive che gli alloggi devono avere una superficie minima netta di abitazione, comprensiva dei servizi, di mq. 45. Tale prescrizione si risolve in una limitazione dello jus aedificandi ed inerisce ad un aspetto che non può essere disciplinato, oltre certi limiti, dall’ente locale, potendo semmai trovare la propria definizione nella legislazione statale o regionale, anche al fine di evitare difformità di regolamentazioni. Nel rispetto della disciplina urbanistico edilizia rientra nella libertà di iniziativa costituzionalmente garantita dell’imprenditore, la scelta di edificare tipologie edilizie per una, due…

05/04/2005 1543 Roma Consiglio di Stato

La comunicazione di cui all’art. 7 l. 241/1990 non è dovuta in presenza di procedure promosse a iniziativa di parte, tra cui rientra la procedura volta alla sanatoria edilizia. (N.d.R. Per effetto dell’art. 5 l. 15/2005, in vigore dall’8/3/2005, la comunicazione di avvio del procedimento è obbligatoria anche nei procedimenti ad iniziativa di parte). Una volta riscontrato il carattere abusivo delle opere e la necessità della loro rimozione, viene meno ogni interesse all’accoglimento del gravame avverso il diniego dell’autorizzazione sanitaria, in quanto la rimozione degli abusi viene, di fatto, ad inibire l’utilizzazione del titolo autorizzatorio. L’esercizio dissociato dei poteri che…

05/04/2005 99 Trento Tar Trentino Alto Adige

La distanza lineare minima dalla strada pubblica ha ragione d’essere per una struttura urbanistico-edilizia che costituisca un vero e proprio corpo di fabbrica e non per aree a parcheggio d’uso pubblico in cui sussistono solo minime materializzazioni non occludenti. (Nel caso di specie erano stati realizzati parcheggi di superficie ad una distanza lineare dalla strada pubblica sotto il minimo (m. 5). Il TAR ha qualificato tali parcheggi come infrastrutture, circostanza che esime dal rispetto del limite lineare). Il “diritto ed obbligo” di costruire idonei spazi sotterranei a mo’ di garages sancito dall’art. 9 l. 24/3/1989, n. 122 (cosiddetta “legge Tognoli”),…

01/04/2005 3029 Napoli T.A.R. per la Campania

L’esercizio del potere di autotutela da parte della P.A. richiede non solo l’esistenza di un vizio dell’atto da rimuovere, ma anche l’esistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla rimozione dell’atto (che non si identifica nel mero ripristino della legalità violata) e la sua comparazione con gli interessi privati sacrificati quando, per effetto del provvedimento ritenuto illegittimo, siano sorte posizioni giuridiche qualificate e consolidate nel tempo (fra le tante C.d.S., sez. V^, n. 1150 del 1 marzo 2003, TAR Campania Napoli, sez. IV n. 4077 del 23 aprile 2003). Anche l’art. 21 nonies della legge n. 241 del 1990,…

01/04/2005 1015 Roma Consiglio di Stato

Nel caso di impugnazione di provvedimenti riguardanti la realizzazione di un’opera pubblica nell’ambito della circoscrizione del TAR per l’Emilia Romagna, tale TAR risulta competente a decidere il ricorso di primo grado, ai sensi dell’art. 2, lettera b), n. 3 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034 (applicabile anche nel caso di impugnazione di soggetti investiti di funzioni pubbliche, che esercitano la loro attività nei limiti della circoscrizione del TAR periferico).

30/03/2005 6725 Roma Corte di Cassazione

L’occupante abusivo di un fondo risponde dei danni derivati al proprietario per effetto della sopravvenuta edificabilità del fondo medesimo, intervenuta nelle more del processo e della restituzione del bene. (Nel caso di specie il danno è stato quantificato dal C.T.U., in relazione all’utile detraibile, e quindi al mancato esercizio del diritto di edificare, in L. 17.576.371, pari al valore di costruzione dell’edificio ed al maggior valore che il lotto avrebbe così acquisito meno i costi di costruzione).

25/03/2005 Modena Tribunale di Modena

Il termine annuale previsto dagli artt. 1168 e 1170 cc deve essere osservato a pena di decadenza, per cui il suo rispetto costituisce “un presupposto necessario dell’esercizio dell’azione che, se posto in discussione dal convenuto con l’eccezione di decadenza, deve essere provato dall’attore. Nel caso di spoglio posto in essere con più atti, il termine di un anno per l’esercizio delle azioni possessorie decorre dal primo atto quando quelli successivi risultino obiettivamente legati al primo in dipendenza dei caratteri intrinseci e specifici degli atti stessi, così da profilarsi come progressiva estrinsecazione di un medesimo disegno dello stesso iter esecutivo o…

21/03/2005 128 L’Aquila T.A.R. per l’Abruzzo

Il termine entro il quale può essere esercitato il potere inibitorio previsto dagli articoli art.22 e 23 del D.P.R.380/2001 [secondo cui la denuncia di inizio di attività (DIA) va presentata trenta giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori ed entro l’indicato termine può essere inibita la esecuzione delle previste trasformazioni ove sia riscontrata l’assenza di una o più delle condizioni normativamente previste (6°comma)] è da ritenersi perentorio, sia per la certezza dei rapporti giuridici, sia perchè, ove la norma introduce una limitazione temporanea allo jus aedificandi, che è facoltà attinente al diritto di proprietà, detta limitazione temporanea non può che avere…

21/03/2005 1949 Roma T.A.R. per il Lazio

In forza dell’art. 31 comma 2, l. 28 febbraio 1985 n. 47, per il quale in caso di opere interne ad edifici già esistenti si richiede che le stesse siano state completate funzionalmente, per ottenere il condono dell’abusivo mutamento della destinazione d’uso di un immobile è sufficiente che lo stesso sia stato “completato funzionalmente” entro il termine del 1° ottobre 1983, vale a dire che entro tale data (anche se le attività costruttive siano ancora in corso) l’immobile deve essere comunque già fornito delle opere indispensabili a rendere effettivamente possibile un uso diverso da quello assentito (Consiglio Stato, Sez. V,…

16/03/2005 1062 Roma Consiglio di Stato

Una “ristrutturazione” – come definita dall’art. 31 comma 1 lett. d) l. 5 agosto 1978 n. 457 – si configura quando l’immobile sul quale si lavora resta immutato nella forma, volume ed altezza. Con la ristrutturazione si può ottenere un manufatto edile diverso dal precedente, in tutto od in parte, ma non con la esecuzione di nuovi volumi, bensì con l’eliminazione o la variazione di elementi od impianti esistenti nell’immobile o con l’inserimento di nuovi elementi od impianti, oltre che con il rifacimento o la sostituzione di elementi costitutivi dell’immobile medesimo (Cons. Stato, sez. V, 18 dicembre 2000, n. 6768).

15/03/2005 169 Palermo Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana

Nel campo urbanistico, la cessione di aree al Comune da parte del proprietario, beneficiario del permesso edilizio, non rappresenta qualcosa di extra ordinem, costituendo invece il frutto di una prassi ben conosciuta e accettata, affermatasi peraltro prima ancora che venisse emanata la legge urbanistica. L’idea, quindi, che l’utilizzazione edificatoria dei suoli comporti per il proprietario non solo vantaggi, ma anche oneri, fa parte della cultura comune. La clausola di cessione gratuita delle aree, accettata al momento della voltura della concessione edilizia, ha un valore vincolante.

11/03/2005 1023 Roma Consiglio di Stato

Il rapporto che lega una concessione alla successiva variante si atteggia in maniera differenziata a seconda del concreto contenuto precettivo dell’assenso rilasciato in epoca posteriore, di guisa che non sempre all’annullamento di quello originario consegue di necessità l’insanabile invalidità derivata del secondo. All’epoca dei fatti di causa (1992 – 1994) era dato distinguere, nell’ambito del vasto genere delle varianti, ben tre sottotipi, diversamente denominati in dottrina e, del pari, soggetti a differenziate discipline positive. 1) la variante c.d. “non essenziale” (o “propria”), di regola finalizzata ad apportare modeste correzioni ad un primitivo progetto approvato dall’autorità amministrativa, onde adeguarlo a sopravvenienze,…

10/03/2005 136 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

La realizzazione di un impianto fognario non richiede l’autorizzazione paesaggistica, trattandosi di opere che non hanno alcun impatto sui valori del sito, a motivo della loro collocazione sotterranea oltrechè per la modesta entità del manufatto destinato ad ospitare l’impianto di sollevamento della rete fognaria.

09/03/2005 230 Lecce T.A.R. per la Puglia

La realizzazione di un impianto fognario non richiede l’autorizzazione paesaggistica, trattandosi di opere che non hanno alcun impatto sui valori del sito, a motivo della loro collocazione sotterranea oltrechè per la modesta entità del manufatto destinato ad ospitare l’impianto di sollevamento della rete fognaria.

08/03/2005 460 Modena Tribunale di Modena

Incombe sul venditore, convenuto in giudizio con un’azione di accertamento negativo, l’onere di dimostrare di aver trasmesso a controparte la documentazione attestante la riduzione del vincolo di inedificabilità di un immobile, qualora il convenuto medesimo abbia assunto contrattualmente tale obbligo in sede di stipula del rogito d’acquisto.

01/03/2005 1417 Napoli T.A.R. per la Campania

Nelle more della conclusione di un procedimento di condono edilizio attivato nel 1986, non è consentito effettuare dei lavori, sia pure solo manutentivi, su un corpo di fabbrica che non è stato ancora riconosciuto legittimo dal punto di vista edilizio ed urbanistico. In altri termini prima dell’esito favorevole della richiesta di condono edilizio, non è consentito al privato di effettuare interventi edilizi ulteriori. La sospensione dei procedimenti sanzionatori ex art. 38 l. 47/85 in pendenza di una domanda di condono edilizio (nel caso in esame ai sensi dell’art. 32 della l. 326/03) non è automatica, ma è subordinata all’astratta sanabilità…

01/03/2005 776 Roma Consiglio di Stato

Qualora tra le parti sia già in corso un contenzioso relativo al titolo originario, non sussiste alcun onere per la P.A. di dare comunicazione dell’avvio del procedimento relativo al titolo in variante ai sensi dell’art. 7 della legge n. 241/1990; la semplice variante del medesimo, infatti, si iscrive nell’ambito del medesimo procedimento amministrativo. Il codice della strada si limita a prevedere, in astratto, le caratteristiche strutturali e funzionali delle strade, mentre la classificazione in concreto dell’opera viaria risulta riservata dalla normativa primaria (e, segnatamente, dagli artt. 13 e 36 d.lgs. n. 285/92) all’iniziativa provvedimentale dell’ente proprietario; ciò non significa che…

01/03/2005 348 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La notificazione di un verbale di contestazione e accertamento di infrazioni e inadempimenti, redatto da Agenti di Polizia, nella misura in cui consente ai soggetti interessati di prendere conoscenza del procedimento avviato, spiega gli stessi effetti della comunicazione di avvio del procedimento ex artt. 7 e segg. L. n. 241 del 1990. I verbali di accertamento redatti dai pubblici ufficiali fanno piena prova, fino a querela di falso, oltre che della provenienza dei medesimi da chi li ha redatti, anche dei fatti attestati come avvenuti in presenza dell’autore del verbale o conosciuti dal medesimo in base alle dichiarazioni raccolte o…

01/03/2005 347 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’autorizzazione paesaggistica di cui all’art. 151 del D.lgt. n 490/1999 costituisce condizione di efficacia della concessione edilizia, sicchè quest’ultima, pur non essendo illegittima, non esplica, tuttavia, alcun effetto in assenza del prescritto atto autorizzatorio. Finché il procedimento non giunge a conclusione attraverso il perfezionamento della necessaria autorizzazione e la definizione dell’iter procedimentale attraverso la formazione del silenzio-assenso della Sovrintendenza ai beni ambientali ed architettonici, a cui gli atti devono essere trasmessi, nessun diritto può essere vantato e, quindi, nessuna lesione patrimoniale correlata al diritto medesimo può essere fatta valere dagli interessati.

01/03/2005 346 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima, per violazione dell’articolo 27 delle N.T.A. al P.R.G. del Comune di Cervia, una concessione edilizia con cui si consentano, unitamente all’ampliamento dell’edificato residenziale rispetto all’esistente, altre destinazioni d’uso (uffici). E’ illegittima, per violazione dell’articolo 27 delle N.T.A. al P.R.G. del Comune di Cervia, una concessione edilizia con cui si consentano, unitamente all’ampliamento dell’edificato residenziale rispetto all’esistente, altre destinazioni d’uso (uffici).

01/03/2005 344 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La qualificazione dei provvedimenti amministrativi va effettuata tenendo conto del contenuto concreto del potere esercitato e ciò a prescindere dalla mancata od errata indicazione della norma di riferimento. (Nel caso in esame il Sindaco di Riccione, per evitare il protrarsi di gravi disagi provocati “alla viabilità e dalla sicurezza della circolazione” nonchè i pericoli per la pubblica incolumità e per l’ordine pubblico, aveva limitato, con un provvedimento contingibile ed urgente, l’orario di attività di un esercizio pubblico). I provvedimenti contingibili ed urgenti, stante l’urgenza di intervenire che ne giustifica l’emanazione, sono incompatibili con le garanzie procedimentali e partecipative di cui…

01/03/2005 340 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Compete allo Stato la fissazione dei c.d. “limiti di esposizione”, ossia i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico che non devono essere superati in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori per assicurare la tutela della salute, e dei c.d. “valori di attenzione”, intesi come valori di campo da non superare, a titolo di cautela rispetto ai possibili effetti a lungo termine, negli ambienti abitativi e scolastici e nei luoghi stabiliti a permanenze prolungate. Compete, invece, alle Regioni ed agli Enti Locali il perseguimento di “obiettivi di qualità” a tutela della salute, che non possono però portare…

01/03/2005 336 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nell’ambito del sistema della L. 47/1985, qualora l’interessato abbia attivato il procedimento per ottenere la concessione di costruzione edilizia in sanatoria di abusi, il ricorso proposto contro un provvedimento demolitorio emesso in precedenza, diviene improcedibile, essendo venuta meno l’efficacia dell’ordine repressivo impugnato, atteso che a seguito dell’istanza di condono esso deve essere sostituito o dalla concessione in sanatoria (espressa o implicita) o da un nuovo provvedimento. Stante il richiamo effettuato dall’art. 32, comma 25, L. 326/2003 (condono edilizio) alle disposizioni di cui ai capi IV e V della L. 47/1985, il principio di cui sopra si applica anche alle opere…

01/03/2005 335 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nel riparto della giurisdizione non si deve aver riguardo alla prospettazione della parte attrice quanto alla qualificazione della posizione soggettiva dedotta a fondamento della domanda. La legge n. 10 del 1977 trova applicazione soltanto nelle controversie in cui vengono in discussione provvedimenti emessi nella sua vigenza (art. 18) ed in base ad essa, e non opera invece riguardo alle controversie concernenti provvedimenti perfezionati anteriormente.

24/02/2005 871 Lecce T.A.R. per la Puglia

E’ di immediata applicazione il divieto di autorizzazione paesaggistica in sanatoria ex art. 146, comma 8, lett. C) del d. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, in ragione della natura sostanziale di tale norma delimitativa del relativo potere, come tale non incisa dalle previsioni transitorie di rango esclusivamente procedimentali del successivo art. 159. Il fondamentale rango che il valore paesaggio rinviene nel testo costituzionale e nella evoluzione della sensibilità giuridico-sociale risulta pienamente ed effettivamente garantito proprio attraverso un intervento amministrativo di tipo preventivo, che valuti la compatibilità del progetto edificatorio con il contesto ambientale di riferimento nella sua dimensione reale…

24/02/2005 312 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 14 del D.lgs. n 22/1997 presuppone, ai fini dell’accertamento della responsabilità derivante dall’illecito amministrativo in capo al proprietario, la sussistenza dell’elemento psicologico, cioè del dolo e della colpa, vale a dire dell’imputabilità dell’evento al proprietario dell’area investita dai rifiuti. In caso contrario, va esclusa la responsabilità del proprietario dell’area oggetto dell’abbandono di rifiuti da parte del conduttore dell’immobile medesimo.

23/02/2005 765 Venezia T.A.R. per il Veneto

Sono illegittimi l’ordine di sospensione dei lavori e la successiva ordinanza di rimessa in pristino, nel caso di lavori che non comportino alcun mutamento sostanziale di destinazione d’uso che, com’è noto, è rilevante (sotto il profilo urbanistico) soltanto se avviene tra diverse categorie urbanistiche (residenziale, commerciale-direzionale, produttiva, agricola). [Nella fattispecie la categoria urbanistica è rimasta sempre quella agricola, trattandosi di trasformazione di ripostiglio agricolo in stalla, senza la realizzazione di opere edilizie].

21/02/2005 668 Bari T.A.R. per la Puglia

L’art. 15, II comma, del DPR 6 giugno 2001 n. 380 sancisce la decadenza del permesso di costruire come effetto automatico del trascorrere del tempo. La realizzazione della parte dell’intervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata al rilascio di nuovo permesso per le opere ancora da eseguire, salvo che le stesse non rientrino tra quelle realizzabili mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell’articolo 22.

18/02/2005 1408 Roma T.A.R. per il Lazio

L’Amministrazione ha sempre l’obbligo di accertare, in occasione del rilascio di un titolo abilitativo edilizio, la legittimazione sostanziale del richiedente. Non vi è alcuna differenza tra l’esame del titolo di godimento che l’Amministrazione svolge in sede di rilascio del permesso di costruire e quello svolto in sede di verifica dei presupposti della d.i.a. poiché, in entrambi i casi, essa verifica soltanto l’esistenza di una posizione legittimante, sia pure all’esclusivo fine di assicurare un ordinato svolgimento dell’attività urbanistica, conforme all’assetto dei rapporti interprivati relativi all’area interessata dall’intervento. L’Amministrazione non è tenuta a svolgere complessi e laboriosi accertamenti; anzi, non deve entrare…

18/02/2005 293 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nel caso di contrasto tra previsioni urbanistiche comunali previgenti (nel caso di specie: PRG di Modena approvato nel 1991) e piano paesistico sopravvenuto (in Emilia-Romagna: nel 1993), le prescrizioni contenute nel piano paesistico hanno natura immediatamente impositiva, anche nei confronti dei privati e prevalgono sulle diverse destinazioni d’uso contenute nei previgenti strumenti urbanistici. Dalla elencazione del contenuto del piano paesistico, quale risulta dall’art. 23 R.D. n. 1357/40, si evince la possibilità di limitare il diritto dei privati di utilizzazione dei beni vincolati, sino al punto di consentire anche l’esclusione dell’edificazione quando essa risulti in grado di compromettere la conservazione dei…

18/02/2005 291 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’attività di annullamento di autorizzazioni edilizie ex art. 27 L. n 1150/1942, ora art. 39 D.P.R. n 380/2001, per violazione di strumenti urbanistici o, in generale, di precetti normativi, è attività svolta d’ufficio a tutela della legittimità degli atti posti in essere dall’amministrazione comunale. Come tale essa prescinde dall’interesse del privato, il quale abbia, eventualmente, provocato l’intervento dell’Ente sovraordinato, dotato del potere di annullamento delle precitate autorizzazioni, talchè il privato medesimo non può considerarsi titolare di alcuna posizione differenziata.

18/02/2005 846 Firenze T.A.R. per la Toscana

E’ legittimo il rigetto della domanda di ristrutturazione edilizia laddove il Comune abbia appurato l’inesistenza, al momento della presentazione della domanda, del fabbricato da ristrutturare, poiché in tal caso manca il presupposto stesso – cioè la preesistenza di un organismo edilizio da trasformare – per poter qualificare l’intervento come ristrutturazione edilizia. (Nel caso di specie, alla data della presentazione, da parte del ricorrente, della domanda di concessione – 22.10.1998 – il fabbricato in questione non esisteva più né in tutto né in parte, essendo definitivamente crollato nel 1997 a seguito dei lavori di costruzione di un adiacente muro di contenimento).

16/02/2005 499 Roma Consiglio di Stato

Laddove l’atto della P.A. abbia illegittimamente impedito la realizzazione legittima ed assentita di un progetto di demolizione e ricostruzione di un vecchio fabbricato e laddove, nelle more del processo, la realizzazione del progetto sia definitivamente preclusa per l’adozione del P.R.G. che impedisce l’attività di demolizione e ricostruzione, deve escludersi che l’area del risarcimento del danno si possa dilatare sino a comprendere l’utile che sarebbe stato ricavato ove, dopo aver ricostruito il fabbricato, si fosse proceduto alla vendita dello stesso. In tale ipotesi il risarcimento del danno deve, invece, essere limitato al mancato guadagno, consistente nel mancato godimento dell’immobile, poiché, nella…

16/02/2005 283 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nell’’ambito del giudizio ex art. 35 D.lgs. 31/3/1998 n. 80, nel testo novellato dall’art. 7 della L. 21 Luglio 2000 n. 205, in caso di mancato accordo fra le parti, al giudice dell’ottemperanza può essere sottoposta la determinazione del quantum da corrispondere a titolo di risarcimento danni nell’ambito di una procedura espropriativa, sulla base delle indicazioni di merito fissate nella decisione di cognizione, fatta comunque salva la possibilità di interventi di carattere integrativo giustificati da eventuali problemi di interpretazione. Ai fini della determinazione del quantum da corrispondere a titolo di risarcimento danni nell’ambito di una procedura espropriativa, l’“integrale controvalore del…

15/02/2005 145 Catanzaro T.A.R. per la Calabria

La motivazione dell’atto amministrativo di acquisizione al patrimonio comunale di un immobile abusivamente realizzato e dell’annessa area di sedime, non può prescindere dall’indicazione della concreta utilizzabilità delle opere e dell’area a fini pubblici, ma non richiede alcuna ponderazione tra interessi contrapposti (nel caso di specie era specificato che l’immobile acquisito poteva essere destinato, alternativamente, a parcheggio per automezzi del Comune ovvero concesso in fitto a privati per lo svolgimento di attività industriali. Il TAR, dunque, ha ritenuto correttamente motivato il provvedimento). L’acquisizione del parere della commissione edilizia comunale non è prevista dall’art. 7, comma 5, l. n. 47/85, né può…

15/02/2005 146 Catanzaro T.A.R. per la Calabria

La disciplina sulle distanze, sia essa scolpita nel codice civile, nei regolamenti edilizi ovvero negli strumenti urbanistici, si applica alle sole costruzioni, ovvero a qualsiasi opera non interrata, avente i caratteri della solidità, stabilità ed immobilizzazione rispetto al suolo. Presupposto essenziale affinché la disciplina sulle distanze trovi applicazione è la sporgenza del manufatto dal suolo, da riscontrare con riferimento al piano di campagna, cioè al livello naturale del terreno. Il pericolo di creazione di intercapedini insalubri non sussiste a fronte di gradinate realizzate seguendo la naturale pendenza di un lotto, e comunque al di sotto del piano naturale di campagna…

15/02/2005 279 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nella Regione Emilia – Romagna fruiscono della presunzione di compatibilità col piano paesistico, stabilita dall’art.37, comma secondo, delle sue Disposizioni transitorie, solo gli strumenti vigenti e le loro varianti, che siano approvati prima della sua entrata in vigore (29 giugno 1989).

14/02/2005 1004 Napoli T.A.R. per la Campania

Ai fini della decorrenza del termine per l’impugnazione di una concessione edilizia rilasciata a terzi, l’effettiva conoscenza dell’atto si ha quando la nuova costruzione rivela in modo certo ed univoco le essenziali caratteristiche dell’opera e l’eventuale non conformità della stessa al titolo o alla disciplina urbanistica, per cui, in assenza di altri univoci elementi probatori, il termine per l’impugnazione inizia a decorrere dal completamento dei lavori (di norma sotto il profilo strutturale), a meno che non si sostenga l’assoluta inedificabilità dell’area o si producano censure rilevabili sin dalla fase iniziale dei lavori, come per il rispetto delle distanze fra fabbricati….

14/02/2005 1027 Napoli T.A.R. per la Campania

Va ritenuto irricevibile per manifesta tardività il ricorso giurisdizionale avverso una concessione edilizia, rilasciata per la realizzazione di un capannone industriale, proposto dai proprietari finitimi e colà stabilmente residenti, laddove il gravame sia stato proposto oltre un anno dal rilascio e comunque otto mesi dopo l’installazione del cartello recante gli estremi essenziali del provvedimento impugnato, posto che il lungo tempo trascorso, la natura appariscente dei lavori autorizzati e l’incontroversa stabile residenza dei ricorrenti in località attigua a quella in cui l’opera è stata realizzata rendono ragionevolmente fondata la conoscibilità del provvedimento stesso in data ben anteriore al sessantesimo giorno precedente…

14/02/2005 1003 Napoli T.A.R. per la Campania

Le autorimesse fuori terra sono soggette alla disciplina urbanistica generale come ordinarie nuove costruzioni. Infatti le disposizioni di cui all’art. 9 della legge n. 122/89 si riferiscono ai parcheggi da destinare a pertinenza delle singole unità immobiliari da realizzarsi, anche in deroga agli strumenti urbanistici ed ai regolamenti edilizi vigenti, nel sottosuolo degli immobili ovvero nei locali siti al piano terreno dei fabbricati o nel sottosuolo di aree pertinenziali esterne al fabbricato, ma non si riferiscono anche ai parcheggi da realizzarsi all’esterno dei fabbricati. Possono considerarsi volumi tecnici – dei quali non si tiene conto ai fini del calcolo delle…

14/02/2005 432 Roma Consiglio di Stato

I vincoli soggetti alla previsione di decadenza di cui all’art. 2 della legge 19 novembre 1968 del 1967 sono quelli preordinati ad espropriazione (o che comportino inedificabilità), ma della stessa natura partecipano quelle previsioni dello strumento urbanistico che limitano o che, comunque, svuotano il contenuto del diritto di proprietà, incidendo sul godimento del bene in modo tale da renderlo inutilizzabile rispetto alla sua destinazione naturale, ovvero diminuendone significativamente il suo valore di scambio. (Nel caso di specie il C.d.S. ha ritenuto che la destinazione urbanistica impressa al terreno degli appellati – attrezzature a servizio delle zone A e B –…

11/02/2005 70 Roma Corte Costituzionale

La disciplina del condono edilizio deve ritenersi riconducibile alla materia “governo del territorio” di cui all’art. 117, terzo comma, della Costituzione; tuttavia, dal momento che solo al legislatore statale spetta il potere di incidere sulla sanzionabilità penale, a quest’ultimo va riconosciuta la discrezionalità in materia di estinzione del reato o della pena, o di non procedibilità. In quest’ottica, con sentenza n. 196 del 2004 si è ritenuto che solo alla legge statale spetti l’individuazione della portata massima del condono edilizio straordinario di cui all’art. 32 del decreto-legge n. 269 del 2003, attraverso la definizione sia delle opere abusive non suscettibili di…

11/02/2005 650 Venezia T.A.R. per il Veneto

In tema di condono edilizio ex l. 47/85, è legittimo il rilascio in sanatoria del certificato di agibilità in deroga alle sole disposizioni di natura regolamentare, purchè le opere non contrastino con le disposizioni in materia di sicurezza statica o di prevenzione degli incendi e degli infortuni e semprechè si accerti, a cura della competente autorità sanitaria, l’esistenza degli indispensabili requisiti di ordine igienico.

11/02/2005 973 Napoli T.A.R. per la Campania

Nel regime di comunione legale tra i coniugi, la costruzione di un manufatto su suolo di proprietà esclusiva di uno solo dei coniugi appartiene a quest’ultimo in virtù delle disposizioni generali in materia di accessione e non rientra, quindi, nella comunione medesima ex art. 177, comma 1, lett. b) del codice civile. Conseguentemente, la diffida a demolire va notificata esclusivamente al proprietario del suolo. Il principio cosiddetto “dispositivo con metodo acquisitivo” operante nel processo amministrativo trova ragione di essere in riferimento solo ad atti e documenti formati ovvero custoditi dall’Amministrazione, per i quali, non essendovi un immediato e generalizzato accesso…

11/02/2005 949 Napoli T.A.R. per la Campania

Perché un intervento edilizio ricada nella definizione di “ristrutturazione”, offerta dall’art. 31 comma 1 lett. d) l. 5 agosto 1978 n. 457, occorre che il manufatto sul quale si svolgono gli interventi rimanga il medesimo per forma, volume e altezza, in quanto il risultato della ristrutturazione può bensì essere un “organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente”, purché però la diversità sia dovuta a interventi comprendenti il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi del manufatto, ovvero l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti e non già la realizzazione di nuovi volumi (nel…

11/02/2005 945 Napoli T.A.R. per la Campania

Il provvedimento comunale che impone la demolizione di opere edilizie abusive non va sospeso – anche se risulti presentata la domanda di sanatoria prevista dall’art. 32 L. 24 novembre 2003, n. 326 – allorché sia certo che le opere stesse rientrino in tipologia non sanabile ai sensi del comma 27 dell’art. 32 citato.   Non è necessario il parere della Commissione edilizia comunale nel caso di procedimento di rilascio della concessione edilizia in sanatoria, sia perché manca nella formulazione della legge un’espressa previsione al riguardo (cfr. art. 13 della legge n. 47/1985, ora art. 36 del d.p.r. n. 380/2001), sia…

10/02/2005 525 Lecce T.A.R. per la Puglia

Incombe sull’ente esponenziale della collettività di riferimento la cura e la manutenzione delle strade nel caso in cui le stesse, sia pure di proprietà privata, vengano assoggettata in modo continuativo ad uso pubblico, in modo che si abbia una situazione corrispondente all’esercizio di una servitù: ciò in quanto l’utilizzo della strada da parte della collettività secondo le caratteristiche e nella misura di quelle comunali viene ad assorbire quello che della stessa fanno i privati proprietari, sicchè può affermarsi, in tal caso, l’esistenza di un diritto di uso pubblico riconducibile alla fattispecie di cui all’art. 825 c.c., che assoggetta al regime…

10/02/2005 106 Catanzaro T.A.R. per la Calabria

Ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380, ai fini dell’utilizzazione degli edifici indicati nell’art. 220 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, è necessario che il proprietario richieda il certificato di abitabilità al sindaco, allegando alla richiesta il certificato di collaudo, la dichiarazione presentata per l’iscrizione al catasto dell’immobile, restituita dagli uffici catastali con l’attestazione dell’avvenuta presentazione, ed una dichiarazione del direttore dei lavori che deve certificare, sotto la propria responsabilità, la conformità rispetto al progetto approvato, l’avvenuta prosciugatura dei muri e la salubrità degli ambienti. Alla luce di tale norma, il certificato di abitabilità…

04/02/2005 803 Napoli T.A.R. per la Campania

La recinzione è manufatto essenzialmente destinato a delimitare una determinata proprietà allo scopo di separarla dalle altre, a custodirla e difenderla da intrusioni. Essa non comporta di per sè una diversa utilizzazione urbanistica dell’area, essendo solo diretta a far valere quello ius excludendi alios costituente tipico contenuto del diritto di proprietà e legittimamente sacrificabile solo quando ricorrano le condizioni previsti dall’ordinamento in funzioni di superiori interessi pubblici, da adeguatamente motivarsi nel bilanciamento degli interessi pubblici e privati coinvolti.

02/02/2005 692 Napoli T.A.R. per la Campania

L’’art. 7, l. n. 241 del 1990, che prevede la comunicazione dell’inizio del procedimento, con le modalità di cui al successivo art. 8, trova applicazione anche nel procedimento diretto all’irrogazione dell’indennità risarcitoria di cui all’art. 15, l. 29 giugno 1939 n. 1497, per le opere abusive realizzate in area sottoposta a vincolo ambientale, tutte le volte in cui la partecipazione del destinatario della sanzione al relativo procedimento potrebbe inserire nella valutazione dell’amministrazione elementi tali da determinare un suo diverso contenuto, quanto meno sotto il profilo del quantum.

02/02/2005 57 Brescia T.A.R. per l’Umbria

L’’Amministrazione comunale non esaurisce la possibilità di intervento e di controllo con seguente applicazione delle misure repressive e sanzionatorie allorché sia spirato il termine di venti giorni previsto dal comma 4, dell’art. 9, del D.L. 285 del 1996, atteso che l’interesse pubblico a reprimere condotte con esso confliggenti prevale sull’interesse privato alla certezza della situazione consolidatasi.   Trascorso il termine di 20 giorni dalla presentazione della denuncia di inizio di attività, l’amministrazione comunale può soltanto, ricorrendone i presupposti, esercitare i propri poteri in via di autotutela ed emanare solo successivamente gli eventuali provvedimenti sanzionatori del caso.

01/02/2005 353 Firenze T.A.R. per la Toscana

E’ legittimo l’art. 17 del regolamento urbanistico del Comune di Fiesole che, negli immobili particolarmente tutelati, consente la realizzazione di parcheggi interrati soltanto ove non esistano altre possibilità. La legge 122/89, infatti, è di carattere straordinario e non impedisce ad una normativa locale (regionale e comunale) di fissare limiti non irragionevoli ad un’applicazione estensiva della disposizione statale. L’art. 9 della legge n. 122/1989, dunque, non è applicabile sempre e comunque in dispregio della possibilità del Comune di adeguarla, in modo ragionevole, alle esigenze e alla realtà del proprio territorio. Vale in proposito l’autonomia dei Comuni in materia di assetto del…

01/02/2005 354 Firenze T.A.R. per la Toscana

L’art. 12, secondo comma, della legge n. 47/85 per la determinazione della sanzione in luogo della demolizione indica, per le opere abusive ad uso residenziale, il criterio del “costo di produzione stabilito in base alla legge 27 luglio 1978 n. 392”, mentre per “le opere adibite ad usi diversi da quello residenziale” il criterio del “valore venale determinato a cura dell’ufficio tecnico erariale”.   E’ legittima la sanzione pecuniaria sostitutiva della demolizione, ex art. 12 l. 47/85, di complessivi Euro 159.068,72 ove il valore venale dell’abuso (ampliamento di mq. 440 realizzato in aderenza al preesistente capannone industriale) seguendo il metodo…

31/01/2005 375 Lecce T.A.R. per la Puglia

La destinazione a zona agricola di un’area non può restringersi alla sola coltivazione del fondo, dovendosi ritenere ammissibili tutte quelle attività integrative e aggiuntive che non si pongono in insanabile contrasto con la generica funzione della zona, come area a valenza conservativa dei valori naturalistico-ambientali. (Nel caso di specie, il TAR ha ritenuto illegittimo il diniego della domanda di concessione edilizia per il mutamento di destinazione d’uso, da locale agricolo a locale commerciale, di un fabbricato utilizzato dapprima come deposito di tabacchi e successivamente come casa di campagna. Il diniego era motivato unicamente sul presupposto che la destinazione d’uso prevista…

31/01/2005 376 Lecce T.A.R. per la Puglia

Se pur in modo non univoco, la giurisprudenza ha avuto modo di precisare che “salvo che non si tratti di opere di modeste dimensioni e con destinazione delle stesse ad usi episodici o meramente complementari (ad es. cantine, locali adibiti a strutture tecnologiche, garage al servizio di un appartamento)… i locali interrati debbono computarsi ai fini della volumetria ammissibile” (Cons. St. V Sez. 15/6/2001 n. 3177; T.A.R. Marche 4/2/2003 n. 21).

31/01/2005 140 Catania T.A.R. per la Sicilia

L’’obbligo del rispetto della distanza minima assoluta tra pareti finestrate e pareti di edifici esistenti è inderogabile anche per la p.a. preposta al rilascio della concessione edilizia.

28/01/2005 378 Venezia T.A.R. per il Veneto

La concessione del condono edilizio, se comporta la possibilità di mantenere l’immobile nella sua destinazione d’uso (seppure contrastante con quella astrattamente consentita dal piano regolatore generale), non muta però la destinazione urbanistica dell’area su cui sorge il manufatto stesso. Non sono ipotizzabili sul manufatto possibilità di ulteriori modificazioni di destinazione d’uso non consentite dalle prescrizioni urbanistiche vigenti in ordine all’area su cui sorge il manufatto. Il rilascio della sanatoria edilizia, ai sensi degli artt. 31 e segg. della legge n. 47 del 1985, se da un lato rende legittimo l’edificio che era, strutturalmente e funzionalmente abusivo, dall’altro lato non conferisce…

28/01/2005 387 Venezia T.A.R. per il Veneto

Il criterio del “completamento funzionale” deve intendersi riferito ad una situazione per cui le opere, pur se non perfette fin nelle finiture, possano dirsi individuabili nei loro elementi strutturali e presentanti caratteristiche necessarie e sufficienti ad assolvere la funzione cui sono destinate. In buona sostanza, l’immobile deve risultare già fornito delle opere indispensabili a rendere effettivamente possibile un uso diverso da quello asserito, in modo tale da risultare incompatibile con l’originaria destinazione.

27/01/2005 30 Bolzano T.A.R. Bolzano

Occorre il rilascio della previa concessione edilizia anche le costruzioni agevolmente amovibili (trattatasi, nel caso di specie, di costruzione in legno, mobile, non ancorata al suolo, delle misure di metri 3,65 x 3,65, dotata di finestre e di camino, posizionata sul piazzale solarium del rifugio “Col Pradat” ad altitudine di ca. 2000 m sul livello mare). La precarietà di un manufatto, che rende non necessaria la concessione edilizia, dipende non dal suo sistema d’ancoraggio, ma dalla sua idoneità a determinare una stabile trasformazione del territorio: il detto carattere va escluso quando trattasi di strutture destinate a dare un’utilità prolungata nel…

26/01/2005 226 Venezia T.A.R. per il Veneto

Ai sensi dell’art. 14, D.L.vo 22/1997, spetta alla P.A. dimostrare il comportamento doloso o colposo del proprietario dell’area inquinata che determina l’obbligo di procedere alla rimozione o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi. Non è sufficiente ipotizzare ex post che la parte fosse in qualche modo a conoscenza dello stato dell’area, finchè questa considerazione non trova corpo in uno specifico provvedimento che ne dia atto e dimostrazione. In assenza di uno specifico accertamento di un comportamento doloso o colposo da parte del proprietario dell’area risultata inquinata ed in assenza di una corrispondente enunciazione a livello…

26/01/2005 578 Roma T.A.R. per il Lazio

L’’esecuzione di opere abusive costituisce presupposto sufficiente per l’adozione di misure ripristinatorie, sicché quest’ultime sono sufficientemente motivate con l’affermazione dell’accertata abusività dell’opera, essendo “in re ipsa” l’interesse alla sua rimozione. Nel caso in cui sia decorso lungo tempo fra la realizzazione dell’opera abusiva e l’adozione della misura repressiva, l’ordine di demolizione deve contenere un’adeguata motivazione sul pubblico interesse attuale al sacrificio delle posizioni soggettive ormai consolidate perché l’inerzia degli organi amministrativi preposti al controllo del territorio ingenera in capo al privato un evidente affidamento sulla regolarità delle opere e sulla carenza di interesse pubblico alla loro demolizione. Il proprietario limitrofo…

26/01/2005 45 Brescia T.A.R. per la Lombardia

La finalità perseguita dal legislatore regionale è quella di favorire la creazione di nuove residenze attraverso il razionale recupero dei sottotetti e di evitare per tale via un ulteriore consumo di nuovo territorio altrimenti necessario per la soddisfazione dei bisogni delle famiglie. La L.r. 19/11/1999 n. 22 consente espressamente le modifiche alle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde, nel rispetto dei soli limiti di altezza massima degli edifici posti dallo strumento urbanistico, per permettere al sottotetto di raggiungere le caratteristiche di abitabilità (cfr. sentenze TAR Brescia 18/9/2002 n. 1176; 14/5/2002 n. 851; 20/4/2004…

25/01/2005 357 Napoli T.A.R. per la Campania

Possono considerarsi volumi tecnici – dei quali non si tiene conto ai fini del calcolo delle volumetrie massime consentite nelle singole zone edificabili – quei soli volumi destinati ad ospitare impianti aventi un rapporto di strumentalità necessaria con l’utilizzazione dell’immobile e che non possono essere sistemati all’interno della parte abitativa, come gli impianti idrici, termici e di ventilazione. Non possono, invece, essere considerati volumi tecnici i locali complementari all’abitazione, quali le soffitte, gli stenditoi chiusi, i locali di sgombero o quei locali impropriamente definiti “sottotetto” ma che costituiscono, in realtà, vere e proprie mansarde, in quanto dotati di rilevante altezza…

25/01/2005 355 Napoli T.A.R. per la Campania

La disposizione del regolamento edilizio secondo cui <<l’altezza massima dei nuovi edifici non può superare l’altezza degli edifici preesistenti e circostanti>> deve essere interpretata in modo restrittivo nel senso che, se il lotto da edificare risulta praticamente circondato da altri edifici preesistenti, l’altezza massima da prendere in considerazione è quella massima di tali edifici che circondano la nuova costruzione, non risultando decisiva in senso contrario la maggiore altezza di edifici preesistenti, ma non immediatamente circostanti. Quando lo strumento urbanistico comunale prescrive che, in una zona di piano, l’altezza massima degli edifici di nuova costruzione non può superare la media dell’altezza…

24/01/2005 85 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima la delibera del consiglio comunale che pretenda di dettare l’interpretazione autentica di una norma di attuazione dello strumento urbanistico generale vigente, in quanto il piano regolatore generale è il risultato di un procedimento complesso, nel cui ambito alla fase dell’adozione, di competenza comunale, segue la fase dell’approvazione, spettante alla regione o all’autorità da essa delegata, sicché il solo comune non ha la potestà di incidere, in maniera vincolante e unilaterale, sulla portata dispositiva di una prescrizione urbanistica senza il concorso di una convergente determinazione delle altre autorità competenti alla formazione del piano (cfr. T.A.R. Campania Napoli, sez. I,…

24/01/2005 81 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il potere di annullamento del nullaosta paesistico da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, tramite la Soprintendenza per i beni ambientali d’architettonici, può riguardare soltanto motivi di illegittimità, ivi compreso il difetto di motivazione o di istruttoria nonché l’eccesso di potere sotto ogni profilo, ma non può estendersi a contestare le valutazioni di merito che rientrano nelle competenze della Regione eventualmente delegate, come in Emilia-Romagna, ai Comuni. (In questo senso Adunanza Plenaria del consiglio di Stato n.9 del 14 dicembre 2001).

24/01/2005 81 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

21/01/2005 12 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’iscrizione delle strade vicinali negli elenchi comunali non ha efficacia costitutiva riguardo alla loro destinazione pubblicistica. L’uso pubblico delle strade vicinali, specie ove il loro tracciato si addentri all’interno di zone montane impervie, di per sé non viene meno per effetto della impraticabilità parziale o totale dei percorsi al carreggio, in quanto, per mantenere detta funzione pubblicistica, risulta sufficiente la presenza, anche non frequente, di transito pedonale, purchè esso sia esercitato da parte della generalità degli abitanti e per qualsiasi loro utilità contingente. Affinché si produca la “sdemanializzazione tacita” riguardo all’ordinario regime di un bene demaniale o di un bene…

21/01/2005 100 Roma Consiglio di Stato

L’’autorizzazione di cui all’art. 87 del D. Lgs. 1/10/2003 n. 259 (cosiddetto Codice delle comunicazioni elettroniche), che subordina l’installazione di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche mobili GMS/UMTS al rilascio ad opera dell’Ente locale di apposita autorizzazione, assorbe quello richiesto dal nuovo Testo unico dell’edilizia (D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380), che, all’art. 3, lett. e), ricomprende espressamente tra gli “interventi di nuova costruzione”, come tali assoggettati a permesso di costruire ai sensi dell’art. 10 dello stesso D.P.R., “gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal Comune” (e.2), nonché “l’installazione di torri e tralicci…

19/01/2005 62 Genova T.A.R. per la Liguria

Se il regolamento edilizio comunale prevede un’altezza minima per i vani accessori (quali corridoi, disimpegni in genere, bagni, gabinetti, ripostigli ecc..) tale previsione detta un limite inderogabile per evidenti ragioni di salubrità ed abitabilità, e tale previsione deve, altresì, operare in caso di riduzione delle altezze dei vani accessori attraverso la realizzazione di controsoffittature; a quest’ultimo riguardo, infatti, con la realizzazione di tali opere si viene a ridurre lo spazio utilizzabile in altezza, con conseguente diretta ed immediata ricaduta sull’areazione ed abitabilità del vano stesso, da cui i connessi rischi per la salubrità dell’immobile a destinazione abitativa.

19/01/2005 39 Catanzaro T.A.R. per la Calabria

I piani di lottizzazione costituiscono strumenti urbanistici normalmente alternativi ai piani particolareggiati e ad essi va applicato, in via analogica, il termine massimo di validità decennale entro il quale devono essere attuati (art. 16 comma 5 l. n. 1150 del 1942). Decorso tale termine, i piani divengono inefficaci per la parte inattuata (art. 17 comma 1 della stessa legge), salvi gli allineamenti e le prescrizioni di zona, nel rispetto sia dell’interesse pubblico per l’esecuzione delle opere di urbanizzazione (cui si riferisce l’art. 28 cit.), sia per quello volto alla edificazione dei lotti (Consiglio di Stato, sez. VI, 20 gennaio 2003,…

15/01/2005 143 Lecce T.A.R. per la Puglia

I volumi tecnici sono esclusi dal calcolo della volumetria a condizione che non assumano le caratteristiche di vano chiuso, utilizzabile e suscettibile di abitabilità. Per volumi tecnici, ai fini dell’esclusione dal calcolo della volumetria ammissibile, debbono intendersi i volumi strettamente necessari a contenere ed a consentire l’accesso a quegli impianti tecnici indispensabili per assicurare il comfort abitativo degli edifici, che non possano, per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti, essere inglobati entro il corpo della costruzione realizzabile nei limiti imposti dalle norme urbanistiche. I sottotetti quando sono di altezza tale da poter essere suscettibili d’abitazione o d’assolvere a funzioni complementari,…

14/01/2005 15 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ illegittima, per violazione delle distanze dal confine, la concessione edilizia a costruire un piano seminterrato con la quota del soffitto sopraelevata rispetto al terreno circostante per una misura di circa 80 centimetri, poiché qualunque parte dell’edificio posta al di sopra della quota del terreno circostante deve rispettare le distanze dal confine. Non rileva, in proposito, che l’articolo 7 lettera F.5 delle N.T.A. del Comune di Cesenatico assimili ai piani interrati quelli che hanno una parte sopraelevata rispetto alla quota del terreno circostante per una misura inferiore a cm 90. Tale norma non significa che tali opere possono essere ritenute…

14/01/2005 64 Venezia T.A.R. per il Veneto

L’attività dell’amministrazione è vincolata dalle norme che disciplinano l’attività edificatoria all’interno del Comune; quest’ultimo, pertanto, deve limitarsi ad accertare la perfetta corrispondenza di tutti gli elementi progettuali con le anzidette prescrizioni, senza alcuna possibilità di imporre prescrizioni o limitazioni diverse. Il diniego di concessione edilizia per motivi estetici o l’imposizione di prescrizioni di natura estetica, non possono discendere dall’astratta valutazione circa il valore estetico dell’opera, ma debbono pur sempre essere ricondotti all’applicazione di norme e/o di criteri contenuti negli strumenti urbanistici o introdotti nel regolamento edilizio, ai sensi dell’art. 33 n. 8 della legge n. 1150/1942.

13/01/2005 6 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’’art. 9, comma 9, del decreto-legge 30/12/1993, n. 557 (conv. dalla L. 26/2/1994, n. 133) prevede che “per le variazioni nell’iscrizione catastale dei fabbricati già rurali, che non presentano più i requisiti di ruralità … non si fa luogo alla riscossione del contributo di cui all’articolo 11 della legge 28 gennaio 1977, n. 10, né al recupero di eventuali tributi attinenti al fabbricato ovvero al reddito da esso prodotto per i periodi di imposta anteriori al 1° gennaio 1993 per le imposte dirette, e al 1° gennaio 1994 per le altre imposte e tasse e per l’imposta comunale sugli immobili,…

13/01/2005 56 Bari T.A.R. per la Puglia

La domanda risarcitoria, discenda da atti o da comportamenti amministrativi, non può mai essere promossa con azione di mero accertamento (e condanna), non essendo in tale ambito possibile il sindacato diretto dell’azione amministrativa autoritativa, salvo che tale sindacato non sia già avvenuto. Ove manchi un atto negativo, dal cui annullamento (e sempre che non sia dubbia la spettanza del provvedimento favorevole) possa ricavarsi il dies a quo del ritardo ingiustificato, al privato tocca esperire la procedura del silenzio-rifiuto. Il previo esperimento della procedura del silenzio-rifiuto rileva come requisito per il risarcimento del danno da ritardo sotto due distinti profili: 1)…

10/01/2005 7 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Alla scadenza della concessione temporanea (decennale) di suolo pubblico comunale ad una banca (Banca Popolare di Ravenna) per la costruzione di un prefabbricato da destinare a sportello bancario, il Comune, laddove la Banca non provveda alla rimozione tempestiva, può demolire d’ufficio il manufatto, ma non può (al fine di evitare il suddetto effetto demolitorio e di utilizzare il manufatto per le esigenze del comune) annullare la concessione edilizia a ciò finalizzata, che sia stata precedentemente rilasciata alla Banca.

04/01/2005 54 Roma T.A.R. per il Lazio

L’art. 35, comma 12, della legge n. 47/1985 individua in trentasei mesi, dalla presentazione della domanda di condono, il termine entro il quale il Comune può chiedere il pagamento del conguaglio delle somme dovute a titolo di oblazione. Decorso tale termine, il diritto delle parti ad ottenere il pagamento dei conguagli relativi all’oblazione, si prescrive. Per quanto riguarda, invece, gli oneri concessori, diversamente dalle somme da corrispondersi a titolo di oblazione, il dies a quo del termine di prescrizione va individuato, non già nella data di presentazione della domanda di condono, ma in quella di rilascio del provvedimento concessorio, sia…

03/01/2005 2 Cagliari T.A.R. per la Sardegna

Il R.D. 23/10/1925 n°2357 (regolamento per le professioni d’ingegnere e di architetto) stabilisce, all’art. 52, 2°comma, che “le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico ed il restauro e il ripristino degli edifici contemplati dalla legge 20 giugno 1909 n°364 (normativa poi trasfusa nella L 1/6/1939 n°1089 prima, nel D.Lgs. 29/10/1999 n°490 poi, ed infine nel D.Lgs. 22/1/2004 n°42), per le antichità e le belle arti, sono di spettanza della professione di architetto; ma la parte tecnica ne può essere compiuta tanto dall’architetto quanto dall’ingegnere” (cfr. sulla esclusiva competenza degli architetti ad eseguire i lavori menzionati nel citato…

23/12/2004 893 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittima la variante parziale al P.R.G. che preveda la localizzazione nelle aree agricole delle stazioni radio-base di telefonia cellulare. Tale scelta non necessita di specifica motivazione e non è illogica, essendo del tutto ragionevole favorire, per l’uso in esame e i conseguenti pericoli di inquinamento ambientale, le aree agricole scarsamente popolate, pur nel necessario equilibrio con la concorrente necessita di consentire ai gestori un’adeguata copertura del territorio ad opera del segnale irradiato, necessità che porta ad escludere le aree eccessivamente lontane dal centro abitato. Sono illegittimi, per violazione degli artt. 8 l.r. n. 30/2000 e 1 e 3 l.r….

21/12/2004 6520 Firenze T.A.R. per la Toscana

Fino a quando l’Amministrazione non si è pronunciata sulla domanda di condono, il richiedente può legittimamente modificare, sostituire o anche rinunciare (totalmente o parzialmente) alla richiesta di sanatoria, non ostandovi nell’ordinamento una norma impeditiva di tale potere (vd. T.A.R. Piemonte, Torino, Sez. I, 19 giugno 1997, n. 480; ed in termini sostanzialmente equivalenti, T.A.R. Lombardia, Milano, Sez. II, 18.12.1987, n. 490).

17/12/2004 423 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il disuso prolungato di una strada comunale o vicinale da parte della collettività e l’inerzia dell’Amministrazione nella cura della stessa e/o nell’intervenire riguardo ad occupazioni o usi, da parte dei privati, incompatibili con tale destinazione “iuris publici” non costituiscono elementi sufficienti, sul piano logico giuridico, a comprovare inequivocabilmente la cessazione della destinazione del bene – anche solo potenziale – all’uso pubblico (c.d. sdemanializzazione tacita), essendo ulteriormente necessario, al riguardo, che tali elementi indiziari siano accompagnati da fatti concludenti e da circostanze così significative da non lasciare adito ad altre ipotesi se non a quella che l’Amministrazione abbia definitivamente rinunciato al…

15/12/2004 1039 Pescara T.A.R. per l’Abruzzo

Ai sensi dell’art. 825 del codice civile, il diritto che nasce dalla servitù di uso pubblico è soggetto al regime demaniale e non è quindi suscettibile di prescrizione, potendo venire meno solo a seguito di apposito provvedimento dell’ente pubblico titolare del diritto o per un fatto tale da renderne oggettivamente impossibile l’esercizio. L’estinzione dei diritti di uso pubblico su beni di proprietà privata, quale la servitù di pubblico passaggio su strada vicinale, non può derivare da atti o comportamenti abdicativi compiuti dalla collettività degli utenti (rinuncia o non uso per il tempo necessario alla prescrizione), ma bensì soltanto dalla volontà…

07/12/2004 4268 Venezia T.A.R. per il Veneto

Ai sensi dell’art. 31 l. 47/1985, può presentare l’istanza di sanatoria ogni “soggetto interessato” al conseguimento della medesima. Nella categoria dei soggetti interessati alla sanatoria rientra il titolare della originaria concessione, quale soggetto responsabile della conformità delle opere in concreto realizzate rispetto al progetto assentito (cfr. Cassazione penale, sezione terza, 3 giugno 1997 n. 6333).

06/12/2004 4120 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nell’’imposizione di un vincolo architettonico, ai sensi del Decreto Legislativo n. 490/99, l’’ Amministrazione gode di ampia discrezionalità, sia per quanto concerne la valutazione della consistenza fisica dell’immobile, sia per quanto esso rappresenta nel contesto sociale locale sotto il profilo storico ed architettonico. Inoltre, ai fini suddetti, non è decisivo lo stato di degrado e fatiscenza, in quanto ciò non fa venir meno il valore di testimonianza storica, artistica ed architettonica del bene stesso.

02/12/2004 779 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il Comune, ove reiteri un vincolo a verde pubblico, deve fornire una specifica ed esauriente motivazione in ordine alla perdurante necessità del vincolo in relazione a precise e ben definite esigenze pianificatorie, con connessa indispensabilità del sacrificio del privato. Non è sufficiente, all’uopo, riportarsi ai criteri generici previsti nella relazione allegata alla delibera di adozione del piano e specificamente, quanto alle richieste di passaggio da servizi e attrezzature pubbliche a zone di verde privato o a destinazione residenziale, al criterio di respingerle se compromettevano gli obiettivi del piano o se non erano “marginali rispetto alla dotazione qualitativa e quantitativa di…

01/12/2004 4071 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

 Ai fini urbanistici, le aree già utilizzate per il rilascio della concessione edilizia non possono essere nuovamente utilizzate ai fini del rilascio di nuovi permessi edilizi, indipendentemente da frazionamenti successivi.

29/11/2004 7746 Roma Consiglio di Stato

Una costruzione può essere realizzata sul confine del vicino limitatamente all’altezza del preesistente muro di fabbrica, mentre una volta superata tale altezza debbono essere rispettate le distanze previste tra le costruzioni dalla disciplina urbanistica.

22/11/2004 7615 Roma Consiglio di Stato

L’’attività della pubblica amministrazione deve necessariamente perseguire uno degli interessi pubblici di cui la stessa è attributaria. Occasionalmente, l’attività pubblica può anche favorire qualche privato, senza che ciò determini illegittimità alcuna, ma il fatto è che tale eventuale beneficio è solo una vicenda occasionale, effetto secondario della soddisfazione di un interesse pubblico, mentre quando quest’ultimo manca o è liminale, allora il dubbio circa l’utilità privata è legittimo e consente un’istruttoria attenta per verificare in concreto la fattispecie.

18/11/2004 7547 Roma Consiglio di Stato

L’’opera abusiva, per essere ammessa al “condono” edilizio, deve essere già eseguita, sia pure al rustico, in tutte le sue strutture essenziali, fra le quali vanno ricomprese le tamponature, in quanto determinanti per stabilire la relativa volumetria e la sagoma esterna.

16/11/2004 7502 Roma Consiglio di Stato

La localizzazione delle stazioni radio base per telefonia cellulare nelle sole zone in cui ciò è espressamente consentito, si pone in contrasto con l’esigenza di permettere la copertura del servizio sull’intero territorio.   I Comuni possono regolamentare la collocazione delle stazioni radio base per la telefonia cellulare, sia sotto il profilo urbanistico-edilizio, sia al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Soprattutto nell’esercizio di tali ultime competenze, queste dovranno essere svolte, sulla base non di “pressioni emotive” legate a generiche preoccupazioni per lo sviluppo del fenomeno, ma di risultanze (anche scientifiche) acquisite attraverso un’istruttoria idonea a dimostrare la ragionevolezza della misura…

16/11/2004 21644 Roma Corte di Cassazione

La ratio, ai fini i.c.i., della suddivisione dei terreni in agricoli ed edificatori si basa sulla volontà di colpire la plusvalenza che il proprietario ottiene al momento in cui il suo terreno, con la concreta possibilità di rilascio della concessione edilizia e, quindi, con la possibilità effettiva di costruire, acquista un maggior valore. Poichè l’edificazione su di un terreno è vietata fino all’approvazione dei piani attuativi (piani particolareggiati o di lottizzazione), con la impossibilità di ottenere valida concessione edilizia, non è seriamente sostenibile che quell’area sia utilizzabile a scopo edificatorio. E se non si può costruire e, quindi, il proprietario nessun…

11/11/2004 7324 Roma Consiglio di Stato

Lo spargimento di ghiaia su un’area che ne era in precedenza priva richiede la concessione edilizia allorchè appaia preordinata alla modifica della precedente destinazione d’uso (circostanza questa che deve fondarsi su fatti positivamente accertati). La possibilità di realizzare parcheggi da destinare a pertinenze delle singole unità immobiliari anche in deroga agli strumenti urbanistici ed ai regolamenti edilizi vigenti, consentita dall’art. 9 l. n. 122 del 1989 (c.d. Legge Tognoli), costituisce disposizione di carattere eccezionale da interpretarsi nel suo significato strettamente letterale ed in considerazione delle finalità della legge nel cui contesto risulta inserita. Pertanto tale articolo è applicabile alla costruzione…

05/11/2004 12554 Roma T.A.R. per il Lazio

Per la posa in opera di una semplice recinzione con paletti in ferro – non infissi in muratura – nel terreno, non è necessaria alcuna richiesta di provvedimento concessorio, trattandosi di installazione precaria e rientrando tale opera nella mera manutenzione (v. tra le ultime, cons. St., sez. V, 15.6.2000 n. 3320).

03/11/2004 3692 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La delibera del Consiglio Regionale dell’Emilia – Romagna n. 355 del 2002 prevede, per gli impianti GPL, una distanza non inferiore a Km. 8. Tale norma regionale deve essere interpretata in coerenza con tali disposizioni e con quelle contenute nel Piano nazionale di cui al D.M. 31.10.2001: conseguentemente deve considerarsi legittima la previsione di specifiche distanze fissate per i distributori di GPL solo se tale differenziazione non impedisca il raggiungimento degli scopi prefissati e, in particolare, l’incremento dei servizi resi all’utente e la realizzazione di una articolata presenza del servizio di distribuzione carburanti su scala regionale. In quest’ottica, sulla base…

03/11/2004 3693 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La delibera del Consiglio Regionale dell’Emilia – Romagna 8.5.2002 n. 355 prevede, per gli impianti GPL, una distanza non inferiore a Km. 8. Tale norma regionale deve essere interpretata in coerenza con tali disposizioni e con quelle contenute nel Piano nazionale di cui al D.M. 31.10.2001: conseguentemente deve considerarsi legittima la previsione di specifiche distanze fissate per i distributori di GPL solo se tale differenziazione non impedisca il raggiungimento degli scopi prefissati e, in particolare, l’incremento dei servizi resi all’utente e la realizzazione di una articolata presenza del servizio di distribuzione carburanti su scala regionale. In quest’ottica, sulla base della…

29/10/2004 1759 Modena Tribunale di Modena

La presenza di alcune incrinature nella pavimentazione (ricollegabili alla formazione di una caldana di sottopavimentazione, realizzata dall’’appaltatore, troppo ricca di cemento, che non ha asciugato sufficientemente prima della posa dei pavimenti e che, continuando il ritiro a posa avvenuta, ha provocato crepe nel pavimento) non integra l’ipotesi di vizi strutturali, ricompresi tra quelli di cui all’art. 1669 c.c. L’attività del direttore dei lavori si concretizza in un’attività intellettuale esplicata mediante visite periodiche e contatti diretti con gli organi tecnici dell’impresa, nell’emanazione delle disposizioni necessarie alla esecuzione dell’opera, alla valutazione della conformità dell’opera stessa al progetto e alle indicazioni del committente….

18/10/2004 3647 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

18/10/2004 3642 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La lottizzazione abusiva può essere “materiale” o “formale”: la prima ipotesi ricorre quando vengono iniziate opere che comportino trasformazione urbanistica od edilizia dei terreni in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, vigenti o adottati, o comunque stabilite dalle leggi statali o regionali o senza la prescritta autorizzazione; la seconda, cioè quella della lottizzazione negoziale o formale, riguarda tutte le vicende in cui, pur non essendo ancora avvenuta una trasformazione lottizzatoria di carattere materiale, se ne sono già realizzati i presupposti con il frazionamento e la vendita o atti equivalenti del terreno, creando una variazione in senso accrescitivo sia nel numero…

27/09/2004 3475 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La comunicazione di inizio del procedimento deve precedere, ex art. 7 l. 241/90, la approvazione del progetto definitivo.

27/09/2004 3499 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La sentenza di annullamento del provvedimento amministrativo impugnato, creando nella P.A. soccombente l’obbligo di ripristinare la situazione anteatta, ha effetto caducante nei confronti di tutti gli atti che in quello annullato trovano il loro antecedente necessario. Ai fini del decorso del termine biennale previsto per la perenzione, si calcolano tutti i periodi di sospensione feriale. I vincoli urbanistici decaduti per decorso del termine quinquennale, possono essere reiterati se corredati da una congrua e specifica motivazione sulla attualità della previsione, con nuova ed adeguata comparazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, e con giustificazione delle scelte urbanistiche di piano, che deve…

27/09/2004 3517 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il termine per l’impugnazione di una variante al PRG decorre, per tutti gli interessati, dalla data di pubblicazione del decreto di approvazione emesso dalla Regione territorialmente competente

22/09/2004 3453 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non costituisce vincolo preordinato all’esproprio, ma è espressione della potestà conformativa propria dello strumento urbanistico, non soggetta a decadenza, né a indennizzo, la destinazione di un’area a “Zona omogenea G – Zona per verde pubblico attrezzato – V”, disciplinata dall’art. 27 N.T.A. del Comune di Bologna, e in minima parte in zona stradale e per trasporti urbani in sede propria, disciplinata dall’art. 21 delle medesime N.T.A. Infatti, in base all’articolo 27 delle N.T.A., nelle zone destinate a verde pubblico attrezzato le attrezzature consentite potranno essere realizzate e gestite, oltre che dal Comune e da altri enti pubblici, anche dai privati…

21/09/2004 545 Perugia T.A.R. Umbria

Le strade vicinali soggette a pubblico transito restano tali fino a quando mantengono l’attitudine a soddisfare l’interesse alla pubblica circolazione, in quanto. il diritto che nasce dalla servitù di uso pubblico è soggetto al regime demaniale e pertanto non è suscettibile di prescrizione, potendo venire meno solo a seguito di apposito provvedimento dell’ente.

16/09/2004 6004 Roma Consiglio di Stato

    Per gli edifici destinati a civile abitazione la competenza dei geometri è limitata alle sole costruzioni di modeste dimensioni, con divieto di progettare opere per cui vi sia impiego di cemento armato, tale da implicare in relazione alla destinazione dell’opera un pericolo per l’incolumità delle persone in caso di difetto strutturale, stante l’evidente favore che le varie norme pongono per la competenza esclusiva dei tecnici laureati (cfr. C.d.S. n. 25 del 13.1.1999, nonché Cass. sez. II n. 15327 del 29.11.2000).   La competenza del geometra per la progettazione di strutture in cemento armato è limitata alle opere di…

08/09/2004 3302 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Mediante denuncia di inizio attività (D.I.A.) non può essere mutata la distribuzione interna della complessiva superficie produttivo-commerciale autorizzata con il Piano di recupero e con la consequenziale concessione edilizia, poiché il comma 8, lett. b), dell’art. 4 D.L. 5/10/1993 n. 398 pone, quale condizione espressa di ammissibilità del ricorso alla D.I.A., che “le trasformazioni progettate non siano in contrasto con strumenti adottati” (nella specie: il Piano di recupero). (Nel caso di specie, il limite è stato superato, poiché mediante la D.I.A. si intendeva aumentare la superficie destinata alla vendita di quasi 1.000 mq.)

03/08/2004 5429 Roma Consiglio di Stato

Una modesta roto-traslazione della sagoma dell’edificio, rispetto all’ubicazione originaria, deve considerarsi come una mera variante minore e non essenziale (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 22 gennaio 2003, n. 249, richiamata anche da Cons. Stato, Sez. V, 6 maggio 2003, n. 2375).

30/07/2004 2338 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La costituzione della società di trasformazione urbana può precedere l’’individuazione delle aree. L’’attività di trasformazione urbana è un’attività complessa all’interno della quale vi può essere anche una componente di lavori pubblici; tale attività, globalmente intesa, può essere qualificata come servizio pubblico incidente sull’intera collettività ed è quindi disciplinata in linea principale dalle norme sui servizi pubblici e, secondariamente ed eventualmente da quelle sui lavori pubblici. L’operazione di trasformazione urbana viene a collocarsi tra la pianificazione urbanistica e l’attività edilizia e, pertanto, nella ricostruzione normativa delle norme di riferimento per l’attività di trasformazione urbana va considerata la commistione fra problematiche edilizie,…

22/07/2004 2004 Bari T.A.R. per la Puglia

Massima A seguito dell’art. 3 DPR 380/2001, come modificato dalla l. 443/2001 (legge Lunardi) e dal D.P.R. 27/12/2002, n. 301, la demolizione e ricostruzione ha assunto una tipicità legislativa che ne fa una figura autonoma nell’ambito della più ampia categoria della ristrutturazione edilizia, identificabile ove demolizione e ricostruzione mantenga sagoma e volumetria della preesistente costruzione. Volumetria e sagoma rappresentano lo standard massimo di edificabilità in sede di ricostruzione, ferma la possibilità di utilizzarli in parte, ovvero con minore volumetria e superficie. Nella categoria della “ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma” non è consentito un aumento di volumetria oppure una…

20/07/2004 2035 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ nullo, per difetto del requisito, prescritto dall’art. 1346 cod. civ., della determinatezza o determinabilità, il patto contenuto nell’art. 2, lett. c), della convenzione di lottizzazione stipulata il 2 marzo 1976 tra il Comune di Carpi ed il sig. D.L., che prevedeva la cessione da parte del lottizzante alla predetta Amministrazione Comunale “di terreno destinato dal P.R.G. a verde pubblico e strade per complessivi mq. 9886…”, in parziale assolvimento dell’onere di lire 20.620.500 quale quota parte delle spese necessarie per la realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria. La generica previsione convenzionale dell’obbligo di cessione di un terreno pari a mq….

15/07/2004 1103 Genova T.A.R. per la Liguria

Non è meritevole d’accoglimento l’istanza con cui il destinatario di un’ordinanza di demolizione chieda l’accesso e la copia dell’esposto-denuncia, prodotto da suoi condomini e presupposto del procedimento sanzionatorio, qualora quest’ultimo si basi su un’autonoma istruttoria della P.A. procedente, in quanto, in tal caso, l’esposto del privato ha il solo effetto di provocare l’esercizio d’ufficio della potestà sanzionatoria, onde la conoscenza di questo atto sollecitatorio non è necessario, di regola e a meno che non sussistano particolari esigenze, al fine di difendere i propri interessi giuridici. La l. 7 agosto 1990 n. 241, nel disciplinare i rapporti tra cittadino e P.A.,…

07/07/2004 2016 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

. Una proposta di modifica della disciplina urbanistica di cui alle NTA del PRG non si inquadra in alcun procedimento amministrativo tipico, posto che la normativa di settore attribuisce ai soli organi pubblici e non anche ai privati il potere di promuovere la formazione o la modificazione degli strumenti urbanistici generali (salva la marginale ipotesi di integrazione della disciplina urbanistica riguardante aree che ne siano rimaste prive a seguito della decadenza di vincoli); e le ragioni di ciò sono facilmente comprensibili se si considera, da un lato, che in sede di pianificazione generale l’ente pubblico è istituzionalmente chiamato ad assicurare…

07/07/2004 12459 Roma Corte di Cassazione

Il muro di cinta, che a norma dell’art. 878 cc non va considerato ai fini del computo delle distanze legali, deve rispondere, per essere considerato tale, a tre imprescindibili requisiti: a) essere isolato, nel senso che le facce di esso emergano dal suolo e siano distaccate da ogni altra costruzione; 2) essere destinato alla demarcazione delle linea di confine ed alla separazione e chiusura delle proprietà limitrofe; 3) avere un’altezza non superiore ai tre metri. Il muro di contenimento o di sostegno (ed è irrilevante quale sia la cosa contenuta) perde la caratteristica di muro di cinta per acquistare quella…

12/05/2004 658 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Anche dopo il decorso il termine prescritto per l’esercizio del potere di verifica della denuncia d’inizio attività, non si “consuma” il potere di controllo sostanziale della pubblica amministrazione, ove l’opera venga realizzata “in mancanza dei requisiti richiesti od in contrasto con la normativa vigente”. E’ legittima l’ordinanza di demolizione di quattro pergolati in legno eccedenti il 20% della superficie coperta esistente nella corte di proprietà del ricorrente, ove le norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale consentano la realizzazione di una superficie netta per i pergolati soltanto se non eccedente il 20% della superficie coperta. (Nel caso di specie,…

12/05/2004 645 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nell’’irrogare le sanzioni per il ritardato pagamento dei contributi di concessione edilizia, il Comune deve applicare la norma vigente al momento dell’omissione, valendo per dette sanzioni, caratterizzate da natura punitiva ed affittiva, il principio di irretroattività della legge, di cui agli artt. 1 e 12 l. 24 novembre 1981 n. 689. E’ ammissibile il cumulo degli interessi corrispettivi con le sanzioni di cui all’art. 3 l. 28 febbraio 1985 n. 47. La sanzione pecuniaria prevista dall’art. 3 l. 28 febbraio 1985 n. 47 per il caso di ritardato versamento degli oneri concessori alla scadenza, costituisce un effetto legale automatico della…

12/05/2004 646 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo hanno per scopo quello di conservare l’organismo edilizio nel rispetto dei suoi elementi tipologici formali e strutturali. Pur non essendo in assoluto impedite opere di ripristino e di rinnovo al fine di soddisfare esigenze richieste dall’uso, deve comunque essere fatta salva la tipologia formale e strutturale dell’edificio. L’apertura di un nuovo portone in sostituzione di due finestre altera l’ordine composito della facciata in modo sostanziale e, quindi, non rientra nella nozione di risanamento conservativo. L’articolo 9 della legge n. 122/1989, pur consentendo di realizzare autorimesse “anche in deroga agli strumenti ed…

12/05/2004 648 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Nella categoria del risanamento conservativo rientrano esclusivamente opere che non alterano la struttura preesistente, mentre l’ipotesi di rinnovo di cui parla la norma, riguarda esclusivamente interventi sostitutivi che non incidono sulla sagoma dell’edificio. L’incremento dell’altezza della copertura del corpo di fabbrica di circa 70 centimetri ed un maggior volume di metri cubi 53,84 pari ad una incremento del 12% di quello preesistente non consentono di ascrivere l’intervento edilizio alla nozione del risanamento conservativo, essendo in proposito irrilevante che non sia possibile stabilire in quale misura percentuale l’incremento in altezza del fabbricato sia dovuto ad elementi di adeguamento tecnico.

23/04/2004 574 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Ove, in esecuzione di un piano di lottizzazione, siano state realizzate le opere di urbanizzazione primaria, è necessario, in sede di determinazione degli oneri di urbanizzazione primaria per il rilascio della concessione edilizia, scomputare le opere realizzate in esecuzione del piano di lottizzazione che ha interessato l’area di pertinenza dell’intervento richiesto. La domanda di rivalutazione monetaria avanzata con riferimento all’indebito pagamento di oneri di urbanizzazione nei confronti del Comune, deve essere respinta, tenuto conto che l’obbligazione di restituzione dell’indebito genera, ai sensi dell’art. 2033 cod. civ., esclusivamente l’obbligazione accessoria di interessi. Ciò posto, il Comune ha l’obbligo di restituire…

21/04/2004 572 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Stante l’effetto immediatamente lesivo che la dichiarazione di pubblica utilità produce nei confronti dei proprietari dei terreni interessati (in quanto sottopone i predetti beni al regime di espropriabilità, determinando l’affievolimento del diritto di proprietà), l’atto che la contiene (anche implicitamente) va a sua volta immediatamente impugnato, non appena conosciuto; e secondo la giurisprudenza il termine decadenziale per agire in giudizio decorre, per i proprietari stessi, non dalla semplice pubblicazione dell’atto medesimo, bensì dalla sua notificazione o, quantomeno, dalla sua piena conoscenza.

20/04/2004 558 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Costituisce un presupposto sostanziale della formazione del silenzio -assenso previsto dalla normativa regionale in materia di stazioni radio base di telefonie mobile, l’avvenuta presentazione del programma annuale delle installazioni. Compete alle Regioni ed agli Enti Locali il perseguimento di “obiettivi di qualità” che non possono però portare alla fissazione di valori-soglia diversi e contrastanti con quelli fissati dallo Stato, ma sono diretti alla indicazione di criteri di localizzazione, standard urbanistici, prescrizioni e incentivazioni all’utilizzo della miglior tecnologia disponibile, o alla cura dell’interesse regionale e locale all’uso più congruo del territorio, sia pur nel quadro dei vincoli che derivano dalla pianificazione…

19/04/2004 541 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Le “strade extraurbane secondarie” sono assoggettate alla procedura di “screening” prevista dall’art. 4 della L.R. n. 4/99, ancorché non abbiano carattere regionale, in quanto indicate tra i progetti infrastrutturali di cui all’allegato B2 (punto ac: “strade extraurbane secondarie”). Ne segue la obbligatorietà della procedura di “screening” ambientale ex art. 4, comma 1, L.R. 4/99, e, ove lo richieda l’esito di tale verifica, la necessità della procedura di V.I.A. ai sensi dell’art. 4, comma 2, lettera c) della stessa Legge. In tale ambito devono valutarsi tutti gli aspetti di impatto ambientale dell’’opera, tenendosi conto anche delle preesistenti fonti di inquinamento, di…

19/04/2004 547 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Non è irragionevole la scelta, effettuata col piano regolatore generale, di attribuire, nell’ambito di una zona (C5) residenziale di espansione soggetta a piano particolareggiato, a ciascun proprietario la stessa volumetria, prescindendo dalle estensioni delle diverse proprietà, in quanto essa risponde ad una precisa logica pianificatoria.

15/04/2004 536 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Dopo l’entrata in vigore del regolamento attuativo della l. 46/90 (d.p.r. 6 dicembre 1991, n. 447), il rilascio della concessione edilizia è possibile solo dopo l’acquisizione del progetto degli impianti da parte di professionisti iscritti negli albi professionali. Il collaudo previsto dall’art. 4 D.P.R. 425/1994 ai fini del rilascio del certificato di abitabilità/agibilità richiede anche il rispetto della normativa in tema di impianti elettrici e di prevenzione incendi, non essendo concepibile il rilascio della agibilità in assenza delle condizioni idonee ad evitare rischi connessi alla utilizzazione dell’immobile. Il progetto degli impianti elettrici si pone come requisito di idoneità del…

08/04/2004 514 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Sussiste cambiamento di destinazione d’’uso con opere, da produttivo a direzionale, ove un magazzino, già sede di un’attività produttiva (officina), sia trasformato internamente (con opere) al fine di adibirlo in parte ad uffici ed in parte a deposito al servizio dell’attività di una banca. E’ irrilevante che una parte del preesistente edificio continui ad essere adibita a deposito, poiché tale parte è collegata non più ad un’officina, bensì ad una banca; ne consegue che l’intervento nel suo complesso comporta una modificazione dell’uso da produttivo a direzionale. La normativa recata dall’art. 2 della L.R. n. 46/1988, come modificata dall’art. 16…

08/04/2004 509 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art. 878 del codice civile si riferisce soltanto ad un muro che abbia entrambe le facce isolate dalle altre costruzioni e non racchiuda, quindi, uno spazio coperto con una propria volumetria e le norme tecniche di attuazione di un Comune non sono autorizzate a modificare la definizione codicistica. L’art. 27, comma quinto, delle norme tecniche di attuazione del Comune di Poggio Renatico è, dunque, illegittimo per violazione degli articoli 873 e 878 del codice civile, nella parte in cui dispone che “nelle zone residenziali è possibile, anche in deroga alle distanze fissate dall’articolo 12 delle presenti norme, l’edificazione sul confine…

08/04/2004 508 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Il “giusto” contemperamento con le esigenze di installazione di nuovi impianti per la telefonia cellulare, per garantire una integrale copertura del servizio, che corrisponde ad impegni di origine europea e all’evidente nesso di strumentalità tra impianti di ripetizione e diritti costituzionali di comunicazione, attivi e passivi, deve essere assicurato nel rispetto della tutela della salute e delle competenze in tema di governo del territorio. Compete alle Regioni ed agli Enti Locali il perseguimento di “obiettivi di qualità” che non possono però portare alla fissazione di valori-soglia diversi e contrastanti con quelli fissati dallo Stato, ma sono diretti alla indicazione…

08/04/2004 504 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Se è vero che la giurisprudenza esclude una assoluta automaticità del rilascio del certificato di abitabilità a seguito del condono, la medesima giurisprudenza precisa, altrettanto inequivocabilmente, che gli obblighi di verifica, sotto questo profilo, permanenti in capo ai Comuni riguardano esclusivamente l’osservanza di norme di legge “in materia di abitabilità e servizi essenziali e rispettiva normativa tecnica”, mentre “i requisiti fissati da norme regolamentari (in maggior parte regolamenti comunali)” ben possono essere derogati ex art. 35, comma 20 della legge n. 47/1985.

08/04/2004 503 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Sono impugnabili il diniego di concessione edilizia è il certificato di destinazione urbanistica, mentre non lo è un atto che non risponde al paradigma tipico né di un diniego di concessione edilizia, né di un certificato di destinazione urbanistica, non risultando inserito in alcun modulo procedimentale normativamente predeterminato e non rivestendo un contenuto provvedimentale frutto dell’esercizio di funzione amministrativa, ma ricadendo nella diversa area dei rapporti di informazione e di collaborazione paritaria tra Amministrazione e cittadini (nel caso di specie si trattava di un atto con cui il Comune ha risposto ad un “parere edificabilità lotto” richiesto dalla ricorrente).

07/04/2004 476 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

  Il Piano quadro del Comune di Alfonsine è illegittimo per violazione dell’art. 18 della legge regionale 4.12.1978 n. 47 e succ. modifiche, nonché dell’art. 13 della legge urbanistica n. 1150/1942. Infatti, tale piano quadro, per le caratteristiche che lo connotano, risulta uno strumento atipico; non rientra in nessuna delle sette categorie di “strumenti di attuazione del piano regolatore generale” indicati tassativamente dalla legislazione regionale citata né, tanto meno, ha il contenuto stabilito dall’art. 13 della legge urbanistica del 1942. Inoltre, in situazione di insanabile contrasto con il principio della gerarchia tra il Piano regolatore generale e quello attuativo, il…

31/03/2004 460 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il concetto di ristrutturazione edilizia di cui all’art. 31, primo comma, lett. d) L. 5.8.1978 n. 457 comprende anche la demolizione seguita dalla fedele ricostruzione del manufatto, con l’unica condizione che la riedificazione assicuri la piena conformità di sagoma, di volume e di superficie tra il vecchio ed il nuovo manufatto: ciò comporta la possibilità di pervenire in tal modo ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente, purché la diversità sia dovuta ad interventi comprendenti il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti…

31/03/2004 458 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai fini delle legittimità delle concessioni edilizie in sanatoria, rilasciate dal Comune, ai sensi dell’articolo 13 della legge n. 47 del 1985, occorre accertare se l’intervento edilizio realizzato abusivamente sia compatibile con gli strumenti urbanistici ed in particolare con le norme tecniche di attuazione sia al momento della loro realizzazione sia al momento dell’emanazione del provvedimento di “sanatoria”.

31/03/2004 448 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La destinazione a zona D4 – zona produttiva speciale, con prescrizione della conservazione del carico urbanistico, impressa ad un’area è pienamente ragionevole, essendo volta alla conservazione del carico urbanistico complessivamente esistente nella zona di periferia, così da stabilizzarlo nel suo insieme. Tale scelta non necessita di apposita e specifica motivazione, essendo in linea con la tendenza conservativa generalmente riferita, nel caso di specie, all’intera zona periferica. Né la disparità di trattamento può essere dedotta avverso le destinazioni urbanistiche e in relazione alle destinazioni circostanti.

29/03/2004 443 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il vincolo di destinazione a parcheggio pubblico si connotata come vincolo conformativo e non comporta alcuna reiterazione di vincolo espropriativo, atteso che la disciplina dettata per l’area in questione (articolo 26.1.4 delle NTA del Comune di Rimini), consentendo la realizzazione dei parcheggi anche mediante piano urbanistico preventivo di iniziativa privata, non ha introdotto alcun vincolo espropriativo o comunque di inedificabilità assoluta  bensì si è limitata a regolare concretamente l’attività edilizia, senza precludere possibilità edificatorie ad iniziativa privata, nell’esercizio della potestà conformativa propria dello strumento urbanistico generale,

29/03/2004 435 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non sussiste uno specifico onere di motivazione dei mutamenti di destinazione urbanistica delle aree, salvo che essi incidano su affidamenti qualificati dai privati, che siano fondati anche su comportamenti univoci dell’Amministrazione, implicanti volontà di mantenere la destinazione in atto (es. stipula e approvazione di convenzioni di lottizzazione).

29/03/2004 434 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non sono ammissibili censure di disparità di trattamento avverso le destinazioni di zona e in relazione alle destinazioni impresse alle aree circostanti, anche  aventi  identiche  caratteristiche. La  scelta  delle  destinazioni  urbanistiche  non  necessita di motivazioni ulteriori,  rispetto a quelle che risultano dagli obiettivi generali del piano.

29/03/2004 425 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Secondo le definizioni dell’art. 4, lett. g), del d.lgs. 114/98 e del punto 1.7 dei Criteri di pianificazione territoriale e di urbanistica commerciale (deliberazione 1253/99 del Consiglio Regionale), le caratteristiche distintive del Centro Commerciale sono la unitarietà della struttura edilizia, con specifica destinazione, ove insistono i diversi negozi, e la gestione unitaria di infrastrutture e spazi comuni.

29/03/2004 428 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La localizzazione di una rivendita tabacchi, nel prefabbricato adibito ad edicola posto nell’area di parcheggio di un centro commerciale, non contraddice con l’avviso pubblico, predisposto dall’Ispettorato Compartimentale Monopoli di Stato, di assegnazione di una nuova rivendita di tabacchi in area individuata come “Centro Commerciale Panorama: tutti i locali commerciali idonei siti a non meno di 250 metri dalla rivendita più vicina”.

24/03/2004 412 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Pur se è pacifico che il potere di regolamentare l’uso del territorio comprende quello di modificarne le precedenti destinazioni, senza altra motivazione oltre a quelle che risultano dalle linee generali del piano o della variante, salvo che vi si oppongano qualificate aspettative di privati, individuate in alcune ipotesi tipizzate dalla giurisprudenza, è però prescrizione estranea ai principi dell’ordinamento di settore (che soltanto mediante l’esproprio, ai sensi dell’art. 18 della legge urbanistica, consente l’attuazione del PRG nelle aree già insediate da usi incompatibili), quella che impone un vincolo di trasferimento di una struttura regolarmente autorizzata e insediata, in quanto vincoli ed…

22/03/2004 409 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Non è inammissibile il ricorso avverso il progetto esecutivo ove i ricorrenti non abbiano impugnato il progetto definitivo, se la lesione lamentata dei ricorrenti non discende dallo stesso, ma dall’atto conclusivo del procedimento con il quale è stata decisa definitivamente la realizzazione dell’opera pubblica. E, invece, necessario impugnare tempestivamente il progetto definitivo qualora gli interessati si lamentino di effetti lesivi propri conseguenti al solo progetto definitivo come avviene nel caso in cui si contesti la procedura espropriativa. Infatti, in quest’ultimo caso, la legge ricollega la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, ex  lege, al progetto definitivo che, quindi, per questi profili…

22/03/2004 408 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’’articolo 11 della legge n. 10 del 1977, dispone che gli oneri di urbanizzazione vanno corrisposti al Comune all’atto del rilascio della concessione edilizia ed il rilascio della concessione è subordinata al versamento degli oneri.

17/03/2004 398 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Edilizia e urbanistica – Ristrutturazione mediante demolizione e successiva ricostruzione – Inerisce al contenuto minimo del diritto di proprietà che deve comunque essere salvaguardato

10/03/2004 362 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La realizzazione di una pensilina (che ben può equivalere ad una tettoia montata su pali in legno) non immuta le caratteristiche di spazio aperto, che, come tale, non rileva ai fini del conteggio della superficie utile.

10/03/2004 359 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il comma 3 dell’art. 28 D.P.R. 495/92, il quale dispone che la distanza minima per le strade di tipo “F” non deve essere inferiore a ml. 10,  si è preoccupato di approntare un dispositivo eccezionale di chiusura e salvaguardia che provvede direttamente, in via generale e suppletiva, a imporre – per tutti i tipi di strade – le fasce di rispetto indispensabili ad una corretta  circolazione

10/03/2004 359 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il comma 3 dell’art. 28 D.P.R. 495/92, il quale dispone che la distanza minima per le strade di tipo “F” non deve essere inferiore a ml. 10,  si è preoccupato di approntare un dispositivo eccezionale di chiusura e salvaguardia che provvede direttamente, in via generale e suppletiva, a imporre – per tutti i tipi di strade – le fasce di rispetto indispensabili ad una corretta  circolazione

10/03/2004 356 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 307/2003, ha ritenuto che rientra nella competenza delle regioni stabilire criteri per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile affermando nel contempo che tale potere non deve essere in concreto utilizzato in modo tale da impedire od ostacolare in modo ingiustificato la realizzazione degli stessi, tenuto conto della necessità di realizzare una rete completa di infrastrutture per le telecomunicazioni.

10/03/2004 348 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nel caso di chiusura, ad opera di un soggetto privato, di un passaggio per il transito pedonale pubblico, sussistono tutti gli estremi affinché il Comune eserciti, in via amministrativa, un’autotutela possessoria, a prescindere dalla effettiva esistenza di un diritto reale di servitù pubblica di passaggio o dell’esistenza di una pubblica via vicinale, al fine di rimuovere i materiali ostativi (es. una recinzione) al libero transito delle persone e, quindi, il ripristino dello stato dei luoghi ove sussista quantomeno una situazione di fatto di oggettivo possesso di un pubblico passaggio.

10/03/2004 345 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

1.     In presenza di una domanda di autorizzazione alla realizzazione di un impianto di smaltimento e di recupero dei rifiuti, spetta alle Province l’approvazione dei progetti ed il rilascio delle autorizzazioni relative alla realizzazione degli impianti stessi, secondo il procedimento definito dall’articolo 27 del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, in base al quale viene indetta un’apposita conferenza cui partecipano i responsabili di uffici competenti ed i rappresentanti degli enti locali interessati, oltre al richiedente l’autorizzazione od un suo rappresentante.

10/03/2004 344 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Deve essere respinto il ricorso del privato, con il quale si sostiene la violazione dell’articolo 7 della legge n. 241 del 1990, per mancata comunicazione dell’avviso di avvio del procedimento di annullamento, da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici

10/03/2004 342 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Va qualificato come intervento di ristrutturazione quello rivolto a trasformare gli organismi edilizi esistenti mediante un insieme di opere che possono portare ad un’organismo edilizio in tutto o anche in parte diverso dal precedente.

05/03/2004 327 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Tra la domanda volta ad ottenere il giusto indennizzo in conseguenza della procedura espropriativa svolta e la domanda di risarcimento del danno conseguente alla perdita della proprietà del bene intercorrono diversità di “petitum” e di “causa petendi” che, da un lato, impediscono di configurare ipotesi di litispendenza o di continenza fra le due cause eventualmente pendenti contemporaneamente fra le stesse parti, dall’altro portano ad escludere che la domanda indennitaria possa almeno implicitamente costituire rinuncia o manifestazione di mancanza di interesse alla domanda risarcitoria. 2. Il risarcimento del danno non costituisce conseguenza automatica dell’annullamento di un provvedimento amministrativo; occorre a tal…

25/02/2004 317 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il rifacimento della copertura di un edificio rurale (costituito da un primo nucleo originario, che aveva subito un accrescimento del portico nel lato sud destinato a fienile e stalla e, quindi, a servizio dell’attività produttiva) realizzato unificando la falda (con accrescimento di 60 cm. nel colmo e allineamento delle due gronde del tetto) e la realizzazione di tre logge sui vari prospetti costituiscono opere che fuoriescono dalla categoria del restauro e risanamento conservativo e violano l’art. 22.2. NTA del PRG del Comune di Modena. Tali opere, infatti, modificano la sagoma del fabbricato ed eliminano la traccia dell’accrescimento del nucleo originario…

25/02/2004 300 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Dalla eliminazione della scala interna tra piano terra e primo piano, entrambi precedentemente usati unitariamente quale sede bancaria, derivano due autonome unità immobiliari al posto dell’unica unità immobiliare preesistente. A nulla rileva, in contrario, l’autonoma partizione catastale dei due piani, poiché la definizione di unità immobiliare ai fini edilizi è autonoma rispetto a quella individuata ai fini catastali, sulla base del carattere differenziato degli interessi pubblici perseguiti nei due diversi ambiti. A nulla rileva, altresì, la diversa proprietà dei due piani, perché tale circostanza è del tutto estranea alla definizione di unità immobiliare. Il frazionamento dell’unità immobiliare in tal modo…

25/02/2004 294 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Alla luce dell’art. 51 della legge n. 142/1990 di riforma degli enti locali, disposizione poi confermata e rafforzata alla luce del decreto legislativo 31.3.1998 n. 80, spetta al dirigente competente per il settore edilizio o ad un suo delegato, e non al Sindaco del Comune, il potere di emanare l’ordinanza di sospensione dei lavori e di riduzione dell’area in pristino.

25/02/2004 287 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La possibilità di edificare in deroga alle prescrizioni relative alle distanze dai confini incide di per sé negativamente sul godimento del terreno confinante da parte del proprietario di quest’ultimo e, nel caso specifico, il pregiudizio è ravvisabile in termini di aumento della rumorosità e della immissione di polveri e di esalazioni maleodoranti. La possibilità anche per la ricorrente di fruire della deroga contestata non priva la medesima della legittimazione ad agire contro le disposizioni che la prevedono. Nel corso del procedimento di approvazione di una variante ex art. 14 l.r. Emilia – Romagna 47/78, una modifica sostanziale del testo delle…

25/02/2004 279 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’’installazione: di un capannone prefabbricato della lunghezza di mt. 13 per esporre, in luogo riparato, attrezzature da campeggio; di un bungalow per uso ufficio ed abitativo; di due tensostrutture di oltre mt. 10 di lunghezza con base in cemento e tiranti in acciaio configura, a prescindere dalla mera possibilità tecnica della loro amovibilità, un vero e proprio intervento edilizio, soggetto alla necessità della concessione edilizia e, quindi, alla sanzione della demolizione ex art. 7 L. n. 47/85, non potendosi ravvisare in tali casi in un’ipotesi di manufatto precario e cioè stagionale, né di esposizione a cielo aperto soggetta (all’’epoca dell’’abuso)…

23/02/2004 3547 Roma Corte di Cassazione

L’efficacia della cessione di una convenzione urbanistica è condizionata (anche ove il Comune abbia preventivamente prestato il proprio consenso alla cessione) alla notificazione nei confronti del Comune, oppure deve essere accettata in forma scritta, escludendosi ogni efficacia ai facta concludentia della pubblica amministrazione in materia contrattuale (cfr. Cass. 29 settembre 2000, n. 12942; Cass. 16 ottobre 1999, n. 11687). Infatti, per i principi che regolano la forma dei contratti in cui interviene la P.A., l’accettazione non può che essere resa in forma scritta.

18/02/2004 259 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

La demolizione totale della preesistente casa colonica con la successiva ricostruzione su un’area di sedime spostata di circa mt. 1 da quella originaria configura, nell’ipotesi astratta più favorevole al ricorrente, una ristrutturazione edilizia e non un intervento di restauro e risanamento conservativo A2 – tipo B come indicato dall’art. 36 della L.R. n. 47/78. La tipologia del restauro e risanamento ricomprende la valorizzazione degli aspetti architettonici nonché il consolidamento ed il nuovo intervento strutturale esteso a larghe parti dell’edificio e l’inserimento degli impianti sanitari e tecnologici necessari: per tale motivo, l’operazione di demolizione totale e ricostruzione della casa colonica, anche…

11/02/2004 209 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’accoglimento delle osservazioni dei privati alle delibere di adozione del piano regolatore non comporta, per il Comune, l’obbligo di una seconda pubblicazione, in quanto, nel procedimento di formazione dei piani regolatori generali, la pubblicazione prevista dall’art. 9 legge 17 agosto n. 1150/1942 è finalizzata alla presentazione delle osservazioni da parte dei soggetti interessati al progetto di piano adottato, ma non è richiesta per le successive fasi del procedimento, anche se il piano originario risulti modificato a seguito dell’accoglimento di alcune osservazioni o di modifiche introdotte in sede di approvazione regionale. In sede di approvazione del PRG, la Provincia può stralciare…

06/02/2004 193 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Nell’ambito dei vari ruoli attribuiti a Provincia e Comune nel quadro delle articolate procedure dettate dal decreto legislativo 22/1997 per lo smaltimento dei rifiuti, l’art. 20 affida all’amministrazione provinciale funzioni amministrative di programmazione ed organizzazione dello smaltimento a livello provinciale, nonché il controllo e la verifica degli interventi di bonifica e del conseguente monitoraggio, mentre, all’art. 14, nel disciplinare il divieto di abbandono dei rifiuti, prevede che “il sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere”. Pertanto appare evidente che tra le competenze provinciali non è ricompreso il potere autoritativo di ordinare…

06/02/2004 178 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ove, a seguito della ingiunzione di demolizione, sia presentata istanza di accertamento di conformità ex art. 13 legge 47/1985, da un lato l’interesse del ricorrente si sposta dall’ordinanza di demolizione all’esito dell’istanza di accertamento di conformità, mentre dall’altro, in caso di rigetto di tale istanza, la stessa amministrazione, per evidenti esigenze di certezza e di assegnazione dei termini per adempiere, è tenuta a riadottare un nuovo provvedimento sanzionatorio.

29/01/2004 136 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

27/01/2004 93 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

1. La destinazione a verde privato non ha valenza espropriativa, ma costituisce espressione del potere di pianificazione e di salvaguardia dei valori urbanistici e ambientali esistenti. 2. L’attuazione di un piano particolareggiato, con riguardo ad una destinazione a verde privato, non richiede, di per sé, né espropri né obblighi di trasformazione in capo al proprietario.

27/01/2004 95 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Un muretto perimetrale lungo il quale scorrono vetrate di tamponamento costituisce strutturalmente “opera edilizia” e funzionalmente determina la formazione di un vero e proprio vano prima inesistente, atto a soddisfare in modo stabile e non precario le esigenze del richiedente. L’intervento, pertanto, è qualificabile come ristrutturazione (nel caso di specie preclusa per il mancato rispetto delle distanze dalla strada).

27/01/2004 94 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Laddove un complesso di singole opere separatamente soggette ad un diverso atto d’assenso comunale (silenzio sulla denuncia di inizio lavori, autorizzazione edilizia oppure concessione) appaia frutto di un unico disegno costruttivo, e debba perciò considerarsi come un intervento unitario, questo è soggetto, in ogni sua parte, al regime previsto per l’opera urbanisticamente più gravosa. La mancanza dell’assenso dei condomini ai lavori configura una causa tipica e specifica di non conformità urbanistica, atteso il chiaro disposto dell’art. 12.1.1 del Regolamento edilizio del Comune di Bologna per cui “…è ammessa altresì la costruzione a distanze inferiori a quelle sopraindicate, purché sia intercorso…

27/01/2004 85 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’acquisizione del parere dell’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo, che condiziona l’esito della domanda di sanatoria edilizia ai sensi dell’art. 32 l. 28 febbraio 1985 n. 47, è comunque necessaria, anche per le opere abusive precedenti all’imposizione del vincolo. Infatti l’art. 32 anzidetto ha il fine di accertare che la costruzione edilizia – sia essa precedente o successiva all’imposizione del vincolo – non compromette irreparabilmente interessi pubblici primari (culturali, ambientali, paesaggistici, ecc.) tutelati con l’imposizione di vincoli. E’ sufficientemente assolto l’onere di motivare la deliberazione, ex art. 32 L. 47/1985, attraverso il richiamo ai pareri già espressi sulla vicenda.

27/01/2004 83 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Alla concessione edilizia e agli oneri di urbanizzazione ad essa afferenti si applicano le regole vigenti al momento del rilascio, giacché il costo delle opere di urbanizzazione da prendere in considerazione ai fini della commisurazione dei relativi oneri non può essere che quello del momento in cui sorge l’obbligazione, ossia in cui viene rilasciata la concessione Nel giudizio amministrativo la domanda risarcitoria per lesione di interessi legittimi può essere proposta solo se sia stato impugnato tempestivamente il provvedimento lesivo e può essere accolta solo se tale provvedimento sia stato annullato. In difetto di impugnazione dell’atto (nel caso di specie silenzio-rifiuto)…

22/01/2004 40 Brescia T.A.R. per la Lombardia

La sola presenza di mobilio all’interno di un vano non può costituire ex se indice di avvenuto cambio di destinazione, qualora non accompagnato da ulteriori elementi dai quali desumere che detto vano sia stato destinato ad un utilizzo del tutto incompatibile con la destinazione assentita.

19/01/2004 74 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai sensi dell’articolo 50 del decreto legislativo 18/8/2000 n. 267, di approvazione del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, soltanto il Sindaco o, eventualmente, in caso di impedimento, il Vicesindaco, può agire in giudizio in nome e per conto del Comune, né lo statuto può stabilire diversamente, dovendo esso statuire “nell’ambito dei principi fissati dal presente testo unico”. Va, dunque, esclusa la legittimazione dei dirigenti dell’Ente Comune di rappresentare, anche in giudizio, l’Ente stesso. Il Giudice amministrativo non può assegnare alle parti un termine per la costituzione della persona alla quale spetta la rappresentanza o l’assistenza, o per…

19/01/2004 6 Parma T.A.R. per l’Emilia Romagna

In materia di rispetto delle distanze fra costruzioni, possono essere considerati irrilevanti solo sporti e balconi di limitata entità che abbiano funzione meramente decorativa o di rifinitura.

15/01/2004 16 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Il concetto di pertinenza urbanistica è diverso dal concetto di pertinenza civilistica. Infatti, la pertinenza urbanistica, assoggettata ad un regime edilizio particolarmente semplice e favorevole, riguarda soltanto opere di modesta entità ed accessorie rispetto ad un’opera principale, quali ad esempio i piccoli manufatti per il contenimento di impianti tecnologici, e non può riguardare opere che dal punto di vista delle dimensioni e della funzione possono avere una propria autonomia rispetto all’opera cosiddetta principale (nel caso in esame, è stato realizzato, in luogo di un pergolato, un porticato di dimensioni rilevanti, ossia di m. 4,00 di altezza per 11,50 di lunghezza)….

15/01/2004 9 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

Ai sensi dell’articolo 18 della legge n. 10/1977, gli oneri di urbanizzazione di cui ai piani di lottizzazione convenzionata ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 765/1967, già approvati alla data del 31/12/1977, non possono essere modificati. Dalla normativa urbanistica non emergono, tuttavia, principi idonei ad inibire in assoluto l’introduzione nelle convenzioni di lottizzazione di clausole per l’adeguamento degli oneri di urbanizzazione. Anzi, tenuto conto del fatto che le convenzioni di urbanizzazione prevedono la realizzazione dell’attività edilizia nel corso del tempo, devono ritenersi conformi a logica e rispettosi del principio di corrispettività, le clausole che prevedono l’adeguamento del contributo al…

27/10/2003 2172 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I superstandards costituiscono dotazione di aree per standards considerevolmente superiore rispetto alla quantità minima di cui alla L.R. 47/1978 e s.m., calcolata in relazione alle funzioni realmente insediate, attraverso i quali una parte più o meno consistente delle aree disciplinate da ciascuna delle schede di progetto viene sottratta alla disponibilità dei proprietari e destinata non a soddisfare esigenze collegate alle funzioni effettivamente insediate nelle aree in questione (a ciò si provvede attraverso il reperimento di una dotazione apposita), bensì a far fronte a una situazione deficitaria e, quindi, a corrispondere ad esigenze del territorio comunale nel suo complesso. L’indice territoriale…

26/05/2003 2826 Roma Consiglio di Stato

L’obbligo di astensione che incombe sugli amministratori comunali in sede di adozione (e di approvazione) di atti di pianificazione urbanistica sorge per il solo fatto che, considerando lo strumento stesso l’area alla quale l’amministratore è interessato, si determini il conflitto di interessi, a nulla rilevando il fine specifico di realizzare l’interesse privato e/o il concreto pregiudizio dell’amministrazione pubblica: esso trova fondamento nei principi di legalità, imparzialità e trasparenza che deve caratterizzare l’azione amministrativa, ai sensi dell’articolo 97 della Costituzione ed è finalizzato ad assicurare soprattutto nei confronti di tutti gli amministrati la serenità della scelta amministrativa discrezionale. L’obbligo di astensione…

14/08/2002 3064 Bologna Tribunale di Bologna

Non può affermarsi la gravità dell’inadempimento, se il rilascio del certificato di abitabilità avviene in corso di causa. 2. La clausola “visto e piaciuto” non è una clausola di stile. Essa determina una limitazione del promissario acquirente di risolvere il contratto preliminare ed assorbe ogni altra pattuizione circa le qualità dei bene. 3. Il promittente venditore deve consegnare il certificato di abitabilità contestualmente alla consegna dell’immobile solo se il preliminare preveda che il saldo debba essere corrisposto alla consegna ed essa sia prevista per una data anteriore rispetto a quella fissata per la redazione dell’atto pubblico.

26/07/2002 11101 Roma Corte di Cassazione

La sdemanializzazione tacita non può desumersi dalla sola circostanza che un bene non sia più adibito anche da lungo tempo ad uso pubblico ma è ravvisabile solo in presenza di atti e fatti che evidenzino in maniera inequivocabile la volontà della p.a. di sottrarre il bene medesimo a detta destinazione e di rinunciare definitivamente al suo ripristino. Le disposizioni degli art. 3 e 4 l. 5 gennaio 1994 n. 37 (recante “Norme per la tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche”), sostitutive degli art. 946 e 947 c.c. – le quali…

20/05/2005 59 Aosta T.A.R. per la Valle d’Aosta

Il presupposto per l’applicazione della riserva di competenza stabilita a favore degli architetti, va individuato nella circostanza che l’intervento edilizio: a) riguardi un immobile sottoposto ad un vincolo “tradizionale”, secondo la procedura prevista dalla legge n. 1089 del 1939 (o dai successivi d.lgs. n. 490/1999 e d. lgs. n. 42/2004); b) oppure riguardi un immobile sottoposto ad un vincolo “speciale” secondo la procedura prevista dalla legge regionale n. 56 del 1983; c) oppure ancora consista in “opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico” (espressamente riservate dall’art. 52 del r.d. n. 2537 alla competenza degli architetti). L’assenza di un vincolo formale…

08/05/2002 677 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’art.12 l. 47/1985 richiama la legge n. 382/1978 limitatamente al valore del costo di produzione, con la conseguenza che, ai fini della determinazione della superficie e del volume da inserire nella base di calcolo della sanzione, si deve applicare la normativa urbanistica; con riferimento a quest’ultima è da escludere che possa configurarsi come superficie accessoria la realizzazione di locali di altezza media di 3 metri, finestrati e destinati ad essere collegati direttamente all’edificio. (Nel caso di specie è stata realizzata una maggiore altezza alla linea di gronda e sono stati ricavati nel sottotetto due vani abitabili. Il Comune, trattandosi di edificio…

12/04/2002 3154 Roma T.A.R. per il Lazio

Quando il soggetto richiedente la concessione edilizia esibisca un titolo di proprietà, o altro titolo valido che gli assegni la disponibilità del bene, non spetta al Comune effettuare indagini o accertamenti ulteriori, entrando nel merito di possibili contestazioni o controversie fra privati, fermo restando che ogni titolo abilitativo viene rilasciato con la clausola di salvezza dei diritti dei terzi (giurisprudenza consolidata: cfr., fra le tante, TAR Lombardia, Milano, 24.2.92, n. 144; TAR Liguria, 4.11.94, n. 383;TAR Lazio, Roma, sez. II, 17.2.99, n. 578 e 10.3.98, n. 380; TAR Umbria, 1.3.91, n. 245; TAR Toscana, 12.6.98, n. 361).

22/11/2001 1023 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

L’obbligo di astensione che incombe sugli amministratori comunali in sede di adozione (e di approvazione) di atti di pianificazione urbanistica sorge per il solo fatto che, considerando lo strumento stesso l’area alla quale l’amministratore è interessato, si determini il conflitto di interessi, a nulla rilevando il fine specifico di realizzare l’interesse privato e/o il concreto pregiudizio dell’amministrazione pubblica: esso trova fondamento nei principi di legalità, imparzialità e trasparenza che deve caratterizzare l’azione amministrativa, ai sensi dell’articolo 97 della Costituzione ed è finalizzato ad assicurare soprattutto nei confronti di tutti gli amministrati la serenità della scelta amministrativa discrezionale. L’obbligo di astensione…

13/11/2001 917 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

I vincoli urbanistici preordinati all’espropriazione e decaduti per superamento del quinquennio massimo di durata fissato dall’art. 2 l. 1187/1968 sono illegittimi, in caso di mancata previsione del relativo indennizzo a favore del proprietario dell’area.  (Cfr., in tal senso, Adunanza plenaria del C.d.S. 22.12.1999 e la sentenza della Corte Costituzionale n. 179/1999, che ha dichiarato l’illegittimità della disposizione citata nella parte in cui non prevede l’indennizzo del proprietario dopo il periodo di “franchigia” fissato in cinque anni). La possibilità di rinnovare nel tempo vincoli urbanistici imposti su beni individuati e preordinati all’espropriazione, appartiene alla potestà pianificatoria e di per sè non…

14/06/2001 428 Brescia T.A.R. per la Lombardia

Il termine stabilito dall’art. 28 della legge urbanistica non ha ad oggetto il completamento degli edifici realizzabili all’interno dello strumento attuativo, ma esclusivamente l’ultimazione delle opere d’urbanizzazione connesse a quest’ultimo. L’esecuzione delle opere d’urbanizzazione necessarie per l’intero comparto non tollera che, limitatamente ad un singolo lotto rimasto scoperto, sia nuovamente effettuato il relativo computo, il che si concreterebbe in un arbitrario ed indebito aggravamento della posizione di chi ha in ogni caso già finanziariamente concorso alla copertura dei relativi oneri.

07/05/2001 361 Bologna T.A.R. per l’Emilia Romagna

E’ legittima la conversione in volume della superficie relativa alla parte del sottotetto di altezza inferiore 1.80 (ritenuta non utile) secondo la tabella allegata alla L. n. 47/85, poichè questa è l’unica norma che consente di valutare un volume abusivo in corrispondenza di una superficie ritenuta non utile ai fini abitativi. Tale criterio non è illogico, in quanto richiama quello che, benché previsto dalla legge 47/85 ai fini del calcolo dell’oblazione, è comunque criterio idoneo a valutare una superficie ritenuta di per sé non utile, ma comunque corrispondente ad un volume abusivo.

09/02/2001 154 Pescara T.A.R. per l’Abruzzo

Non è possibile pretendere l’annullamento di una concessione edilizia, ritenuta in origine “virtualmente” illegittima, allorquando la stessa è, nel momento della decisione, “effettivamente” valida e tale da potere essere riadottata da parte dell’Amministrazione; una scelta in negativo sarebbe tipica di una esasperata forma di logica formale e contrastante con il principio che la convalida mantiene fermo l’atto già emanato. L’art. 39 della L. 23.12.1994 n. 724, nella sua formulazione originaria, esplicitava (comma 2°) che il rilascio della concessione o autorizzazione in sanatoria non poteva comportare “limitazioni di tipo urbanistico” alle proprietà finitime; il dato normativo escludeva (Tar Brescia n. 864/15.10.1996;…

22/06/2000 3525 Roma Consiglio di Stato

Nel procedimento di rilascio della concessione edilizia l’amministrazione ha il potere di verificare l’esistenza, in capo al richiedente, di un idoneo titolo di godimento sull’immobile, interessato dal progetto di trasformazione urbanistica. Si tratta di un’attività istruttoria che non è diretta, in via principale, a risolvere i conflitti di interesse tra le parti private in ordine all’assetto proprietario degli immobili interessati, ma che risulta finalizzata, più semplicemente, ad accertare il requisito della legittimazione soggettiva del richiedente attraverso l’esame del titolo di godimento, che non costituisce una sorta di eccezionale intrusione in un ambito privatistico, ma rappresenta la coerente applicazione del principio…

03/04/2000 1916 Roma Consiglio di Stato

Non è meritevole d’accoglimento l’istanza con cui il destinatario di un’ordinanza di demolizione chieda l’accesso e la copia dell’esposto – denuncia, prodotto da suoi condomini e presupposto del procedimento sanzionatorio, qualora quest’ultimo si basi su un’autonoma istruttoria della p.a. procedente, in quanto, in tal caso, l’esposto del privato ha il solo effetto di provocare l’esercizio d’ufficio della potestà sanzionatoria, onde la conoscenza di questo atto sollecitatorio non è necessario, di regola e a meno che non sussistano particolari esigenze, al fine di difendere i propri interessi giuridici.

07/02/2000 725 Roma Consiglio di Stato

La sdemanializzazione di un bene pubblico, quando non derivi da un provvedimento espresso, deve risultare da altri atti e/o comportamenti univoci della p.a. proprietaria, che siano concludenti e incompatibili con la volontà di quest’ultima di conservare la destinazione del bene stesso all’uso pubblico, oppure da circostanze tali da rendere non configurabile un’ipotesi diversa dalla definitiva rinuncia al ripristino della funzione pubblica del bene, onde la sdemanializzazione non si può desumere dal mero fatto che il bene non sia più adibito, per un certo tempo (nella specie, per effetto di un rapporto concessorio ventennale), a detto us

05/03/1999 716 Milano T.A.R. per la Lombardia

Compete all’amministrazione, anche in caso di piano di lottizzazione scaduto, valutare l’opportunità di suggerire la proroga della validità del piano approvato, motivando per quali ragioni il piano in scadenza abbia perduto la propria attualità e realizzabilità, risultando preferibile anche sotto un profilo di economicità dell’azione amministrativa vagliare l’opportunità di mantenere in vita il piano vigente piuttosto che richiederne la proposizione di uno nuovo. Non esiste una necessitàta dipendenza tra la validità del piano di lottizzazione e quella delle relative concessioni edilizie, mantenendo quest’ultime autonomia dal primo.

27/05/1997 4704 Roma Corte di Cassazione

I progetti di ingegneria consistono nel prodotto di un’opera per definizione intellettuale, da non confondere con quel “complesso di grafici, disegni, calcoli ecc.”, che rappresenta il corpus mechanicum in cui essa si estrinseca, per poter essere utilizzata dal committente. La redazione di un progetto di ingegneria dà luogo ad un’obbligazione “di mezzi” e il prodotto della prestazione costituisce l’esito di un “lavoro intellettuale oggetto del contratto, che resta un bene immateriale”, benché “si estrinsechi in una cosa”, la quale costituisce un “mero strumento di espressione”, per cui non vi è onere di denuncia di vizi o difformità nei termini di cui…

24/04/1996 3879 Roma Corte di Cassazione

L’esecuzione di un progetto da parte di un ingegnere o di un architetto costituisce un’obbligazione, non già di mezzi, ma di risultato, con la conseguenza che l’esistenza di diffornità o vizi nell’opera eseguita dà luogo alla relativa garanzia da farsi valere, da parte del committente, nei termini di decadenza e di prescrizione previsti dall’art. 2226 c.c

09/06/1987 181 Milano T.A.R. per la Lombardia

  Le potestà delle autorità amministrative in materia di vigilanza urbanistico – edilizia non consentono, di regola, di imporre ispezioni dei luoghi di proprietà privata in via autoritativa con conseguente violazione dello ius excludendi alios, intrinseco al diritto soggettivo di proprietà. Limitazioni, anche temporanee, del diritto di proprietà immobiliare mediante provvedimenti amministrativi sono possibili solo nelle ipotesi e secondo le procedure in cui l’ordinamento giuridico eccezionalmente ed espressamente le prevede, con apposite norme costituzionali o ordinarie. Al di fuori di tali eccezionali ipotesi e procedure, poteri che incidono sulle facoltà del diritto di proprietà possono derivare solo da un atto…

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